l'analisi

Settore edilizia: 2023 positivo ma il 2024 sarà in calo…

Per l’anno da poco iniziato le previsioni parlano di un -7,4%, per una situazione solo in parte mitigata dagli effetti del PNRR

Settore edilizia: 2023 positivo ma il 2024 sarà in calo…
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Settore edilizia: 2023 positivo ma il 2024 sarà in calo… L’ambito delle costruzioni conferma per il terzo anno consecutivo un’espansione dei suoi livelli produttivi +5% su base annua. In soli tre anni gli investimenti settoriali sono aumentati di circa 75 miliardi, recuperando larga parte del gap produttivo dovuto alla crisi ultradecennale (-92 miliardi). Sono soltanto alcuni dei dati forniti dal report dell’Osservatorio Congiunturale 2024 sull’industria delle costruzioni diffuso da ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili.

Settore edilizia: 2023 positivo…

La crescita stimata per il 2023 (+5%) risulta generalizzata a tutti i comparti e trainata, in particolare, dagli investimenti per la riqualificazione abitativa, stimolata ancora una volta dagli incentivi fiscali, oltre che dal comparto delle opere pubbliche, sul quale incidono positivamente due fattori quali PNRR e chiusura fondi strutturali 2014-2020. Nel 2021-2022 l’edilizia ha contribuito a circa un terzo della crescita del Pil (+12,3%). Il 50% se si considera anche tutta la sua filiera. Nel 2023 a causa delle crisi internazionali, dell’inflazione e dell’aumento dei tassi di interesse il Pil italiano ha perso slancio. Per questo l’apporto del settore delle costruzioni risulta importante per la crescita economica del Paese. Secondo i dati delle casse edili si registra un aumento del numero di ore lavorate del +0,9% e dei lavoratori iscritti del +2,9%, nei primi 9 mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022.

… ma il 2024 si preannuncia in calo

Per il 2024 il quadro cambia: la previsione è di un calo degli investimenti in costruzioni del -7,4% su base annua. Un risultato che risente del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria (che nell’ultimo triennio è giunta a rappresentare il 40% del mercato), a seguito del venir meno dello strumento della cessione del credito/sconto in fattura. Per tale comparto quest’anno si prevede, infatti, una flessione tendenziale del -27% che riporta i livelli a quello pre-covid. Segni negativi anche per la nuova edilizia abitativa (-4,7%) e non residenziale privato (-1%); di contro, si prevede un’ulteriore e importante crescita negli investimenti in opere pubbliche (+20%), legata alla necessaria accelerazione degli investimenti del PNRR che assume un ruolo ancor più centrale per il sostegno all’economia e del settore delle costruzioni, a seguito del ridimensionamento del driver rappresentato dalle ristrutturazioni.

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