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Il Bonus acqua potabile è finalmente realtà

Previsto un credito del 50% delle spese per sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare

Il Bonus acqua potabile è finalmente realtà
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Il Bonus acqua potabile è finalmente realtà, dopo quasi sei mesi di stand-by. La nuova misura era stata introdotta alla fine del 2020 con la Legge di Bilancio per il 2021, ma finora non erano state fornite le indicazioni necessarie per accedere all’agevolazione. L’Agenzia delle Entrate nei giorni scorsi ha rimediato: con un provvedimento firmato dal suo direttore sono infatti state definite le modalità di fruizione del Bonus Acqua Potabile. Ma andiamo con ordine e prima cerchiamo di capire di che cosa stiamo parlando.

In che cosa consiste il Bonus acqua potabile

Il Bonus Acqua Potabile prevede un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022. Tale esborso economico deve essere sostenuto per l’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare, tutti finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. L’intento del Governo molto chiaro: razionalizzare l’uso dell’acqua e ridurre allo stesso tempo il consumo di contenitori di plastica. Naturalmente sono stati fissati dei tetti di spesa: per le persone fisiche corrisponde a 1.000 euro per ciascun immobile; per gli esercenti di attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali è di 5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale.

Come accedere all’agevolazione fiscale

Fin qui la teoria, ora se si rientra tra i beneficiari di questo incentivo fiscale è bene comprendere la pratica, ossia come portarsi a casa il credito d’imposta. In primis va ricordato che le informazioni sugli interventi saranno da trasmettere in via telematica all’Enea. Inoltre, come per tutti gli altri bonus riguardanti l’edilizia, l’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito.

Niente contanti per i pagamenti

Per i privati e più in generale per i soggetti diversi da quelli esercenti attività d’impresa in regime di contabilità ordinaria, il pagamento deve essere effettuato con versamento bancario o postale o con altri sistemi diversi dai contanti. In ogni caso, per le spese sostenute prima della pubblicazione del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate (datato 16 giugno) sono consentiti i pagamenti in qualunque modo avvenuti ed è possibile integrare la fattura o il documento commerciale attestante la spesa annotando sui documenti il codice fiscale del soggetto richiedente il credito.

Il bonus in compensazione

L’ammontare delle spese agevolabili va comunicato all’Agenzia delle Entrate tra l’1 febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo al quello di sostenimento del costo, inviando l’apposito modello tramite il servizio web disponibile nell’area riservata o i canali telematici dell’AdE. In seguito il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24, oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.

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