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Edilizia in crescita, ma mancano i lavoratori

Tanti cantieri ma poca manodopera specializzata: servono geometri, ponteggiatori, muratori, elettricisti, termotecnici e installatori di impianti fotovoltaici

Edilizia in crescita, ma mancano i lavoratori
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Edilizia in crescita, ma mancano i lavoratori. Tanti cantieri, poca manodopera specializzata. Può sembrare un paradosso, ma è proprio così. Riavvolgiamo il nastro: dopo il lockdown della primavera 2020, il Governo ha introdotto, tramite il Decreto Rilancio, l’ormai più che celebre Superbonus 110%. La maxi-agevolazione ha letteralmente trascinato il settore edilizio, considerato fondamentale per la ripartenza del paese e a cui sono indirettamente legati anche tanti altri settori lavorativi. Naturalmente, grazie alla rivoluzione chiamata cessione del credito e sconto in fattura, anche gli altri bonus legati alla casa hanno subito una forte impennata. Risultato? Tanti cantieri e poca manodopera specializzata. In sostanza la richiesta c’è, ma manca chi poi effettivamente va a fare tutta questa mole di lavoro. E i limiti posti al Superbonus, in termini di tempistiche, incombono.

Edilizia in crescita, ma mancano i lavoratori

In particolare sembra che a mancare sia proprio la manodopera italiana: a compensare ci sono gli stranieri, ma che però devono essere formati. Da qui dunque, la mancanza, non solo di manodopera, ma di manodopera specializzata. La conferma arriva dalle stime Excelsior sul fabbisogno occupazionale in Italia: nel settore delle costruzioni mancano tra 30mila e 45 mila occupati nel breve periodo. Inoltre, sempre secondo la stessa ricerca Excelsior, l’età media nel comparto è piuttosto elevata: quasi il 9% degli addetti ha più di 60 anni e il 45% ha un’età compresa tra i 45 e i 59 anni. Nel corso del 2021 ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) aveva già lanciato l’allarme: secondo le sue stime per il 2022 c’è bisogno di circa 265mila posti di lavoro, 170mila unità nel settore e altre 95mila nei compartimenti collegati.

Carenza di manodopera specializzata e di tempo

Tuttavia le imprese non trovano il 52% degli addetti alle finiture e il 60% dei giovani operai specializzati richiesti. Sembra proprio che le imprese edili si contendano figure e professionalità come mai era successo in precedenza. Ma allo stesso tempo, se questo personale è da formare, è necessario il tempo, che però non c’è. Quali figure servono dunque? Si parla per esempio di geometri e ponteggiatori, ma anche di muratori, elettricisti e termotecnici (figura chiave nell’ambito dell’efficientamento energetico). Boom nel boom è quello dell’installazione di impianti con pannelli fotovoltaici, dotati anche di batterie di accumulo. Le imprese edili si affidano a società a loro esterne, che però hanno lo stesso problema: tantissime richieste, poca disponibilità di personale qualificato, ossia di installatori di pannelli.

Attenzione agli imprenditori improvvisati

Infine, l’altro lato della medaglia è rappresentato dalle migliaia di imprese edili spuntate come funghi nell’ultimo anno: da luglio 2021 a gennaio 2022 secondo dati ANCE sono fiorite oltre 11mila imprese, il 50% in più rispetto a quanto registrato nel secondo semestre 2020. E’ un dato che desta preoccupazione: il rischio è che molti di questi imprenditori siano improvvisati e poco strutturati. Operatori che entrano nel campo dell’edilizia solo per usufruire dei vantaggi dei bonus edilizi, senza competenze e professionalità adeguate. Con rischi notevoli non solo di frodi, ma anche di mancanza di qualità degli interventi (persino in termini di sicurezza dei lavoratori).

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