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Addio a cessione e sconto, ma gli incentivi resistono

Ora diventa fondamentale il concetto di «capienza fiscale».Per chi ha avviato i lavori prima del 17 febbraio ci sono ancora possibilità

Addio a cessione e sconto, ma gli incentivi resistono
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Addio a cessione e sconto, ma gli incentivi resistono. Dallo scorso 17 febbraio il Governo ha scritto la parola fine alla cessione del credito e allo sconto in fattura, autentico cuore pulsante degli ultimi tre anni per quanto riguarda il tema degli incentivi fiscali. In sostanza oggi, per tutti i nuovi interventi, non è più possibile optare per un contributo anticipato sotto forma di sconto praticato dai fornitori dei beni o servizi, così come per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. Chi ristruttura o compie interventi di riqualificazione dovrà quindi pagarli interamente di tasca propria e in seguito attendere il rientro della somma spettante negli anni. Tuttavia ciò non significa però che le agevolazioni siano sparite: restano infatti in vigore e si potranno sfruttare esclusivamente attraverso la detrazione Irpef. Ciò significa che ciascun lavoratore dipendente potrà detrarre le percentuali spettanti dagli incentivi.

Addio a cessione e sconto, ma gli incentivi resistono

Il concetto fondamentale diventa dunque la cosiddetta «capienza», ovvero quanta Irpef si può detrarre ogni anno. Va da sé che più una retribuzione è elevata, maggiore capienza fiscale si avrà. Il rimborso legato ai bonus si può dunque ottenere presentando la dichiarazione dei redditi e possedendo un credito d’imposta, tale da permettere di usufruire di questa possibilità. In ogni caso la tagliola governativa ha lasciato degli spiragli per chi stava già realizzando degli interventi agevolati con il Superbonus o con gli altri bonus edilizi. Serve però aver già presentato Cilas, Cila, ottenuto il titolo abitativo o aver cominciato i lavori prima del 17 febbraio: chi si trova in questa situazione può concludere approfittando dello sconto in fattura o della cessione del credito.

Si torna all’antico, ma col Superbonus

Si torna all’antico dunque, a prima della pandemia e del Decreto Rilancio: spazio di nuovo all’Ecobonus e al Bonus Ristrutturazione. E poi c’è il Superbonus: la tanto discussa maxi-agevolazione oggi propone una percentuale di detrazione del 90%, non più del 110% come nel 2022 e anni precedenti. Ad essere agevolate sono le spese sostenute per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione del rischio sismico degli edifici. Tra questi rientra anche l’installazione di impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

Bonus Mobili e Bonus Verde

Il Superbonus spetta dunque per interventi di isolamento termico sugli involucri, per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni, per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti e per gli interventi antisismici. Infine va ricordato che nulla cambia per Bonus Mobili e Bonus Verde: cessione del credito e sconto in fattura non hanno mai riguardato queste due agevolazioni.

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