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Pasta, parliamo di un piatto sempre più sostenibile

Ha un impatto ambientale estremamente basso e a tavola è protagonista di tanti piatti anti spreco

Pasta, parliamo di un piatto sempre più sostenibile
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Pasta, un piatto sempre più sostenibile. L’innovazione più importante è quella che non si vede nel piatto. In questi anni, grazie al miglioramento dei processi e a contratti di coltivazione che puntano sulla sostenibilità e buone pratiche agricole, i pastai hanno ridotto sensibilmente i consumi d’acqua e emissioni di CO2eq connessi alla produzione di pasta. Questo alimento ha un impatto ambientale estremamente basso (l’impronta ecologica per porzione di 1 m² globale). Inoltre, a tavola è protagonista di tanti piatti anti spreco che valorizzano gli avanzi in piatti sostanziosi e prelibati. Infine, che sia in cartone o in film plastico, il suo packaging permette un recupero al 100% dei materiali di imballaggio.

Pasta, un piatto sempre più sostenibile

La produzione mondiale di pasta è quasi raddoppiata. In 20 anni, è passata da 9,1 a quasi 17 milioni di tonnellate. Secondo i dati di IPO (International Pasta Organisation) sono 40 i Paesi che ne producono in quantità superiori alle 20.000 tonnellate. Allora come oggi, l’Italia guida questo mercato. E 1 piatto di pasta su 4 mangiato nel mondo è fatto con pasta italiana. Sono quasi raddoppiati (54 oggi contro i 30 di allora) i Paesi dove si consuma più di 1 kg pro capite di pasta all’anno. In Italia il consumo pro capite è di 23 chilogrammi, contro i 17 kg della Tunisia, seconda in questa speciale classifica. Seguono Venezuela (15 kg), Grecia (12,2 kg), Perù (9,9 kg) Cile (9,6 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Turchia (8,7 kg), Iran (8,5 kg), Francia (8,3 kg) e Germania (7,9 kg).

Il mondo mangia sempre più pasta italiana

Rispetto al 1996 il mondo mangia sempre più pasta italiana. Secondo elaborazioni di Unione Italiana Food, sono aumentati i Paesi destinatari (oggi quasi 200, +42%) ed è più che raddoppiata la quota export, da 740mila a oltre 2 milioni di tonnellate, il 61% della produzione. Germania, UK, Francia, USA e Giappone si confermano i Paesi più ricettivi verso la pasta italiana. È il cibo preferito al mondo. Nel 2011, pochi mesi dopo l’annuncio a Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, uno studio della Ong OXFAM, realizzato su 16mila persone in 17 paesi, ha eletto la pasta a cibo preferito dal mondo globalizzato. E nel 2019, l’Economist ha pubblicato i risultati di uno studio dell’Università del Minnesota, che incorona la cucina italiana come “la più influente al mondo”, davanti a quella giapponese e francese.

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