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La ricetta della carbonara, fra tradizione e piatti fake

Spesso il piatto originale non è rispettato, dando origine a versioni storpiate che riguardano anche altre specialità

La ricetta della carbonara, fra tradizione e piatti fake
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La ricetta della carbonara, fra tradizione e piatti fake. L’origine del nome di pasta alla carbonara è incerta, dai movimenti carbonari a Carbonia, località sarda originaria di un cuoco che lavorava a Roma, fino all’aspetto conferito dal pepe che, aggiunto alla pasta, assomiglia al carbone.

La ricetta della carbonara

Di certo c’è che per preparare la ricetta tradizionale occorre tagliare il guanciale a dadini e rosolarlo in una padella fino a farlo divenire trasparente mentre a parte si grattugia il pecorino romano da aggiungere in una terrina con due uova sbattute e una manciata di pepe, amalgamando gli ingredienti per ottenere un condimento cremoso. La pasta cotta deve essere versata in padella e fatta saltare con il guanciale per un minuto per poi aggiungere il condimento mescolando molto rapidamente con il cucchiaio di legno per poi spegnere il fuoco e servire la pasta.

E poi ci sono le versioni fake

Purtroppo il piatto originale non è sempre rispettato. Dall’uso del Romano cheese al posto del pecorino, a quello del bacon invece del guanciale, fino alla panna che sostituisce addirittura le uova. La pasta alla carbonara è una delle ricette italiane più taroccate dagli stranieri, tanto che quasi 6 italiani su 10 (57%) in viaggio all’estero si sono imbattuti in versioni storpiate della nostra cucina. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Noto Sondaggi in occasione del Carbonara Day che si è celebrato il 6 aprile.

Gli altri piatti storpiati

Sono parecchi i piatti tricolori storpiati fuori dai confini nazionali. Pensiamo agli spaghetti alla bolognese che spopolano in Inghilterra, ma che non esistono nella tradizione nazionale se non nei menu’ acchiappaturisti, alla ‘Pasta with Meatballs’, pasta con le polpette che difficilmente un italiano servirebbe a tavola. Fino ad arrivare al pesto proposto con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli e con il formaggio comune che sostituisce l’immancabile parmigiano reggiano e il pecorino romano.

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