La pizza fa bene al nostro organismo, senza esagerare!
Secondo illustri nutrizionisti mangiarla una volta alla settimana giova al nostro corpo
La pizza fa bene! Una sera fuori con gli amici o le amiche... una pizza e via... «Già, ma perché proprio la pizza? Siamo sicuri che faccia bene?» si domandano le mamme più scettiche. Ed ecco per loro una risposta che speriamo possa essere convincente. Farina, olio, sale, pomodoro e mozzarella. Detta così, la pizza fa solo bene ed è sanissima. Secondo il professor Eugenio Luigi Iorio, medico nutrizionista dell'Università di Napoli e direttore del Comitato Tecnico Scientifico della Festa della Pizza di Salerno, il consumo di pizza napoletana verace avrebbe molti aspetti positivi. Per il luminare, infatti, questo piatto tipico italiano ritarda la comparsa di rughe come una crema antietà; fluidifica il sangue rendendolo meno esposto al rischio di trombi; ha persino il potere di regolarizzare il ritmo cardiaco.
La pizza fa bene
«Dal punto di vista nutrizionale - afferma il professore - si tratta di un piatto molto ben equilibrato con una giusta proporzione di carboidrati, zuccheri semplici, grassi, e vitamine», Iorio prosegue affermando che la pizza contiene una significativa quantità di antiossidanti naturali. I betacaroteni e licopene in particolare presenti nel pomodoro, la vitamina E e i polifenoli dell'olio extravergine di oliva e il betacarotene del basilico combattono i radicali liberi responsabili almeno di 50 malattie, dall'artrite reumatoide, al diabete, al Parkinson, alla demenza di Alzheimer fino all'ictus ed all'infarto. Non sembra evidente che la pizza aiuti a vivere meglio sia gli adulti che, i ragazzi? Così stando le cose dovremmo anche promuovere il consumo di pizza se non quotidiano almeno settimanale per favorire la buona salute.
La margherita e la marinara
E tendenzialmente è vero. Iorio, tuttavia, si riferisce alle varietà di pizza più semplici: la margherita e la marinara, certificate "Uni-pizza napoletana artigianale", che sono quelle preferibili da un punto di vista nutrizionale. Si sta procedendo ad una classificazione delle pizze che ha come criterio base la tutela della biodiversità, così da legare ogni varietà di pizza ai prodotti del territorio. In pratica, la pizza brianzola sarà certificata proprio come la napoletana. Purtroppo, sulla base dei dati forniti dall´Istituto Nazionale della Nutrizione non è possibile fare una valutazione quantitativa della pizza dal punto di vista nutrizionale, perché le Tabelle di Composizione degli Alimenti riportano solo tre tipologie di pizza (bianca, con pomodoro, e con pomodoro e mozzarella) senza indicare la qualità e, soprattutto, la quantità degli ingredienti utilizzati.
Sostituisce un pasto completo
A titolo indicativo si può dire che 100 grammi di una generica pizza con pomodoro e mozzarella, preparata secondo la ricetta dell´Istituto Nazionale della Nutrizione sviluppano 271 kcal e apportano 52 grammi di carboidrati, 5.6 grammi di grassi e 5.6 grammi di proteine. Sulla base di questi dati (puramente teorici perché non è dato a sapere con che ricetta sia stata preparata la pizza presa in esame!), una pizza del genere - se esistesse e pesasse 250 grammi! - potrebbe sostituire, dal punto di vista delle calorie totali, un pasto completo (per esempio una cena) e, pur essendo sbilanciata in difetto per la quota proteica, sarebbe in grado di apportare una quota di amidi più che adeguata ai fabbisogni nutrizionali e, addirittura, una quantità di grassi (5,6%) di gran lunga inferiore rispetto alla soglia (30%), da non superare, secondo l´OMS, per prevenire l´obesità.
Un’ottima alternativa
La pizza, comunque, preparata con gli opportuni accorgimenti e associata ad un regime dietetico equilibrato, in grado di rispondere ai fabbisogni quotidiani di carboidrati, grassi, proteine, fibre, vitamine e minerali, può costituire un´ottima alternativa ad un pasto completo. Inoltre, modificandone adeguatamente il tipo e/o la quantità delle materie prime, essa può costituire un ottimo "carburante" per chi pratica attività sportiva e può contribuire persino a ridurre la massa grassa e, quindi, a dimagrire in maniera "intelligente".