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Il cibo è la prima ricchezza dell’Italia

Rappresenta il 25% del Pil e il suo valore è anche storico, culturale e ambientale

Il cibo è la prima ricchezza dell’Italia
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Il cibo è la prima ricchezza dell’Italia. Ha un valore pari al 25% del Pil con 538 miliardi di euro lungo l’intera filiera agroalimentare dal campo alla tavola. E ben 4 milioni di lavoratori impegnati in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Lo ha reso noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel suo intervento al pre Food System Summit delle Nazioni Unite nella sessione dedicata a “From the G20 Matera Declaration to the Food Systems Summit: A Framework for Emerging Coalitions of Action”.

Il cibo è la prima ricchezza dell’Italia

L’emergenza globale provocata dalla pandemia ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo. E sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza con l’Italia che può contare sul maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (314), 526 vini Dop/Igp e 5.266 prodotti alimentari tradizionali custoditi lungo tutta la Penisola da generazioni dagli agricoltori. Una ricchezza da salvare che non ha solo un valore economico ma anche storico, culturale ed ambientale.

Una varietà che non ha rivali

L’Italia ha 504 varietà iscritte al registro viti e 533 varietà di olive, è il primo produttore UE di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti. Dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

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