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Giovani, lavoro e crisi demografica: la ristorazione resiste

Negli ultimi 15 anni gli occupati sono aumentati del 36,5%, mantenendo la sua componente under 30

Giovani, lavoro e crisi demografica: la ristorazione resiste
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Giovani, lavoro e crisi demografica: la ristorazione resiste. Negli ultimi venti anni, il nostro paese ha perso oltre 800 mila giovani fino a 14 anni (-9,9%) e oltre 2,6 milioni di 15-34enni (-17,9%). Anche nella fascia 35-49 anni si registra una perdita di quasi 1,4 milioni di residenti (-10,4%), mentre c’è stato un incremento di circa 3 milioni di 50-64enni (+28,6%) e di 3,1 milioni di over 65 (+28,2%). Sono i numeri di una crisi demografica che, anno dopo anno, sta svuotando il Paese di giovani: nelle ultime due decadi la popolazione è aumentata di quasi 1,4 milioni di unità, ma ciò si deve esclusivamente al contributo dei cittadini con più di 50 anni.

Giovani, lavoro e crisi demografica

Negli ultimi 15 anni in nessun settore l’occupazione è cresciuta come nella ristorazione: infatti, gli occupati sono aumentati del 36,5%, con i pubblici esercizi che hanno rappresentato un importante bacino occupazionale per i lavoratori nel nostro Paese, inclusi quelli più giovani. La creazione di lavoro ha permesso di parare i colpi della crisi demografica, come rivela l’analisi condotta sull’occupazione dipendente nei pubblici esercizi. Infatti, nel periodo 2009-2023 si contano quasi 452 mila lavoratori dipendenti in più, con una variazione positiva del 73%.

Come si comporta la ristorazione?

Guardando ai dati in base all’età, dal 2009 i lavoratori under 30 sono aumentati di circa 163 mila unità (+61,9%) e rappresentano circa il 40% dei lavoratori dipendenti (era circa il 42% nel 2009). Di fatto, la ristorazione non ha perso la componente giovane della sua popolazione lavorativa. Ciò non è dipeso dalla sostituzione dei lavoratori italiani con quelli stranieri: infatti, i primi sono aumentati di 134.289 unità (+70%), i secondi di 28.746 (+40,2%). E la componente italiana dei lavoratori under 30 è pari al 76,5% (era il 72,8% nel 2009), quella straniera al 23,5% (ed era il 27,2%).

Un settore che continua ad attrarre i giovani

In sostanza, all’invecchiamento della popolazione dipendente dei pubblici esercizi (gli over 50 sono aumentati del 242,2% rispetto al 2009 e rappresentano il 19,3% del totale degli occupati dipendenti), non ha fatto da contraltare una emorragia di giovani: è la riprova della capacità, mostrata dal settore in questi anni, di continuare ad attrarre anche i più giovani.

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