Estate fa rima con birra: i consumi crescono del 20%
Il 5 agosto si è festeggiata la Giornata Internazionale dedicata alla celebre bevanda alcolica
Estate fa rima con birra. Volano i consumi in Italia, con un +20% trainato dalle alte temperature, dalla ricerca di refrigerio e dall’estate che moltiplica le uscite e la voglia di stare insieme. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sui consumi estivi fra le aziende del settore in occasione della Giornata internazionale della birra che si festeggia in tutti i continenti. I consumi di birra in Italia sono destinati quest’anno a superare il record storico di oltre 35 litri pro capite. Per un totale di 2 miliardi di litri in un 2022 che si classifica fino ad ora in Italia come l’anno più caldo di sempre.
Estate fa rima con birra
A fare da traino sono le birre artigianali realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari o realizzate senza pastorizzazione e microfiltrazione per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. La scelta della birra come bevanda è diventata negli anni sempre più raffinata e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari. Dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra e non manca neppure la birra aromatizzata al pane e quella al grano saraceno.
Un settore da 9,5 miliardi
Il settore della birra vale 9,5 miliardi di euro in Italia con l’intera filiera dal campo alla tavola che genera circa 140mila posti di lavoro a livello nazionale. Praticamente – come spiega il Consorzio Birra Italiana – per ogni addetto coinvolto all’interno di un birrificio si creano almeno altri 25 occupati all’esterno, da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione, ma non manca neppure quelli coinvolti nello sviluppo del turismo. Il successo della birra italiana è però minacciato dall’esplosione della spesa per energia e materie prime per la quale fanno un balzo del +30% i costi produzione dei birrifici artigianali italiani che rischiano così di bloccare l’attività per gli effetti del conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina.
Le recenti criticità
Il caro energia e la mancanza di materia prime, si fanno sentire lungo tutta la filiera insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi. Rispetto al 2020 gli imballaggi hanno segnato un +45%, le bottiglie +30%, le lattine +10%, i tappi +22%, i fusti di plastica +23%, mentre la bolletta energetica di un birrificio è lievitata del +180%. Una situazione alla quale si aggiunge la previsione di un calo del 16% della produzione mondiale di cereali necessari per la birra a causa del riscaldamento globale.