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Vacanze in montagna, gli effetti dell’alta quota

A chi fa bene e chi invece dovrebbe evitare. Parliamo di vacanze in montagna e degli effetti dell’alta quota

Vacanze in montagna, gli effetti dell’alta quota
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Vacanze in montagna, gli effetti dell’alta quota possono disturbare qualcuno? Ebbene sì. Facciamo un passo indietro. Non per tutti l’estate fa rima con mare: una bella fetta di popolazione prende armi e bagagli e si concede un periodo di villeggiatura in montagna. Salendo di quota, rispetto alle afose città, si va sicuramente a guadagnare un clima più fresco, lontano dai bollori cittadini. Tuttavia c’è da fare i conti con l’altitudine: trascorrere alcuni giorni in alta quota fa bene a tutti? Oppure no? Analizziamo la situazione. Fino a 8-10 anni di età è bene prevedere una fase intermedia prima di una gita di più giorni o di una vacanza oltre i 2mila metri d’altezza, per evitare il cosiddetto «mal di montagna», che altro non è che mal di testa, nausea e sensazione di malessere diffusa.

Vacanze in montagna, gli effetti dell’alta quota

Serve dunque lasciare il tempo al piccolo o alla piccola di acclimatarsi. Al di sotto di un anno meglio evitare di superare i 2.500 metri di quota (per intenderci, la gita in funivia la si farà l’anno prossimo). Passiamo poi agli anziani: la montagna è l’ambiente ideale per questa fascia di popolazione, per cui è consigliato mantenersi fra i 1000 e i 2000 metri d’altitudine. A queste quote è possibile dedicarsi al trekking, a patto che si curino con particolare attenzione il riscaldamento muscolare prima di mettersi in cammino, l’alimentazione (assicurando il giusto apporto proteico). La cucina di montagna è ottima, ma spesso è molto grassa e pesante, perciò va affrontata nel modo corretto, con buon senso. Inoltre sempre consigliato evitare di fumare e di bere alcolici.

Sui monti per stare meglio

Una cosa è certa: le località di montagna hanno effetti positivi sul corpo, dal momento che la pressione atmosferica si riduce ad alta quota così come la concentrazione di ossigeno nell’aria. E per reazione, il cuore pompa di più e aumenta la frequenza del respiro. Ne beneficia chi soffre di asma, disturbi delle vie aeree e problemi di allergia.

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