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L’obesità è un nemico da combattere


Il 4 marzo si è celebrata la Giornata mondiale su questa malattia cronica progressiva e recidivante

L’obesità è un nemico da combattere
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L’obesità è un nemico da combattere. Questa affermazione è stata rimarcata ancora una volta in occasione della Giornata mondiale sull’obesità celebratasi il 4 marzo, per sensibilizzare su questa malattia cronica progressiva e recidivante, anche quando, negli stadi iniziali, non è associata ad alcuna complicanza. L’impatto dell’obesità e delle sue conseguenze necessita di un approccio intersettoriale e multidisciplinare, con interventi coordinati a differenti livelli, per prevenirne l’insorgenza, assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o ancora allo stadio iniziale e per rallentarne la progressione al fine di evitare o ritardare quanto più possibile il ricorso a terapie farmacologiche o chirurgiche. L’obesità infantile, in particolare, è una delle più importanti sfide per le conseguenze che comporta, come il rischio di diabete tipo 2, l'asma, problemi muscolo-scheletrici, problemi cardiovascolari, problemi psicologici e sociali.

L’obesità è un nemico da combattere

Sono molto significativi alcuni dati elaborati dalla Sorveglianza nazionale OKkio alla Salute del 2019: riportano che il 20,4% dei bambini sono in sovrappeso mentre gli obesi sono il 9,4% (valori soglia dell'International Obesity Task Force, IOTF); con una leggera superiorità percentuale nei maschi rispetto alle femmine (maschi obesi 9,9% vs femmine obese 8,8%). L'abitudine a non consumare la prima colazione (8,7%) o a consumarla in maniera inadeguata (35,6%) persiste negli anni, così come la fruizione di una merenda abbondante a metà mattina (55,2%). Il consumo non quotidiano di frutta e/o verdura dei bambini resta elevato (24,3%) mentre diminuisce l'assunzione giornaliera di bevande zuccherate e/o gasate (25,4%). I legumi sono consumati dal 38,4% dei bambini meno di una volta a settimana mentre il 48,3% e il 9,4% consuma rispettivamente snack dolci e salati più di 3 giorni a settimana.

La percezione dello stato di salute

Riguardo la percezione materna dello stato di salute dei propri figli, il 40,3% dei bambini in sovrappeso o obesi è percepito dalla madre come sotto-normopeso; il 59,1% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene che il proprio figlio svolga attività fisica adeguata e tra le madri di bambini in sovrappeso o obesi, il 69,9% pensa che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio non sia eccessiva. La quota di bambini che trascorre più di 2 ore al giorno davanti a TV/videogiochi/tablet/cellulare risulta in sensibile aumento rispetto agli anni precedenti (44,5%), mentre ben il 59,1% delle madri di bambini fisicamente poco attivi ritiene invece che il proprio figlio svolga attività fisica adeguata.

I dati riferiti agli adulti

Attenzione anche ai dati del Sistema di sorveglianza PASSI nel biennio 2021-2022 sulla popolazione italiana adulta (18-69 anni). Riportano che 4 su 10 sono in eccesso ponderale: 3 in sovrappeso e 1 obeso (IMC ≥30). L’ eccesso ponderale è più frequente all'aumentare dell’età, fra gli uomini rispetto alle donne, fra le persone con difficoltà economiche e fra le persone con un basso livello di istruzione. Bassa, e in riduzione nel tempo, l’attenzione degli operatori sanitari al problema. Questo aspetto è molto rilevante perché quando il consiglio di mettersi a dieta arriva da parte di un medico incoraggia chi lo riceve a metterlo in pratica. Infatti la quota di persone in eccesso ponderale che dichiara di seguire una dieta è significativamente maggiore fra coloro che hanno ricevuto il consiglio medico rispetto a quelli che non lo hanno ricevuto (44% vs 17%).

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