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Neonati in spiaggia? No, grazie, è troppo presto

Alcune indicazioni utili per affrontare l’esposizione al sole dei bambini in tutta sicurezza

Neonati in spiaggia? No, grazie, è troppo presto
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Un no secco ai neonati in spiaggia almeno fino ai sei mesi di età. Per loro è anche sconsigliato l'uso di filtri solari. Non vanno portati al mare d'estate neanche se sistemati al riparo dell’ombrellone. Molta cautela tra i 6 mesi e un anno e in ogni caso solo durante le prime ore della mattina e il tardo pomeriggio. Sono le regole suggerite dall’ IMI, Intergruppo Melanoma Italiano per esporsi al sole in sicurezza.

Neonati in spiaggia? No, grazie

“Complice il lungo lock down per la Covid 19 – afferma il presidente IMI Ignazio Stanganelli, direttore della Skin Cancer Unit dell’ IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumore professore associato dell’Università di Parma – con le prime giornate di caldo e bel tempo c’è più che mai la voglia di stare all’aria aperta. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Abbronzatura non vuol dire salute. Anzi, se non si seguono le regole della corretta esposizione si rischia di abbassare le difese immunitarie con danni permanenti alle cellule. E a farne le spese sono i più piccoli.”

Prevenzione in età pediatrica

Le scottature in età pediatrica sono un fattore che predispone al melanoma, tumore maligno della pelle, che si sviluppa dal melanocita: dalla cellula adibita alla produzione di melanina che, a sua volta, è responsabile del colore della pelle. E i numeri parlano chiaro. Secondo i dati della Campagna di sensibilizzazione IMI “Il Sole per Amico” si brucia ancora il 9,4% dei bambini. Non solo: se da un lato negli ultimi 15 anni è aumentato del 14,7% l’uso di creme solari (dal 71,1% all’85,8%) e dell’11,1% (dal 19,7% al 28,8%) l’uso della maglietta ogni volta che si sta al sole, dall’altro il cappello invece non viene considerato un mezzo di protezione tanto che è aumentato del 6,6% chi non lo usa mai (dal 20,9% al 26,5%).

Occhi, capelli e pelle

Occhi grigi, azzurri o marrone verdi. Capelli biondi o rossi, pelle chiara con efelidi e nei sulle braccia. È questo l’identikit dei bambini italiani più esposti alle scottature. Chi ha gli occhi chiari o marrone/verde corre un rischio solo lievemente più alto di bruciarsi al sole, ma l’eventualità cresce sensibilmente per chi ha più di 20 nei sulle braccia e addirittura raddoppia per chi ha una pelle molto chiara rispetto a chi ne ha una scura. Complessivamente il 25,5% del campione dei 12.188 alunni di 66 scuole in 52 città intervistati per la Campagna ‘Il Sole per Amico” ha subito almeno una scottatura solare nel corso della vita (età media alla prima scottatura 5,7 anni) e il 23,3% episodi di esposizione solare intensa durante l’anno responsabili di bruciature nel 9,4% dei casi.

Le protezioni utilizzate

Il 75,6% dei bambini ha trascorso le vacanze lontano dal luogo di residenza. Il 87,7% è stato al mare, il 30,3% in montagna, il 12,4% è stato in settimana bianca e l’8,2% vacanze in altri luoghi. Per quanto riguarda le protezioni, il 73,5% dei genitori ha affermato di aver fatto indossare ai figli il cappellino qualche volta o sempre, il 73,6% di aver fatto usare la maglietta, il 54,2% gli occhiali da sole e l’85,8% di aver sempre spalmato le creme solari. Il 84,2% dei bambini ha usato un fattore di protezione alto e solo l’1,1% un fattore basso.

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