riflessione

La mobilità sostenibile in Italia? Viaggia a rilento

E’ quanto emerge dalla prima edizione del Forum Nazionale Mobilità di Legambiente

La mobilità sostenibile in Italia? Viaggia a rilento
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In Italia la mobilità sostenibile viaggia a rilento. Ad affermarlo è Legambiente con la I edizione del Forum Nazionale Mobilità “Dalle politiche urbane a quelle industriali. Quale futuro per la mobilità in Italia?”, organizzato a Roma in partnership con Enel. A pesare in primis il taglio delle risorse destinate al settore. I dati parlano chiaro: nessun fondo previsto nella legge di bilancio 2024 per il trasporto rapido di massa, per la ciclabilità e la mobilità dolce, l’87% delle risorse infrastrutturali è stato destinato al Ponte sullo Stretto fino al 2038, mentre per il Fondo Automotive le risorse sono state dimezzate passando dagli 8,7 miliardi inizialmente previsti entro il 2030 a soli 450 milioni nel 2025 e 200 milioni annui per gli anni successivi.

Mobilità sostenibile in Italia: la situazione

La nostra Penisola, inoltre, continua a detenere il primato per il più alto tasso di motorizzazione dell’Ue: 694 autovetture per 1.000 abitanti (571 la media Ue), con città dove l’emergenza smog è cronica, e a restare indietro rispetto alle capitali europee in fatto di km di linee metropolitane, tram e ferrovie. Buone notizie riguardano, invece, le colonnine elettriche – il Paese vanta 64.391 punti di ricarica, più di UK, Francia e Germania – e merita una menzione l’impegno di diverse città italiane che, pur tra mille difficoltà, optano per soluzioni più sicure, accessibili e a basso impatto ambientale come accade ad esempio a Milano, Roma e Messina.

La campagna Città2030

Attenzione anche ai dati di bilancio che emergono dalla campagna Città2030. Nessuna delle città esaminate – tutti capoluoghi di regione e provincia, tranne Olbia – rispetta i futuri limiti della direttiva europea sulla qualità dell’aria prevista per il 2030. Nei prossimi cinque anni, ciascuna dovrà impegnarsi per ridurre le concentrazioni di PM10 (dal 3% al 35%) e di NO2 (dal 5% al 40%). Il tasso di motorizzazione rimane molto elevato, con un picco di 78 auto per 100 abitanti a Olbia e un minimo di 48 a Genova, passando per Roma (66), Milano (52,5) e Napoli (61); valori decisamente superiori agli standard delle città europee come Barcellona (41), Londra (36), Amsterdam (25,7) e Parigi (25). Questo alto tasso coincide con una mobilità fortemente sbilanciata verso l’auto privata, utilizzata almeno dal 30% della popolazione, con picchi dell’81,3% a Olbia, 65% a Reggio Calabria e 59,3% a Roma.

Auto e incidenti stradali

Si tratta di percentuali ben lontane da città come Parigi, dove solo il 4,3% dei cittadini sceglie l’auto per i propri spostamenti. Restano alti i dati sugli incidenti stradali: la maggioranza di questi avviene su strade urbane (sulle strade del territorio provinciale, 86% a Prato, 85% a Genova, 82% a Milano), con un rapporto morti e feriti per 1.000 abitanti che raggiunge picchi di 8,4 a Firenze e Genova, mentre a Roma si attesta a 6,1, a Milano a 7,3 e a Napoli a 3,4. Se il trend attuale di riduzione non accelererà, nessuna città raggiungerà l’obiettivo previsto dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale (PNSS), ovvero dimezzare il numero di decessi dei feriti gravi sulle strade entro il 2030.

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