Giornata nazionale del paesaggio 2025: attenzione al consumo di suolo
Nell’ultimo mezzo secolo è scomparsa una superficie agricola pari a 12 milioni di campi da calcio

Il 14 marzo si celebra la Giornata nazionale del Paesaggio istituita, con Decreto ministeriale 7 ottobre 2016 n. 457, con l’obiettivo di contribuire a “promuovere la cultura del paesaggio in tutte le sue forme e a sensibilizzare i cittadini sui temi ad essa legati, attraverso specifiche attività da compiersi sull’intero territorio nazionale mediante il concorso e la collaborazione delle Amministrazioni e delle Istituzioni, pubbliche e private”. Questo anno, in particolare, ricorre il 25 anniversario della “Convenzione europea del paesaggio” adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente il 19 luglio 2000 ed ufficialmente sottoscritta nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze il 20 ottobre 2000. Durante la 12esima Conferenza per l’attuazione della Convenzione del Paesaggio del Consiglio d’Europa, tenutasi a Strasburgo il 29 e 30 ottobre 2024, è stato sottolineato come la Convenzione sul paesaggio del Consiglio d’Europa celebrerà il suo 25° anniversario il 20 ottobre 2025.
Giornata nazionale del paesaggio 2025
Secondo Coldiretti per difendere il paesaggio è necessario fermare il fenomeno del consumo di suolo e del dissesto idrogeologico che vede oggi quasi un quinto del territorio italiano (18%) classificato come ad alto rischio di frana e alluvione, aggravando gli effetti del maltempo e dei cambiamenti climatici, con gravi ripercussioni per l’economia e la vita delle persone. E’ quanto afferma l’associazione, sulla base di dati Ispra. Su una superficie nazionale di 302.068 km2 sono ben 55.609 i km2 classificati tra le aree a maggiore pericolosità di frane e alluvioni, dove risiedono quasi tre milioni e mezzo di famiglie. Un fenomeno – denuncia Coldiretti – spinto dall’erosione di terra fertile e dalla copertura artificiale del suolo che fa sparire in Italia due terreni agricoli al giorno, secondo una stima Coldiretti su dati Ispra.
Una tendenza che va arginata
Il risultato è che nell’ultimo mezzo secolo è scomparsa una superficie agricola pari a 12 milioni di campi da calcio, causando lo spopolamento delle aree interne e montane e facendo mancare quel quotidiano presidio garantito dagli agricoltori che assicurano una costante manutenzione del territorio, l’argine più efficace al pericolo dissesto.