Consumo di antibiotici in aumento: i dati del Rapporto AIFA 2025
L’indagine si riferisce al 2023 e si notano picchi anche del 40% nei mesi invernali

Il consumo di antibiotici è in aumento, con picchi anche del 40% nei mesi invernali che fanno presumere un loro uso improprio contro virus influenzali e para-influenzali, rispetto ai quali sono inefficaci. I numeri del Rapporto AIFA sul consumo degli antibiotici nel 2023 mostrano come ci sia ancora molto da fare per combattere la pandemia silente dei batteri sempre più resistenti alle terapie farmacologiche. Il Rapporto, in un’ottica One Health e come previsto dal Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza, fornisce, oltre a un’analisi dettagliata dei consumi di antibiotici in ambito umano, anche un confronto con i consumi in ambito veterinario e delle analisi di correlazione tra i consumi di antibiotici e le resistenze.
Consumo di antibiotici in aumento: l’analisi
Quasi la metà della popolazione geriatrica che ne fa uso almeno una volta l’anno con punte di oltre il 60% al Sud. Impennata di prescrizioni in età pediatrica. Consumi in aumento anche in ambito ospedaliero, dove più che altrove circolano i batteri resistenti alle terapie antimicrobiche. Record europeo di consumi degli antiacidi dello stomaco che alterando la flora batterica intestinale possono favorire la selezione di germi resistenti. E così il “Drug Resistence Index” (DRI), che combina in un’unica misura il consumo di antibiotici e la resistenza ai farmaci, aumenta nella maggior parte delle Regioni per alcuni importanti microorganismi come Escherichia coli, Streptococcus pneumoniae ed Enterococcus faecium, minacciando di mietere ancora più vittime rispetto ai 12mila decessi stimati in Italia dall’ECDC, il Centro europeo per il controllo delle malattie.
I dati riferiti al 2023
Nel 2023 il consumo complessivo di antibiotici per uso sistemico, pubblico e privato, è stato pari a 22,4 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, con un aumento del 5,4% rispetto al 2022 e una variazione ancor più elevata se si considerano solo gli antibiotici dispensati a livello territoriale (+6,3%). Un andamento in controtendenza rispetto al decremento dei consumi in assistenza convenzionata del 14,4% osservato nel periodo 2013-19, al -23,6% nel biennio 2019-20 e al calo del 4% nel 2021. Anche il consumo di antibiotici per uso non sistemico, ossia locale, che è stato pari a 28 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, ha registrato un aumento del 4,3% rispetto al 2022.
Il confronto con l’Europa
Nel confronto europeo il consumo complessivo di antibiotici a livello territoriale colloca l’Italia al settimo posto tra i Paesi con i maggiori consumi, con livelli superiori alla media europea di oltre il 15%. Stesso discorso per i consumi in ambito ospedaliero, dove l’Italia occupa la sesta posizione in ambito Ue. Le differenze non sono solo relative all’ammontare di antibiotici consumati, ma anche all’appropriatezza prescrittiva: il nostro Paese presenta, infatti, un rapporto del consumo di molecole ad ampio spettro rispetto a quello di molecole a spettro più ristretto molto più elevato rispetto alla media europea (13,6% contro il 5,5%) e in ambito ospedaliero una percentuale più alta del consumo di antibiotici ad ampio spettro o di ultima linea sul totale del consumo in questo setting assistenziale (52,5% contro il 40,15%).