l'analisi

Chi soffre di emicrania? Arriva l’identikit


Questa patologia è molto comune, si stima colpisca fino al 24% della popolazione italiana

Chi soffre di emicrania? Arriva l’identikit
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Chi soffre di emicrania? Arriva l’identikit. E’ quanto emerge dal primo report dello studio osservazionale volto alla definizione del “Registro Italiano dell’Emicrania I-GRAINE”, progetto promosso dall’IRCCS San Raffaele, presentato nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nei giorni scorsi in Senato. L’emicrania è una patologia molto comune. Si stima colpisca fino al 24% della popolazione italiana, ovvero ben 15 milioni di persone. Rappresenta la terza patologia più frequente nell’uomo, oltre che la seconda più disabilitante. Più di 4 milioni di persone nella nostra nazione hanno almeno 5 episodi di emicrania al mese, arrivando in alcuni casi a sperimentare mal di testa ogni giorno.

Chi soffre di emicrania?

Il paziente emicranico che afferisce ai centri cefalee italiani è una donna di 45 anni, con scolarità superiore, sposata, con almeno un figlio, lavoratrice. Non pratica sport, ha disturbi del sonno e spesso presenta altre comorbilità. Ha una storia di malattia di circa 27 anni e presenta in media 9.6 giorni al mese di emicrania con intensità e disabilità molto elevate. Solo il 38.1% dei pazienti aveva già consultato un centro cefalee (in media 1.25 centri).  Un paziente su 9 (11.2%) ha avuto in media 1.7 accessi al Pronto Soccorso nell’anno corrente per l’emicrania. Negli ultimi tre anni, il 66.7% dei pazienti ha già eseguito almeno una visita specialistica (in media 3.5 visite/paziente), in oltre il 70% dei casi per scelta autonoma. Nel 64.9% dei casi lo specialista consultato non è quello corretto. Nel 52% le visite sono a carico del SSN.

Accertamenti e cure

Negli ultimi 3 anni, il 77.4% dei pazienti ha eseguito almeno 1 accertamento diagnostico strumentale, con una media di 2.4 accertamenti a paziente (nella maggior parte dei casi si tratta di ripetizione di TC o RM encefalo). Nel 25% dei casi gli accertamenti eseguiti sono inopportuni perché non diagnostici. Nella stragrande maggioranza dei casi (81.7%) tali accertamenti sono a carico del SSN. Gli analgesici tradizionali sono efficaci solo in un caso su due. Al momento della visita il 78% dei pazienti sta eseguendo una terapia profilassi. La risposta alle profilassi tradizionali è scarsissima (dal 5.4% al 35% dei casi) mentre ottima quella agli anticorpi monoclonali (fino al 79% di casi).

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