importante

Acqua in Italia, due cittadini su tre sono attenti agli sprechi

Quasi un terzo non si fida di bere l’acqua del rubinetto

Acqua in Italia, due cittadini su tre sono attenti agli sprechi
Pubblicato:

Acqua in Italia, due cittadini su tre sono attenti agli sprechi. In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e celebrata ogni anno il 22 marzo, Istat ha pubblicato un approfondimento integrato sul tema. Che cosa è emerso? Nel 2022 in alcune aree del Paese rimane elevata la frammentazione gestionale dei servizi idrici per uso civile. Nel 2023 sono state adottate misure di razionamento dell’acqua in un terzo dei capoluoghi di provincia/città metropolitana del Mezzogiorno. Un quarto della spesa per la protezione dell’ambiente nel 2022 è destinato ai servizi di gestione delle acque reflue. Nel 2022 i prelievi di acque minerali naturali a fini di produzione sono in lieve flessione rispetto all’anno precedente (-0,8%). Nell’annata agraria 2019/2020 l’autoapprovvigionamento idrico è utilizzato per più di un terzo delle superfici agricole irrigate.

Acqua in Italia, attenzione a non sprecarla

Nel 2024, il 37,9% degli individui di 14 anni e più si dichiara preoccupato per l’inquinamento delle acque (fiumi, mari, laghi, falde), valore che sale al 39,8% al Nord-ovest, mentre nel Sud si attesta al 35,7%. Una maggiore sensibilità sul tema viene espressa dai giovani tra i 14 e i 24 anni (40,3%) rispetto agli over 55enni (36,0%). L’incidenza di quanti si preoccupano di questo problema è inoltre maggiore tra coloro che abitano in Comuni di periferia di città metropolitana (38,7%) e nei Comuni con più di 50mila abitanti (39,1%). Nel 2024, quasi il 70% delle persone di almeno 14 anni dichiara di prestare attenzione a non sprecare acqua, a conferma della diffusa consapevolezza della necessità di una corretta gestione delle risorse naturali. Permangono però differenze regionali significative, con quote che assumono il valore minimo in Calabria (62,8%) e massimo in Sardegna (75,0%).

Il giudizio sui costi

Oltre la metà delle famiglie (53,7%) considera adeguati i costi sostenuti per l’erogazione dell’acqua in Italia ma ben il 39,8% li giudica elevati. Alti livelli di insoddisfazione per l’entità della spesa si rilevano nelle Isole (55,2%), nel Sud (45,6%) e nel Centro (42,0%); più contenuti nel Nord-ovest (34,2%) e nel Nord-est (29,4%). Nel 2024 il 76,2% delle famiglie valuta molto o abbastanza soddisfacente la qualità dell’acqua in termini di “odore, sapore e limpidezza” (l’86,4% nel 2023). Le famiglie insoddisfatte sono il 23,8% del totale nazionale, ma la quota è sensibilmente più alta in Sicilia (37,2%), Calabria (34,4%) e Sardegna (33,9%).

E l’acqua del rubinetto?

Nel 2024, le famiglie che dichiarano di non fidarsi di bere l’acqua del rubinetto sono il 28,7%. Il dato è stabile rispetto al 2023, pur nel contesto di una progressiva riduzione delle preoccupazioni rispetto a venti anni fa (40,1% nel 2002). Permangono però notevoli differenze sul piano territoriale, passando dal 18,4% nel Nord-est al 49,5% nelle Isole. A livello regionale, le percentuali più alte si riscontrano in Sicilia (50,0%), in Sardegna (48,2%) e in Calabria (39,9%). La popolazione che risiede nei Comuni centro dell'area metropolitana o in Comuni piccolissimi (sotto i 2mila abitanti) manifesta meno sfiducia nel bere l’acqua del rubinetto (rispettivamente 25,2% e 26,0%).

Il ruolo dei cambiamenti climatici

Gli effetti dei cambiamenti climatici e/o dell’effetto serra rientrano tra i cinque problemi ambientali che preoccupano di più le persone con almeno 14 anni: indicati dal 69,2% degli individui intervistati nel 2024, il valore rimane stabile rispetto all’ultimo triennio (Figura 10). Livelli massimi di preoccupazione sono espressi nel Nord-ovest e nel Centro (rispettivamente 70,3% e 70,4%), minimi (67,7%) nel Sud. Il 28,5% delle persone di 14 anni e più si dichiara preoccupata per il dissesto idrogeologico (alluvioni, frane e valanghe) e la quota sale al 32,4% tra le persone con più di 55 anni di età. Complessivamente il valore nazionale è in crescita di due punti percentuali rispetto al 2023. In particolare, l’aumento è di circa cinque punti percentuali nel Nord e addirittura di circa nove in Emilia-Romagna, Regione duramente colpita dagli eventi alluvionali degli ultimi due anni.

Seguici sui nostri canali