L'amministrazione degli edifici condominiali nelle grandi città
L’espansione urbanistica nell’hinterland metropolitano e la presenza, sempre crescente, di grandi edifici in comproprietà ha prodotto un’evoluzione nel ruolo dell’amministratore di condominio, che non è più solo il referente per gli affari comuni, svolge attività che investono anche altri settori, come quello tecnico e quello legale.
Nuove competenze per nuove esigenze
La direzione degli immobili in condominio è un’attività che, fin dalla nascita dei primi edifici in comproprietà, viene affidata all’amministratore: la presenza di questo professionista, specializzato nella gestione degli affari comuni, viene definita dalla Legge come obbligatoria quando i condomini siano più di otto.
Il ruolo dell’amministratore, principalmente di rappresentanza ma con risvolti esecutivi importanti, risulta oggi implementato da nuovi poteri, esercitati per far fronte a esigenze di carattere pratico derivanti dal sorgere di condomini sempre più grandi.
L’ampliamento delle competenze conduce a un mutamento di ruolo dell’amministratore condominiale che non è più la figura, tipicamente conosciuta, di mero esecutore materiale degli atti dovuti (come la riscossione delle singole quote versate dai condomini e la relativa gestione finanziaria dei fondi comuni per assicurare l’erogazione di servizi utili), ma assume una posizione attiva molto più accentuata, rispetto al passato.
Verso questa nuova direzione si svolge l’attività di CB Amministrazioni, studio professionale specializzato nella gestione condominiale degli edifici, che esercita la sua attività a Milano e Torino.
Le competenze acquisite attraverso un’esperienza di lavoro trentennale, permettono ai professionisti operanti all’interno dello studio di offrire un’amministrazione condominiale a 360°, comprensiva di tutte le questioni inerenti alle parti comuni degli edifici e accompagnata da un’attività informativa e di supporto, rivolta agli assistiti.
L’esercizio sinergico degli affari comuni
I grandi edifici in comproprietà, presenti specialmente nei territori delle città metropolitane, hanno esigenze gestionali diverse, giustificate dall’elevato numero di appartamenti in comproprietà e dal conseguente, aumentato volume di affari comuni.
Il riscontro a questo mutamento si nota nell’ampliamento delle competenze assegnate all’amministratore, ma non solo: anche le modalità con cui svolge la sua attività diventano più agili e flessibili, dato che l’amministratore condominiale si trova oggi molto spesso ad affrontare compiti di carattere tecnico ed esecutivo, oltre che conoscitivo.
L’introduzione dei Bonus governativi in tema edilizio, per esempio, aumenta l’esigenza di informazione ed è proprio l’amministratore che acquisisce tutti i dati utili relativi alla possibilità di usufruirne, mettendo al corrente i condomini e indicando loro le relative modalità di applicazione, anche in campo fiscale.
La rete di collaborazioni con altri professionisti e con imprese qualificate permette, poi, all’amministratore di prendere i necessari provvedimenti in tempi più rapidi, programmando gli interventi da effettuare nell’edificio; molto spesso estende la sua attività oltre la consueta direzione dei lavori, effettuando controlli di carattere economico che investono il campo dell’opportunità, in merito alla esecuzione o alla prosecuzione dei lavori.
Amministratore condominiale: un’evoluzione indotta
Nella sostanza, dunque, il ruolo dell’amministratore di condominio appare molto cambiato: adattandosi ai tempi nuovi, si inserisce in nuovi scenari, mostrando come la sua figura assuma oggi un tono che potrebbe essere definito come "manageriale" e va oltre la normale amministrazione, svolgendo un ruolo rappresentativo ed esecutivo che interessa diversi settori e si articola in differenti attività.
Nel nostro Paese, il riferimento legislativo di tale cambiamento può essere individuato nelle nuove norme introdotte con la recente "Riforma del Condominio" (approvata dal Senato della Repubblica il 20 novembre 2021).
L'attuale disciplina degli affari comuni è ispirata, infatti, a una visione contemporanea della gestione condominiale: modificando alcuni articoli del Codice Civile, ha ampliato le competenze e i poteri dell’amministratore, assegnandogli - di conseguenza - maggiori responsabilità.