62ª edizione

Il Salone del Mobile.Milano si fa interprete del cambiamento

La presidente Maria Porro racconta le novità di questa edizione, tra neuroscienze e intelligenza artificiale, nuovi format e percorsi, programma culturale e piattaforma digitale

Il Salone del Mobile.Milano si fa interprete del cambiamento
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Dal 16 al 21 aprile, presso Fiera Milano Rho, si svolge la 62ª edizione del Salone del Mobile.Milano.

“Cogliere le nuove tendenze, l’evoluzione di un intero settore coinvolgendo e ascoltando le community vicine e lontane, identificando nuovi approcci, metodologie e tecnologie, sperimentando, in una espressione stare sulla frontiera: questa l’ambizione ancora oggi del Salone del Mobile”.

Così aveva affermato Maria Porro, presidente del Salone del Mobile.Milano, durante la conferenza stampa di presentazione della 62ª edizione. E lei stessa ci racconta le novità di quest’anno.

Salone del Mobile.Milano, il futuro del design

Presidente Porro, il Salone 2024 prosegue sulla strada dell’innovazione per quanto riguarda il format e il layout iniziato l’anno scorso: vuol dire che il 2023 è stato un successo?

“Sì, possiamo dire che Euroluce è stata una sfida vinta. I tanti riscontri che abbiamo avuto ci riportano che chi ha visitato la Biennale l’ha molto apprezzata. Sia per i percorsi più a misura d’uomo e capaci di dare visibilità a tutte le aziende espositrici sia per il contenuto culturale che era concentrato in questi padiglioni. La lezione che ci portiamo a casa è che le innovazioni che stiamo mettendo in atto sono necessarie e sono quelle corrette. Questo ci dà la forza di dire che c’è davvero bisogno di alzare l’asticella, di spingere sull’acceleratore dell’innovazione e che il Salone, come palcoscenico prediletto dalle aziende del settore, deve farsi interprete del cambiamento”.

E quindi quali sono le novità nell’esperienza di visita quest’anno?

“Come l’anno scorso, la nuova urbanistica dei padiglioni è stata pensata per apportare ulteriori benefici a chi vive e attraversa il Salone: al centro sarà il visitatore e quindi maggior chiarezza dei percorsi ma anche equilibrata visibilità e riconoscibilità per tutti gli espositori. Lo scopo è creare condizioni migliori per dare luogo e forma a contenuti speciali che possano rimodulare il ritmo serrato con cui solitamente si affronta una kermesse fieristica, con spazi di approfondimento culturale, luoghi di distensione, momenti di incontro: un modo diverso di vivere la fiera oltre la sua dimensione commerciale. E quest’anno la proposta sarà diffusa su tutti i padiglioni (a differenza di City of Lights che accadeva interamente a Euroluce) perché studiata proprio per coinvolgere il visitatore, con tutta la sua bellezza, lungo l’intero percorso di visita”.

Maria Porro

Come le neuroscienze e l’intelligenza artificiale si sposano con una fiera dedicata al design e all’arredamento?

“Neuroscienze e intelligenza artificiale sono strumenti di supporto molto potenti. Grazie all’intelligenza artificiale possiamo metterci in ascolto di un’intera comunità, quella del design, per capirne meglio bisogni, desideri, emozioni, tracciando le conversazioni che avvengono online. Questa nuova modalità di contatto è essenziale per far evolvere la fiera mettendo al centro la persona e la sua esperienza. Grazie alle neuroscienze oggi possiamo testare in anteprima il nuovo layout fieristico per garantire una visita in fiera più efficiente, permettiamo ai visitatori di concentrarsi sulle informazioni realmente rilevanti, migliorando la loro capacità di orientarsi e di ricordare gli stand visitati. Inoltre, la nuova disposizione dei percorsi, ispirandosi alla conformazione delle città italiane che hanno il loro baricentro nelle piazze, negli spazi pubblici e nei luoghi di interesse, permetterà ai visitatori di avere più energie mentali per poter vivere al meglio i contenuti della fiera, sia quelli commerciali, sia quelli culturali”.

Quali sono le vostre aspettative sul fronte dei visitatori?

“Ci aspettiamo tante presenze, da tutto il mondo, ma soprattutto presenza di qualità, in grado di attivare relazioni di business di valore”.

Il Salone non è solo un momento di esposizione ma un evento di riflessione e confronto sulle tendenze del mercato: questo lo scopo del programma culturale, delle installazioni, dei talk e delle tavole rotonde?

“Ricordiamoci che design e arredamento si nutrono di sociologia, scienza, ricerca tecnologica, arte, fotografia, comunicazione, digitale, editoria e tanto altro ancora. È da questa profondità di orizzonte, da questa continua osmosi tra ambiti che si arricchiscono, evolvono e migliorano. Il nuovo progetto culturale unitario ma diffuso, le stanze per pensare di David Lynch, l’installazione di Salotto NY, che ci porta sott’acqua e tra poesia e numeri per fare il punto sullo stato dell’arte dell’industria del bagno, i talk con tanti ospiti tra cui il premio Pritzker Francis Kéré e le performance visionarie di artisti e food designer: tutto è stato pensato per offrire al visitatore e all’espositore un’esperienza eccezionale per contenuto e contenitore, che induca il confronto e allarghi visioni”.

Da anni portate avanti il vostro impegno sul piano della sostenibilità: quali ulteriori passi e novità ci saranno in questa edizione?

“Il Salone del 2024 si propone di affrontare il tema in modo completo e trasversale, ponendo al centro concetti quali il riuso, la rigenerazione, la circolarità, il risparmio di risorse materiali ed energetiche. E questo lo sta facendo in vari modi: abbiamo, per esempio, appena rinnovato la Politica di Sostenibilità, alzando l’asticella degli obiettivi e di un coinvolgimento sempre più attivo e responsabile di tutta l’organizzazione; abbiamo individuato fornitori certificati o in grado di fornire soluzioni e materiali riciclabili o riutilizzabili per la realizzazione delle parti comuni e delle installazioni culturali e riutilizziamo alcuni degli allestimenti dell’anno scorso tra cui l’Arena e il Bookshop Corraini; abbiamo eliminato la moquette nei corridoi e nelle aree comuni; inviamo una serie di guideline green agli espositori per promuovere iniziative e soluzioni di allestimento che garantiscano una maggiore responsabilità ambientale e sociale; e, infine, quest’anno attiveremo una collaborazione con Banco Alimentare e Fiera Milano per la raccolta delle eccedenze alimentari dell’evento”.

Ormai il digitale è parte integrante dell’esperienza di visita e fa vivere il Salone tutto l’anno: la piattaforma online si conferma cruciale?

“Assolutamente sì, il digitale è il nostro megafono 365 giorni all’anno e un supporto incredibile durante i giorni di apertura del Salone. Con il ricco programma editoriale che dà voce ad aziende e progettisti e attiva collaborazioni con le riviste del settore raccontiamo il design tutto l’anno; con i servizi digitali che vanno dalla biglietteria, al wayfinding fino alla possibilità di salvare i prodotti preferiti visti in fiera diamo al visitatore un supporto per organizzare e vivere al meglio la propria esperienza di visita”.

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