"Votate Giorgia": Meloni scommette su se stessa per le Europee (e presenta il conto a Salvini)
La premier ha sciolto le sue riserve. Le accuse di Renzi e intanto il Governo si avvia a un inevitabile corposo rimpasto
Alla fine Giorgia ha detto sì. Sì, Giorgia, perché è questa l'indicazione di voto che la leader di Fratelli d'Italia ha dato ufficializzando la sua candidatura alle elezioni Europee di sabato 8 e domenica 9 giugno.
Dunque Giorgia e non Meloni. Come era stato annunciato da tempo la riserva sulla "discesa in campo" della premier è stata sciolta a fine mese, dopo le elezioni in Basilicata, in occasione dell'assemblea programmatica di Fratelli d'Italia che si è svolta nel fine settimana a Pescara:
"Sono pronta a scendere in campo per questa competizione europea, a metterci la faccia e a confrontarmi, come sempre, con il giudizio del popolo italiano. Sulla scheda scrivete solo Giorgia".
Meloni per le Europee, ma la "partita" è sul Governo
Dopo Renzi (Italia Viva, che però ora ha rimesso in forse la sua candidatura), Tajani (Forza Italia), Schlein (Pd) è arrivato dunque anche il sì alle tornata elettorale per le Europee di Giorgia Meloni.
In attesa di Carlo Calenda (Azione - Renew Europe), Meloni è il quarto leader di partito che si candida per il Parlamento Europeo.
Carlo Calenda, leader di Azione
Ma la candidatura del presidente del Consiglio e leader di Fratelli d'Italia ha una chiave di lettura ben più ampia di quella che può riguarda il "volto diverso" che si vuol dare all'Europa dei prossimi anni.
La "conta" su se stessa, il "conto" a Salvini
Da un lato Meloni vuole "tenere alto" il consenso di FdI per la prima volta nei giorni scorsi in calo dalle Politiche del settembre 2022.
Non è suonato nessun campanello d'allarme, ma il riscontro degli ultimissimi sondaggi nazionali unito al risultato non eccezionale in Basilicata (FdI al 17%, anche se comunque primo partito) hanno probabilmente tolto i rimanenti dubbi alla premier.
Nessuno all'interno degli ex An pensa che il "matrimonio" con gli italiani sia finito, ma è sentimento comune che è meglio tener la barra e continuare a dare energia e benzina a un partito che non ovunque sfonda in maniera clamorosa e non ovunque ha candidati e rappresentanti all'altezza dei "big".
Ma la strategia della premier è con tutta probabilità ancor più "sottile" e "fine" politicamente: la conta su se stessa e il suo partito è considerato da molti il viatico per presentare il conto al leader della Lega Matteo Salvini.
L'accusa di Renzi: in Europa sulla pelle degli italiani
Ne è convinto il leader di Italia Viva, l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi che ieri sera a Dritto e Rovescio su Rete4 intervistato da Paolo Del Debbio, ha attaccato Meloni e gli altri big che si sono candidati alle Europee:
"Solo in Italia ci sono politici che si candidano per il Parlamento europeo dicendo che comunque non ci andranno mai. Che scandalo. Noi di Stati Uniti d’Europa siamo orgogliosamente diversi".
E ancora:
"Si fa un gran discutere di candidature per le Europee. Io penso una cosa semplice: chi si candida per Strasburgo, se viene eletto, deve andare a Strasburgo. Le candidature “prendi i voti e scappa” non sono serie. Chi le fa considera i cittadini dei “citrulli” da prendere in giro. Le liste che mettono candidati finti non sono liste serie. Giorgia Meloni chiede di votarla per le Europee ma sa perfettamente che non andrà al Parlamento Europeo. A lei non interessa contare davvero in Europa: le serve contarsi in Italia. Non è una statista, è un’influencer".
Salvini "accerchiato", cosa succederà dopo il 9 giugno
Ecco allora che da questi ragionamenti è arrivata la riflessione sui rapporti tra gli "amici-rivali" e sulle dinamiche interne alla coalizione di Centrodestra che guida il Governo.
Perché sembra ormai assodato che Salvini non è più solo accerchiato dagli "scontenti" della Lega che non passa giorno dove non manifestino il loro malcontento (la candidatura del generale Vannacci alle Europee potrebbe essere ben più della classica goccia che fa traboccare il vaso), ma anche da Antonio Tajani e Forza Italia e, soprattutto, da Giorgia Meloni.
E in questo senso Renzi davanti alle telecamere di Rete4 è stato chiarissimo:
"Alla Meloni non interessa contare in Europa, interessa contarsi in Italia. Lei dice: prendo un sacco di voti e il giorno dopo a Salvini gli faccio…un bel discorsetto, questo è quello che vuole fare, i conti attraverso le Europee per poi regolare i suoi rapporti con Salvini. In fondo, andrebbe anche bene, piuttosto che continuare a litigare".
Governo verso un rimpasto annunciato
Tradotto, dopo il 9 giugno il Governo si avvia a un ormai inevitabile rimpasto che viene dato per certo da tutti e non si limiterà a uno o due tasselli, ma si concretizzerà nel massimo consentito senza dover passare dalla fiducia del Parlamento o da una presa di posizione del Presidente della Repubblica.
I ministeri che dovrebbero cambiare "titolare" si annunciano almeno cinque o sei e se davvero l'esito elettorale di giugno vedrà una debacle della Lega (con tra l'altro Forza Italia che scalpita), la composizione dell'Esecutivo verrebbe notevolmente cambiata nei volti e nelle "quote" politiche.