Vertice Nato, Meloni: "Impegno necessario e sostenibile: non chiederemo un euro in più agli italiani"
Lega fuori dal coro, Bagnai sull'aumento della spesa militare: "Obiettivo irraggiungibile e insostenibile"
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Il verticeNATO svoltosi all’Aja si è concluso con l’impegno congiunto degli Alleati a rafforzare la sicurezza collettiva, in un contesto geopolitico sempre più complesso e instabile. La presidente del Consiglio GiorgiaMeloni ha definito l'incontro “un momento importante”, sottolineando la compattezza dell’Alleanza Atlantica e l’approvazione di impegni “significativi ma sostenibili” anche per l’Italia.
Meloni rassicura: "Costi sostenibili"
Meloni ha rassicurato che l’aumento della spesa per la difesa non peserà sui cittadini.
"Non verrà sottratto nemmeno un euro alle priorità del governo e dei cittadini italiani. Le spese sono necessarie per rafforzare la nostra difesa e sicurezza".
Giorgia Meloni
La premier ha chiarito che per il 2026 non è prevista l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità per coprire le spese militari.
"I costi sono sostenibili. Abbiamo fatto i nostri calcoli. Il tema non è solo quanto investiamo, ma su cosa investiamo".
Lega fuori dal coro
Nel dibattito interno alla maggioranza, si registra la voce critica del deputato leghista e responsabile economico del partito, Alberto Bagnai, che in un intervento a Coffee Break su La7 ha definito l’obiettivo NATO del 5% del PIL in spesa militare "irraggiungibile e insostenibile socialmente", soprattutto alla luce delle attuali regole di bilancio europee.
"Il problema della Difesa esiste e va affrontato – ha aggiunto – ma senza causare problemi di instabilità economica".
Alberto Bagnai
Meloni ha risposto con fermezza a questa posizione.
"Sono venuta qui dopo una risoluzione votata da tutta la maggioranza. È una decisione presa con cognizione di causa, con le valutazioni del ministro dell’Economia. Sono convinta che sia sostenibile per l’ampiezza delle spese, per l’arco temporale decennale e per l’assenza di incrementi obbligati annuali".
La premier ha inoltre sottolineato che l’Italia ha ottenuto una clausola di flessibilità che consente a ogni Stato membro di stabilire autonomamente come interpretare e affrontare le proprie minacce.
"Le minacce che affronta una nazione come l’Italia, affacciata sul Mediterraneo, sono molto diverse da quelle che affrontano i Paesi baltici. O ci fidiamo l’uno dell’altro, oppure l’imposizione di uno standard unico sarebbe dannosa per tutti".
Difesa, spesa e autonomia industriale
Durante il punto stampa, Meloni ha ribadito che l’impegno italiano – pari a un incremento dell’1,5% del PIL in dieci anni per la difesa e un ulteriore 1,5% per la sicurezza – è in linea con l’accordo firmato da tutti i Paesi membri, inclusa la Spagna. Entro il 2035, infatti, la NATO punta a un livello aggregato di spesa pari al 5% del PIL, con il 3,5% destinato alla difesa “core” e l’1,5% a investimenti complementari.
La premier ha precisato che le risorse saranno indirizzate non solo verso armamenti tradizionali, ma anche verso tecnologie emergenti, intelligenza artificiale, infrastrutture critiche, cyberdifesa e innovazione.
"La sicurezza oggi riguarda molteplici ambiti: dalla difesa dei confini all’intelligenzaartificiale. Spendere bene significa anche rafforzare l’industria nazionale".
Giorgia Meloni al Vertice Nato
Meloni ha dichiarato la volontà di coinvolgere prioritariamente le aziende italiane, lasciando aperta la possibilità di jointventure europee dove necessario.
Sul tema della difesa europea, Meloni ha ribadito la posizione del governo: no a duplicazioni, sì a cooperazione.
"Noi facciamo parte della NATO, che è il sistema di difesa occidentale. L’obiettivo è rafforzare la colonna europea dell’Alleanza, non costruire una difesa alternativa che implicherebbe o l’uscita dalla NATO o la creazione di un esercito parallelo, che oggi non esiste".
La linea dell’Italia resta quella di una difesa europea integrata nella NATO, basata su eserciti nazionali che cooperano tra loro.
Ucraina, Gaza e Iran: tre cessate il fuoco necessari
Nel corso del vertice, Meloni ha affrontato anche le principali crisi internazionali. Ha espresso soddisfazione per l’avvio di un cessate il fuoco tra Israele e Iran, definendolo “un tema su cui bisogna continuare a lavorare” e rilanciando la necessità di cessate il fuoco anche in Ucraina e a Gaza: "La situazione a Gaza è insostenibile. Serve la stessa determinazione usata per l'accordo tra Israele e Iran".
Meloni e gli altri leader al Vertice Nato
La premier ha evidenziato come il sostegno all’Ucraina sia stato riaffermato da tutti i leader.
"Il fatto che nel testo ci sia il riferimento al sostegno a Kiev è ciò che fa la differenza".
Ha inoltre richiamato l’attenzione sul fianco sud dell’Alleanza, dove l’Italia ha evidenziato minacce crescenti, incluse quelle ibride provenienti dal Mediterraneo, e la rinnovata proiezione russa nella regione.
Dazi UE-USA: "Misura al 10% non impattante"
In merito alla questione dei dazi tra UE e USA infine, Meloni ha dichiarato di essere “abbastanza d’accordo” con una misura al 10%, che “non sarebbe particolarmente impattante” per le imprese italiane. Ha inoltre ribadito l'importanza di mantenere forte l’interlocuzione economica e politica con Washington, sottolineando come "integrazione economica e alleanza militare siano due facce della stessa medaglia".