STRAGE INSOLUTA

Ustica, 44 anni dopo: "Il Governo chieda conto ai Paesi amici"

Plauso dei parenti delle vittime all'iniziativa del Capo dello Stato, Mattarella

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Ustica, 44 anni dopo: "Il Governo chieda conto ai Paesi amici"
Il Presidente Mattarella in visita ai resti del DC9

Manca un pezzo di verità, ribadiscono i famigliari delle vittime di Ustica riuniti oggi in Consiglio comunale a Bologna a 44 anni dalla strage che fece 81 vittime. Il DC9 dell'Itavia in volo dal capoluogo emiliano verso Palermo venne con tutta probabilità abbattuto durante un conflitto a fuoco nei cieli sopra il Mar Tirreno fra caccia della Nato e Mig libici, ma una verità processuale, in decenni di "muro di gomma" e depistaggi, ancora non c'è.

Come racconta èTV, emittente del nostro gruppo editoriale Netweek, i parenti delle vittime hanno partecipato oggi, giovedì 27 giugno 2024, alla cerimonia in Municipio assieme al sindaco Matteo Lepore.

 

Anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affermato in un messaggio che manca la verità chiesto che i Paesi amici collaborino:

"Nel cielo di Ustica, 44 anni or sono, si compì una strage di dimensioni immani. Rimasero uccise tutte le 81 persone a bordo del DC9 in volo da Bologna a Palermo. La Repubblica fu profondamente segnata da quella tragedia, che resta una ferita aperta anche perché una piena verità ancora manca e ciò contrasta con il bisogno di giustizia che alimenta la vita democratica.

Nel giorno dell’anniversario, desidero anzitutto rinnovare i sensi di una profonda solidarietà ai familiari delle vittime, che non si sono arresi davanti a opacità, ostacoli, distorsioni e hanno sempre cercato, pur in condizione di umana sofferenza, di fare luce sulle circostanze e le responsabilità della tragedia.

La loro opera, unita a quella di uomini dello Stato che hanno compiuto con capacità e dedizione il loro dovere, ha contribuito a diradare nebbie e a ricostruire lo scenario di quel tragico evento.

Sulla strada della ricostruzione della verità, passi significativi sono stati compiuti. Ne offre testimonianza il Museo per la Memoria di Ustica, aperto a Bologna.

La Repubblica non si stancherà di continuare a cercare e chiedere collaborazione anche ai Paesi amici per ricomporre pienamente quel che avvenne il 27 giugno 1980. Al tempo stesso la memoria è anche trasmissione, ai più giovani, dei valori di impegno civile che sorreggono la dignità e la forza di una comunità e le consentono di affrontare le circostanze più dolorose e difficili".

Il sindaco di Bologna Matteo Lepore:

“Credo che l'intervento di oggi del presente Mattarella sia molto importante. Il Capo dello Stato porta nello scenario internazionale la dignità del nostro Paese e la volontà di recuperare verità e Giustizia chiedendo conto anche ai Paesi alleati: davvero un grande segnale di impegno, di vicinanza delle istituzioni”.

Le parole di Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della Strage di Ustica:

"Siamo certi che il DC9 è stato abbattuto… Ma come è possibile che il nostro Paese non riesca a ottenere dai Paesi alleati? Non sono mica nemici la Francia, l'America, l'Inghilterra, il Belgio, che quella notte erano in cielo: cosa si facevano? Non riusciamo a farcelo dire… Non ci riesce la magistratura? Bene, che ci riesca la politica, il Governo! La magistratura fa quello che può, fa le rogatorie, mica può andare là con le armi a chiedere conto. Con le armi a chiedere conto - scherzo, esagero, avete capito - ci deve andare la politica. Ci deve andare la diplomazia a indurre comportamenti diversi, altrimenti… Me lo chiedono sempre gli studenti che visitano il nostro museo che a volte io accompagno! E allora loro loro mi dicono: allora gli facciamo l'embargo, se non ci rispondono! Noi siamo stati capaci, siamo anche oggi in grado di fare l'embargo a qualche Paese perché non ci piace quello che sta facendo, o no?

Noi ci siamo sempre rifiutati di parlare di singoli, di drammatici dolori, di parenti delle vittime che piangono. Ma i parenti delle vittime sono qui e sono insieme a noi a farla questa battaglia perché è per onorare la morte dei nostri cari che evitiamo di citare. Ma è proprio per onorarla che vogliamo a tutti i costi la verità pena la dignità del nostro Paese”.

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