VIA LIBERA

Ue, accordo sul taglio delle emissioni del 90% entro il 2040. Pichetto Fratin: “Raggiunto buon compromesso”

L'intesa è arrivata grazie a un testo di compromesso guidato dall’Italia, che ha rappresentato il fronte dei Paesi più cauti sulle modalità di attuazione del Green Deal

Ue, accordo sul taglio delle emissioni del 90% entro il 2040. Pichetto Fratin: “Raggiunto buon compromesso”

Dopo oltre 24 ore di negoziati e una lunga notte di trattative, i ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo a maggioranza qualificata sull’obiettivo climatico per il 2040: ridurre del 90% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

L’intesa, che sarà alla base del contributo europeo (Ndc) alla COP30 di Belém, in Brasile, fissa anche un quadro di flessibilità che ha consentito di superare lo stallo tra i Paesi membri.

Un compromesso costruito dall’Italia

L’accordo è arrivato grazie a un testo di compromesso guidato dall’Italia, che ha rappresentato il fronte dei Paesi più cauti sulle modalità di attuazione del Green Deal. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha definito l’intesa “un buon accordo, un buon compromesso” che “riconosce le istanze presentate dal nostro Paese”.

“Abbiamo approvato sia la legge clima che l’Ndc europeo – ha spiegato Pichetto Fratin – dopo una trattativa intensa in cui la Commissione ha riconosciuto la rilevanza e l’equilibrio delle posizioni italiane”.

Crediti di carbonio e flessibilità

Uno dei punti principali dell’intesa riguarda i crediti internazionali di carbonio, cioè gli strumenti che consentono di compensare parte delle emissioni finanziando progetti di riduzione o rimozione della CO₂ nei Paesi extra Ue. Il testo approvato prevede che fino al 5% delle emissioni possa essere compensato attraverso crediti internazionali, mentre un ulteriore 5% potrà essere acquistato dai Paesi Ue per coprire gli sforzi nazionali.

Per l’Italia si tratta di un risultato significativo: la proposta iniziale della Commissione fissava il limite al 3%.

“La Commissione ha dato disponibilità non solo ad aumentare i crediti internazionali al 5%, ma anche a inserire in fase di revisione un ulteriore 5% sui crediti domestici”, ha precisato Pichetto Fratin.

Il compromesso include inoltre lo slittamento di un anno dell’Ets 2, il sistema di scambio delle quote di emissione esteso ai settori del trasporto e del riscaldamento, ora previsto dal 2028, e per la prima volta cita i biocarburanti tra le soluzioni riconosciute nella normativa climatica.

Un accordo a maggioranza, non all’unanimità

Il via libera è arrivato a maggioranza qualificata: Slovacchia, Ungheria e Polonia hanno votato contro, mentre Belgio e Bulgaria si sono astenute. In totale, 21 Paesi membri, rappresentanti l’81,9% della popolazione europea, hanno votato a favore.

Il compromesso, raggiunto grazie alla presidenza danese, ha permesso di superare la minoranza di blocco che per ore aveva paralizzato i lavori, guidata da Roma e sostenuta da una decina di Paesi.

Gilberto Pichetto Fratin

È stata una trattativa lunga e complessa, ma costruttiva – ha dichiarato il ministro -. La Commissione ha riconosciuto che le nostre proposte erano equilibrate, soprattutto sul rinvio dell’Ets 2 e sull’inclusione dei biofuel. Abbiamo ottenuto un risultato che tutela le esigenze dei settori produttivi più esposti, mantenendo al tempo stesso alta l’ambizione climatica europea”.

Pichetto Fratin ha sottolineato che “i biocarburanti sono stati inseriti nella proposta che andrà al trilogo della legge clima” e che “la discussione proseguirà a dicembre“. L’Italia, ha aggiunto, “ha agito da ponte tra i Paesi più ambiziosi e quelli più cauti, contribuendo a un compromesso utile per tutti. L’Europa ha dimostrato che la transizione ecologica si può fare, ma con equilibrio, pragmatismo e dialogo tra Paesi“.

Il nuovo target per il 2040 è più flessibile rispetto alla proposta iniziale della Commissione, ma conferma la traiettoria verso la neutralità climatica al 2050. Il testo prevede una clausola di revisione biennale basata sulla valutazione della Commissione, e un “freno di emergenza” richiesto dalla Francia per poter adeguare gli obiettivi in caso di crisi economica o energetica.

Verso la COP30 di Belém

L’accordo arriva a pochi giorni dall’apertura della COP30 in Brasile, dove l’Ue presenterà il proprio contributo nazionale determinato (Ndc): una riduzione delle emissioni compresa tra il 66,25% e il 72,5% entro il 2035, in linea con la traiettoria verso il -90% al 2040.

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in partenza per Belém, potrà così presentare l’Unione europea come il blocco con gli obiettivi climatici più ambiziosi al mondo, nonostante le flessibilità introdotte.

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