l'annuncio

Trump telefona a Putin e gli dà appuntamento a Budapest per chiudere la guerra

Oggi Zelensky torna alla Casa Bianca per chiedere agli Usa i missili a lungo raggio Tomahawk

Trump telefona a Putin e gli dà appuntamento a Budapest per chiudere la guerra

Dopo aver promosso con successo una tregua in Medio Oriente, Donald Trump punta ora a estendere i suoi sforzi diplomatici al conflitto russo-ucraino. Il presidente degli Stati Uniti e il leader del Cremlino, Vladimir Putin, si incontreranno a Budapest – in una data ancora da definire – per avviare nuove trattative di pace sull’Ucraina.

Trump telefona a Putin e gli dà appuntamento a Budapest

L’annuncio è stato dato dallo stesso Trump, al termine di una lunga conversazione telefonica con Putin durata oltre due ore. La Casa Bianca ha definito la chiamata “positiva e produttiva”, sottolineando che i due leader hanno affrontato con “spirito costruttivo” i temi legati alla guerra in Ucraina e alle relazioni bilaterali.

Trump ha parlato di “grandi progressi” raggiunti nel corso del dialogo, pur senza entrare nei dettagli. Ha però precisato che la recente tregua in Medio Oriente “renderà più semplice arrivare a una conclusione anche per questo altro inglorioso conflitto”, riferendosi all’invasione russa dell’Ucraina.

Secondo il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, sarebbe stato proprio Trump a scegliere la capitale ungherese come sede del futuro vertice. Il primo ministro Viktor Orbán, vicino sia a Trump sia a Putin, ha confermato la disponibilità dell’Ungheria a ospitare l’incontro, definendolo “una grande notizia per tutte le persone nel mondo che hanno a cuore la pace”.

Per preparare il terreno al faccia a faccia, la prossima settimana si terranno consultazioni russo-americane di alto livello. La loro organizzazione sarà avviata da un’imminente telefonata tra il segretario di Stato statunitense Marco Rubio e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

Alla vigilia dell’incontro con Zelensky: gelo sui missili Tomahawk

La telefonata tra Trump e Putin – l’ottava dall’inizio del 2025 – è avvenuta alla vigilia di un altro appuntamento cruciale: l’incontro di oggi, 17 ottobre 2025, nello Studio Ovale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Al centro del colloquio figura la possibile fornitura a Kiev di missili Tomahawk a lungo raggio, capaci di colpire in profondità il territorio russo.

Putin, riferisce Ushakov, avrebbe avvertito Trump che un eventuale invio di questi missili “non cambierebbe la situazione sul terreno, dove Mosca mantiene l’iniziativa sull’intera linea di contatto”, ma rischierebbe di “danneggiare gravemente le relazioni bilaterali” e di compromettere il negoziato per la pace.

Il presidente russo ha comunque riconosciuto l’importanza del dialogo con Washington, ritenendo che il contatto diretto con Trump possa favorire “condizioni più costruttive” per la de-escalation.

Trump, rispondendo ai giornalisti nello Studio Ovale, ha mostrato cautela:

I missili Tomahawk? Ne abbiamo tanti, ma servono anche a noi. Domani incontrerò Zelensky e gli parlerò della telefonata odierna con Putin. Farò finire anche la nona guerra”. Ha poi ribadito che gli Stati Uniti “non possono impoverire le proprie riserve di Tomahawk”, specificando che “queste armi servono anche a garantire la nostra sicurezza nazionale, quindi non so cosa possiamo fare”.

Trump: “La pace aprirà enormi opportunità di cooperazione economica con Mosca”

Durante la conversazione telefonica, Trump ha sostenuto che la conclusione della guerra in Ucraina potrebbe “aprire enormi prospettive di cooperazione economica tra Stati Uniti e Russia”. Lo ha rivelato ai giornalisti il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, precisando che questo è stato “uno dei principali punti sottolineati dal presidente americano”.

Entrambi i leader, ha aggiunto Ushakov, hanno ricordato “le profonde simpatie reciproche tra i popoli di Russia e Stati Uniti, già manifestatesi durante la Seconda guerra mondiale”, osservando che “l’attuale stato delle relazioni bilaterali appare paradossale rispetto a quel passato di solidarietà”.

Kirill Dmitriev, rappresentante speciale del presidente russo, ha accusato “i guerrafondai del Regno Unito e dell’Unione Europea” di tentare “con grande sforzo di far deragliare le prospettive di pace”, ma ha concluso con ottimismo:

“Il dialogo, la pace e la cooperazione tra Stati Uniti e Russia prevarranno”.

Zelensky a Washington: “Serve la stessa energia di pace anche in Europa”

Ieri, 16 ottobre 2025, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è arrivato negli Stati Uniti accompagnato da una delegazione di alto livello, in vista del suo incontro con Trump.

Poco dopo l’atterraggio, ha dichiarato:

“Domani è previsto un incontro con il Presidente Trump e ci aspettiamo che lo slancio per frenare il terrore e la guerra, che ha avuto successo in Medio Oriente, contribuisca a porre fine alla guerra della Russia contro l’Ucraina. Putin non è certo più coraggioso di Hamas o di qualsiasi altro terrorista. Il linguaggio della forza e della giustizia si ritorcerà inevitabilmente contro la Russia. Possiamo già vedere che Mosca si è affrettata a riprendere il dialogo non appena è venuta a conoscenza dei Tomahawk”.

Secondo fonti diplomatiche, la delegazione ucraina ha già incontrato funzionari dell’amministrazione Trump e membri del Congresso. L’obiettivo è rafforzare il sostegno bipartisan a Kiev e ottenere un aumento della pressione politica ed economica sul Cremlino.

Fra i temi principali delle discussioni figurano la tempistica per l’eventuale consegna dei missili Tomahawk e le modalità del loro impiego. Zelensky incontrerà anche rappresentanti dell’industria bellica statunitense, tra cui i vertici di Raytheon, per discutere gli aspetti tecnici legati all’utilizzo dei missili da piattaforme terrestri.

“Serve un segnale politico prima delle consegne”, ha spiegato una fonte diplomatica, che tuttavia non ha voluto rivelare il numero di armi in discussione.

Rapporti più solidi tra Washington e Kiev

Secondo diplomatici ucraini, le relazioni tra Stati Uniti e Ucraina si sarebbero rafforzate negli ultimi mesi. Dopo le iniziali tensioni, Trump avrebbe spostato la sua ostilità verso Mosca, mostrando crescente frustrazione nei confronti di Putin.

“Il tono tra la Casa Bianca e Kiev è oggi molto professionale – ha spiegato una fonte ucraina –. Gli americani comprendono che sostenere l’Ucraina significa rafforzare la loro posizione internazionale e accelerare la fine della guerra”.

Zelensky ha ribadito che “la guerra può finire solo attraverso la pressione internazionale”, spiegando che “Putin è sordo a tutto ciò che dice il mondo. L’unica lingua che comprende è quella della pressione: con le sanzioni e con la gittata”.

Ha inoltre sottolineato l’importanza di mantenere l’attenzione globale anche sul fronte mediorientale: “È fondamentale che l’impulso verso la pace si estenda anche all’Europa. Di questo parlerò oggi e domani a Washington”.