VISITA ISTITUZIONALE

Trump “deluso da Putin”: “Ma non voglio arrivare alla guerra mondiale”

Il presidente Usa in Inghilterra incontra Starmer. Intanto Mosca rende noto il numero di soldati al fronte e ammette che per finanziare le spese militari sta valutando un'inedita "tassa sul lusso"

Trump “deluso da Putin”: “Ma non voglio arrivare alla guerra mondiale”

Il 18 settembre 2025, nella seconda giornata della visita di Stato nel Regno Unito, Donald Trump ha vissuto una tappa particolarmente intensa. Dopo la cerimonia di benvenuto a Windsor con Re Carlo III, il presidente degli Stati Uniti si è spostato a Chequers, la residenza di campagna dei premier britannici nel Buckinghamshire.

Ad attenderlo c’era Keir Starmer, con il quale ha condiviso un’agenda ricca di eventi ufficiali, dalla firma di importanti intese economiche a momenti più scenografici come l’esibizione dei paracadutisti dei Red Devils.

L’intesa economica: il Tech Prosperity Deal

Il cuore della giornata è stata la firma, davanti ai media internazionali, di un pacchetto di accordi economici da 250 miliardi di sterline, riuniti sotto il nome di Tech Prosperity Deal. L’intesa punta a rafforzare la cooperazione tra Washington e Londra in diversi settori strategici, dall’energia alla difesa, con un’attenzione particolare all’intelligenza artificiale.

“Definiamo questo secolo insieme”, ha dichiarato il premier Starmer, sottolineando come le nuove intese creeranno un “record di investimenti reciproci” tra le due sponde dell’Atlantico. Trump, dal canto suo, ha parlato di un “legame indistruttibile il cui valore è difficile da descrivere”, aggiungendo che Stati Uniti e Regno Unito “hanno fatto più bene su questo pianeta di qualsiasi altra coppia di nazioni nella storia dell’umanità”.

Il presidente americano ha rimarcato inoltre che gli accordi garantiranno alle due nazioni “di essere alla guida dell’innovazione”, con uno spazio rilevante per la cooperazione sull’energia nucleare civile, necessaria a sostenere lo sviluppo dell’IA.

Ucraina, Trump “deluso da Putin”

La seconda conferenza stampa della giornata è stata invece dominata dai temi internazionali. Starmer ha richiamato la necessità di “accrescere la pressione” su Vladimir Putin, denunciando ancora una volta l’aggressione russa in Ucraina e sottolineando l’urgenza di rafforzare le difese occidentali.

Trump, pur ribadendo la sua volontà di evitare un’escalation verso “una terza guerra mondiale”, si è detto “deluso” dal presidente russo:

“Continua a uccidere le persone, sta perdendo i soldati russi, che stanno morendo più di quelli ucraini. Pensavo invece che sarebbe stata la questione più facile da risolvere”.

Secondo il tycoon, una possibile leva per indebolire Mosca è il prezzo del petrolio:

“Se dovesse calare, Putin sarà costretto a ritirarsi. Non avrà altra scelta”. Ha poi insistito sul fatto che “il conflitto non sarebbe mai scoppiato” se lui fosse stato alla Casa Bianca, affermando: “Sono milioni le persone che sono morte in quella guerra, milioni di anime, e non sono soldati americani”.

Starmer ha ribattuto che “le azioni recenti di Vladimir Putin non sono quelle di uno che vuole la pace” e che Regno Unito e Stati Uniti stanno lavorando “per mettere fine alle uccisioni in Ucraina”.

Successivamente, il numero uno di Downing Street, ha confermato di aver discusso con il tycoon su come aumentare la pressione su Putin.

I soldati schierati dal Cremlino e l’ipotesi tassa sul lusso

Il tema del conflitto in Ucraina non poteva non tenere banco nelle stesse ore in cui Vladimir Putin ha rilanciato il guanto di sfida, rivendicando per la prima volta esplicitamente la presenza di una forza militare di “700.000 uomini” schierati in Ucraina. 

Abbiamo oltre 700mila uomini schierati sul fronte in Ucraina”.

Mosca si dice, però, disponibile a compromessi purché i suoi interessi vengano garantiti. Sempre nella giornata di ieri, giovedì 18 settembre, il presidente russo ha inoltre commentato la frenata dell’economia nazionale, sottolineando che non si tratta di un segnale di debolezza, bensì di una scelta intenzionale. Nei primi mesi dell’anno il bilancio russo ha registrato un deficit record. 

“Questa spesa per l’industria della difesa non va in fumo”, ha affermato Putin, sottolineando che “l’intero settore della difesa e le forze armate sono evolute in modo significativo”. “Naturalmente questo richiede risorse, che sono una parte necessaria del progresso e che sono aumentate”. “Stiamo facendo scelte attente che ci consentono di avanzare”, ha aggiunto garantendo che gli obiettivi sociali rimangono “una priorità” anche con l’aumento delle spese della difesa.

Lo zar ha rassicurato:

Siamo ancora lontani dalla recessione”, ha detto, sottolineando però la necessità di “capire dove si trova il limite oltre il quale si verificherà un possibile raffreddamento”.

Intervenendo in un incontro ripreso dalle agenzie russe, il capo del Cremlino ha spiegato che la riduzione del tasso di crescita del Pil al di sotto del 4% va interpretata come una misura di equilibrio.

“Non è un calo vero e proprio – ha affermato – ma un’azione mirata: rallentare un po’ lo sviluppo in cambio del contenimento dell’inflazione e della salvaguardia della stabilità macroeconomica”. Putin ha ribadito che il Paese non corre il rischio di una recessione, facendo riferimento ai dati sul mercato del lavoro come principale indicatore di solidità: “Il mercato del lavoro ce lo dice chiaramente”, ha sottolineato.

Trump "deluso da Putin": "Ma non voglio arrivare alla guerra mondiale"
Putin in mimetica militare

Sul fronte fiscale, il presidente russo ha aperto alla possibilità di introdurre nuovi strumenti, fra cui una forma di tassazione sul lusso o un’imposta sui grandi patrimoni.

“Per quanto riguarda i dividendi, la tassa sul lusso e altre questioni fiscali, mi sembra complessivamente un approccio ragionevole”, ha dichiarato, secondo quanto riferito dall’agenzia Ria Novosti.

Tuttavia, Putin ha anche invitato alla cautela, precisando – come riportato dalla Tass – che è “importante non esagerare” con le misure fiscali, per evitare effetti indesiderati sull’economia e sugli investimenti.

La risposta ucraina

L’Ucraina ha rilanciato:

“Stiamo difendendo le nostre posizioni e il nostro territorio. Stiamo mandando all’aria tutti i piani della Russia, i piani per distruggere il nostro Stato”, risponde Volodymyr Zelensky.

Il leader ucraino rivendica terrenti conquistati e soldati russi annientati. Le forze ucraine hanno liberato 160 chilometri quadrati di territorio durante una “operazione di controffensiva” in corso nell’Oblast di Donetsk orientale, ha dichiarato Zelensky, scrive Kyiv Independent.

Durante l’operazione sono stati riconquistati sette insediamenti nei settori di Dobropillia e Pokrovsk, ha affermato il leader ucraino, citando un rapporto del comandante in capo Oleksandr Syrskyi. Le truppe ucraine hanno anche catturato quasi 100 soldati russi, secondo il presidente.

“L’Ucraina sta giustamente difendendo le sue posizioni e il suo territorio”.

Oggi, venerdì 19 settembre 2025, a Bruxelles è previsto un Coreper straordinario – il Comitato dei rappresentanti permanenti presso l’Ue – dedicato alle sanzioni, poiché il 19esimo pacchetto elaborato dalla Commissione pare ormai in dirittura d’arrivo.

Una visita dal forte valore simbolico

La visita di Trump nel Regno Unito non ha solo una dimensione politica ed economica, ma anche simbolica. Durante la cena di gala a Windsor, ospite di Re Carlo III, il presidente americano aveva dichiarato che questo viaggio rappresenta “uno dei più grandi onori della mia vita”.

Accolto insieme alla moglie Melania dal re e dalla regina, Trump ha ricordato che è il primo presidente statunitense a essere stato ricevuto per due volte in visita di Stato in Gran Bretagna:

“È stato un privilegio unico, e siamo entrambi profondamente grati”.