POLEMICA

“Troppo subalterni al Pd”, tra i 5 Stelle scoppia il caso Appendino

Il risultato del Movimento alle Regionali in Toscana: solo 4,3%, nel 2020 il riscontro degli elettori era stato del 6,2%

“Troppo subalterni al Pd”, tra i 5 Stelle scoppia il caso Appendino

Tradimento o shock calcolato?

Nel Movimento 5 Stelle dopo le elezioni Regionali in Toscana scoppia il caso Appendino.

Perché nella tornata elettorale dello scorso fine settimana che pur ha visto la vittoria del Campo Largo e la riconferma del governatore uscente Eugenio Giani, il M5S ne è uscito (insieme alla Lega nel Centrodestra) “terremotato”.

E ora tra i pentastellati la tensione è alta, davanti al bivio tra una resa dei conti appunto all’insegna del “tradimento” di uno dei “Contiani” più convinti e un cambio di direzione che riporti il Movimento alle origini.

M5S al bivio, l’ennesimo snodo cruciale per i pentastellati

Eh sì, perché il risultato del Movimento 5 Stelle alle Regionali in Toscana (dove tra l’altro nella passata Amministrazione non appoggiavano Giani ed erano all’opposizione) è stato un disastro.

Il riscontro delle urne è stato impietoso: un misero 4,3%, ultima tra le forze della coalizione di Centrosinistra (dietro, e nettamente, a Casa Riformista, 9%, e Alleanza Verdi Sinistra, 7%).

Anche perché nel 2020 il riscontro degli elettori era stato del 6,2%, ma vale appunto la pena ricordare che in quell’occasione i pentastellati presentavano un proprio candidato governatore, Irene Galletti, e avevano “sposato” l’idea della corsa in solitaria.

Ora a ormai quasi una settimana dalla debacle in Toscana e con all’orizzonte l’appuntamento chiave in Campania dove il candidato di coalizione è l’ex presidente della Camera Roberto Fico, ecco esplodere il caso Appendino e il leader del Movimento Giuseppe Conte sembra nuovamente con le spalle al muro.

Chiara Appendino e Giuseppe Conte

Appendino, la “contiana” che ora si ribella al capo

Sì, perché in queste ore Chiara Appendino, ex sindaco di Torino, (fino ad ora), parlamentare, fedelissima di Conte, minaccia di dimettersi dal ruolo di vicepresidente del Movimento.

La decisione, se si concretizzerà, sarebbe figlia del dissenso appunto con la linea appunto portata avanti del leader e anche per i risultati negativi fino ad ora ottenuti alle elezioni regionali.

Il ragionamento da cui nasce la sorta di ultimatum di Appendino è semplice.

Seguendo questa direzione, il Movimento si pone in modo troppo subalterno al Partito democraticoe gli effetti (negativi) si vedono poi nel riscontro degli elettori e nel sorpasso di realtà come Casa Riformista e Avs che rischiano di rilegare il Movimento 5 Stelle a un ruolo poco più che marginale.

Non certo il miglior biglietto da visita per la fase decisiva della campagna elettorale di Fico in Campania.

Chiara Appendino e Roberto Fico

La reazione di Conte al “vento di tempesta”

Al momento di dichiarazioni ufficiali di Appendino non ce ne sono.

La tensione che si vive tra i pentastellati è stata raccolta da indiscrezioni giornalistiche uscite durante l’ultima assemblea dei parlamentari 5S e mai smentite o rettificate formalmente dalla diretta interessata che in queste ore si è trincerata appunto dietro il silenzio.

Un silenzio che in alcuni ambienti dei 5 stelle viene letto come un momento di riflessione al quale il leader sembra non dar peso più di tanto.

Un commento di Giuseppe Conte in effetti è invece arrivato in queste ore:

Il leader del M5S Giuseppe Conte
Il leader del M5S Giuseppe Conte

“Il nostro processo costituente ha definito il M5s come una forza progressista indipendente e si va insieme solo se ci sono programmi chiari e concordati per iscritto con obiettivi strategici condivisi. Dimissioni di Appendino? Non c’è stato nessun annuncio e io non ho ricevuto nulla e io sono il presidente che l’ha nominata. Oltretutto, in questo contesto non avrebbe alcuna logica, le cariche sono tutte in scadenza e scadono automaticamente anche tutti i vicepresidenti”.