Trascrizione figli coppie gay: i sindaci ribelli delle grandi città si alleano, manifestazione nazionale il 12 maggio a Torino
Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari unite chiedono incontro con Meloni. Intanto Beppe Sala vola a Bruxelles per una manifestazione a livello europeo.
Il fronte dei sindaci avanza compatto nell'opposizione allo stop alle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali. In un documento redatto di comune accordo, i primi cittadini di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari richiedono urgentemente un incontro con la Premier Giorgia Meloni e con il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per avere un confronto sul tema. Nel frattempo Beppe Sala, sindaco di Milano, è atteso a Bruxelles per rappresentare la volontà di continuare a riconoscere i figli delle coppie gay.
Trascrizione figli coppie gay: i sindaci chiedono incontro con Meloni
Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze e Bari unite contro lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali imposto recentemente dal Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Roberto Gualtieri, Beppe Sala, Gaetano Manfredi, Stefano Lorusso, Matteo Lepore, Dario Nardella e Antonio Decaro hanno firmato un documento comune nel quale, su questo specifico tema, chiedono un immediato confronto con la Premier Giorgia Meloni e proprio il rappresentante del Ministero dell'Interno.
"L'esperienza quotidiana delle amministrazioni locali - si legge nel documento - dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, nell'assetto normativo attuale, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro dell'Ue. Per questo - proseguono - consideriamo fondamentale contrastare ogni discriminazione e garantire pienamente i diritti dei figli delle coppie omogenitoriali, e sentiamo forte la necessità di azioni comuni che vogliamo condividere con i sindaci di ogni orientamento politico.
I principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della dignità della persona - concludono i sindaci - devono guidare il legislatore verso alcuni passi non più rinviabili quali: il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali; il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali. Siamo pronti a discutere di questo con il parlamento e con il governo.
Nell'attesa di una legge, noi sindaci ribadiamo la volontà di agire collettivamente nell'esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all'estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge. Chiediamo un incontro urgente con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi".
Una volontà di agire che vedrà i sindaci manifestare la propria posizione comune sia il 12 maggio a Torino durante un evento di protesta nazionale, sia a Bruxelles, grazie alla rappresentanza del primo cittadino di Milano Beppe Sala:
"Su questo punto riteniamo, infatti, che l'indirizzo della giurisprudenza sia già molto chiaro in Italia e in Europa - hanno proseguito -. Nelle prossime ore il Sindaco di Milano Beppe Sala sarà Bruxelles dove rappresenterà le nostre posizioni. Saremo a Torino il 12 maggio per ribadire le nostre posizioni comuni".
Sala incontrerà il gruppo dei Verdi europei, di cui Europa Verde è membro, per aggiornarli sul blocco imposto dal governo alla registrazione.
Il sindaco terrà poi una conferenza stampa con la copresidente dei Verdi Therry Reintke, il capodelegazione del Pd, Brando Benifei e l'olandese Catharina Rinzema del gruppo di Renew.
Trascrizione dei figli delle coppie gay: manifestazioni contro lo stop
Il fronte dei sindaci, quindi, è compatto nell'opporsi a quanto stabilito da Piantedosi che, in merito alla trascrizione dei figli delle coppie gay, sulla base del recepimento della sentenza numero 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso, ha richiesto lo stop al riconoscimento.
Restano validi i certificati fatti finora, ma non se ne potranno fare in futuro. Se il Comune dovesse continuare dovrà essere richiesto l’intervento della Procura per annullarli. Questo perché la sentenza 38162 della Corte di Cassazione ha stabilito che i bambini nati all’estero con maternità surrogata devono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe. Serve una sentenza, non basta la trascrizione che è semplicemente un atto amministrativo.
La decisione del Ministero dell'Interno ha immediatamente scatenato un'ondata di polemiche non solo da parte della comunità Lgbtqia+, ma anche dei sindaci stessi. In tantissime città italiane sono andate in scena manifestazioni di piazza contro lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali.
Milano è stata la prima, sabato 18 marzo 2023, a organizzare un presidio di protesta in piazza Scala per iniziativa del Pd e delle associazioni Sentinelli, Arcigay Milano e Famiglie Arcobaleno.
All'evento "Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie" ha partecipato anche la neosegretario del Partito Democratico Elly Schlein:
"Questo attacco deriva dalla scelta scellerata di questa maggioranza di tentare di affossare un regolamento europeo che tratta dei diritti transfrontalieri al riconoscimento della filiazione - ha detto Schlein - e riguarda la tutela del diritto alla mobilità all'interno dell'Ue, riguarda la reciprocità e la non discriminazione, e si pone in linea con la giurisprudenza delle Corti europee e non incide invece sulla competenza nazionale, sul diritto di famiglia, sul quale comunque ci vorrebbe una modifica a mio avviso, ma non si capisce come mai questa destra ce l'abbia così tanto con i bambini e le bambine".
In un lungo post su Facebook, inoltre, anche il sindaco di Torino, Stefano Lorusso, ha fatto sapere che porterà avanti la sua battaglia per i figli delle famiglie omogenitoriali.
"Proviamo così, con questa proposta, a superare la questione della gestazione per altri che è un tema controverso e ancora divisivo che viene utilizzato per tenere bloccati il riconoscimento di altri diritti delle bambine e dei bambini che sono, invece, più largamente condivisi nel Paese e tra gli amministratori".
Dello stesso parere anche Firenze con il suo sindaco Dario Nardella:
"Non si tratta di un’iniziativa ideologica, ma di buonsenso - ha dichiarato Nardella - La mia posizione riguarda il riconoscimento di bambine e bambini che sono presenti sul territorio in carne e e ossa. La legge italiana già considera un reato, nel nostro Paese, la maternità surrogata. Ho sempre pubblicamente espresso fortissimi dubbi, se non contrarietà, al fatto che la maternità surrogata possa essere legittimata nel nostro territorio - aggiunge - Sono due aspetti completamente diversi, dovremmo evitare qualsiasi strumentalizzazione in questo senso. Perché io da sindaco e da padre non posso voltarmi dall’altra parte avendo di fronte queste bambine e questi bambini.
Come noto, il Comune di Firenze già iscriveva i bambini e le bambine figli di coppie omogenitoriali nei registri comunali - ha ribadito il primo cittadino - Non è una questione di governi, lo facevamo anche con altri governi, ci siamo fermati a seguito di un provvedimento della Prefettura. Nel frattempo sono successe cose rilevanti. La più rilevante, la pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato in modo chiaro che c’è un vulnus legislativo che non consente di riconoscere pieni diritti ai bambini e bambini in questione. Nonostante la chiara, limpida esortazione della Corte al legislatore nazionale a dare disciplina a questa situazione, nulla è accaduto. Di fronte a questa inerzia, credo sia doveroso per i sindaci dare un riconoscimento a questi bambini e bambine che non possono essere discriminati rispetto ad altri bambine e bambini del nostro Comune".
Anche Padova ha fatto la sua parte. Il sindaco Sergio Giordani ha infatti ribadito la sua volontà di non poter immaginare di negare atti amministrativi che gli competono come ufficiale di Stato Civile: da questi derivano diritti fondamentali e negarli significa esporre i più piccoli a discriminazioni. Il primo cittadino padovano, infatti, ha fatto sapere che continuerà a riconoscere, come fa dal 2017, i figli delle coppie omogenitoriali.