Tra sgambetti, autogol e minigonne: il pasticciaccio del voto in Sardegna (sia a Destra che a Sinistra)
Tensioni nel Centrodestra, ma anche la coppia Schlein-Conte pare non voler realizzare un possibile gol a porta vuota
Il pasticciaccio della Sardegna: dal Centrodestra al Centrosinistra le elezioni Regionali sull'isola (si vota domenica, 25 febbraio 2024, dalle 6.30 alle 22, poi lo spoglio), non solo si stanno rivelando una "brutta rogna" ma potrebbero avere ricadute ben più pesanti di quanto si sarebbe potuto immaginare solo fino a qualche mese fa.
Tra dispetti, ripicche, autogol, possibili sgambetti alle urne e persino minigonne, il voto nel fine settimana potrebbe avere effetti inaspettati sugli scenari politici sia sul fronte della maggioranza che dell'opposizione.
Sardegna al voto, terremoto sull'isola e... sul Governo?
Gli scricchiolii più intensi riguardano il Centrodestra. La mancata ricandidatura del Governatore uscente Solinas (quota Lega) poi finito indagato in un'inchiesta giudiziaria, non solo ha di fatto "frantumato" la regola non scritta della "conferma dell'uscente", ma ha aperto il campo a una serie di tensioni che Fratelli d'Italia (che sull'isola ha poi imposto il suo candidato governatore, Paolo Truzzu, ex sindaco di Cagliari), Lega e Forza Italia faticano a gestire se non facendo buon viso a cattivo gioco.
In queste ore la mancata approvazione dell'emendamento del partito di Salvini sul "terzo mandato" rischia di alimentare le tensioni.
Acqua sul fuoco, ma c'è chi teme lo sgambetto Lega-FdI
Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo ha provato a buttare acqua sul fuoco spiegando che la questione terzo mandato "verrà riproposta agli alleati in un altro momento".
Più o meno la lettura "sdrammatizzata" data dal collega di Forza Italia, Maurizio Gasparri che però sibillino ha fatto capire che la situazione un po' più seria lo è:
"Con la bocciatura dell'emendamento sul terzo mandato, non crolla il mondo, il Governo non cadrà...".
Una precisazione (tutto sommato anche non richiesta) che ha fatto riflettere più di qualcuno.
Perché sullo sfondo incombe lo spauracchio dello sgambetto leghista alle urne ("fuoco amico", astensionismo?) come sospettano in molti.
Sardegna e Soru, la Lega "corre" davvero?
Il canovaccio, dico i maligni, è noto:
"Quando la Lega non ha un suo candidato, si impegna poco".
Cioè il sospetto che la Lega non si ammazzerà di fatica nella corsa al voto di fatto presentando il conto alla premier della mancata riconferma del governatore uscente Christian Solinas.
Tanto che qualcuno tra i commentatori politici si è già spinto oltre affermando che se il Centrodestra non vincesse, il leader della Lega Matteo Salvini certo non si dispererebbe.
Anche perché, un po' a sorpresa i sondaggi non aiutano Meloni & Co, ma la coppia Schlein-Conte pare incredibilmente non voler realizzare un possibile gol a porta vuota.
La coppia Schlein-Conte e la corsa a non vincere
Ecco allora che per il Centrosinistra si potrebbe profilare il colpaccio. Detta tutta, né Solinas (che poi comunque si era ritirato dalla partita) né Truzzu avevano le caratteristiche dei "vincenti" e da più sondaggi la guida a Centrodestra della Regione è stata giudicata deludente.
Musica per le orecchie del Centrosinistra? Forse sì, forse no, canterebbero The Kolors.
Perché a dir la verità anche il candidato dell'alleanza Pd-M5S (Alessandra Todde, figura di spicco proprio dei pentastellati) non scalda più di tanto le folle.
Soru ago della bilancia...per il Centrodestra
Sussulti che invece sembra ancora in qualche modo dare Renato Soru, imprenditore sardo molto noto (patron di Tiscali) e già presidente della regione dal 2004 al 2009, anche lui espressione dell'universo di Centrosinistra.
Non tanto per la vittoria, quanto forse per fare un regalo quasi inaspettato al Centrodestra.
L'ex governatore sembra infatti attestato attorno al 12% mentre i candidati di Centrodestra e Centrosinistra molto vicini in una forbice tra il 42% e 46%.
Viene facile pensare che senza la candidatura di Soru Pd e M5S avrebbero potuto avere quasi gioco facile.
Todde comizio senza i leader
In tutto questo scenario non proprio roseo per nessuno, mentre il Centrodestra è riuscito a "denti stretti" a salir sul palco unito a sostegno di Truzzu, Elly Schlein non solo ha dovuto incassare la contestazione di una pensionata che, senza troppi giri di parole, l'ha invitata ad andare a lavorare, ma anche il "cortese" invito della candidata Todde a non salire sul palco per l'ultimo comizio di appello al voto.
Un "invito" esteso anche al suo leader di riferimento Giuseppe Conte.
Il candidato e le donne in minigonna
Se Atene piange, Sparta non ride. E all'interno del Centrodestra anche chi sembra assistere "sornione" agli eventi sperando in un sorpasso di coalizione.
Se infatti Forza Italia spera nel sorpasso alla Lega, e Lega e FdI litigano in questi giorni anche nella coalizione hanno però le loro "rogne".
Con il ritorno a temi "leggeri" e comunque di estetica e non certo di alta politica.
Non si può definire altrimenti lo scivolone dei giorni scorsi di Pietro Pinna candidato della Dc per Rotondi che in un audio inviato a un amico ha così brillantemente descritto la sua campagna elettorale:
"Giro a far incontri politici con sei ragazze, in minigonna o vestite leopardate e con abbondanti scollature".
Il protagonista l'ha definita una goliardata, mentre Alessandra Todde l'ha bollata come una "vera e propria vergogna per l'isola".