Tra Governo e Magistrati le posizioni restano distanti. Meloni: "Andiamo avanti". Anm: "La mobilitazione continua"
Il Governo ha ribadito la volontà di andare avanti con la riforma. Smentita l'indiscrezione sulla polizia giudiziaria. Apertura sugli otto punti presentati dall'Anm

Due ore di incontro a Palazzo Chigi tra il Governo e i rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati. Al centro dell'incontro di ieri - mercoledì 5 marzo 2025 - il tema della riforma della separazione delle carriere ma non solo. Le due parti si sono confrontate su tutta la linea, compreso il caso della polizia giudiziaria, confermando entrambe le proprie ferme posizioni, distanti l'una dall'altra.
Il Governo non cede: la riforma non cambia
Il Governo, nella persona della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha ringraziato l'Anm per le osservazioni e gli spunti emersi nel dibattito - definito "franco e proficuo" - annunciando "la disponibilità di aprire un tavolo di confronto sulle leggi ordinarie di attuazione della riforma e sul documento in otto punti presentato dall'Anm, che riguarda l'amministrazione della giustizia". Il Governo ha ribadito all'Anm "la volontà di proseguire con determinazione e velocità nel percorso di attuazione della riforma costituzionale, auspicando la sua approvazione in tempi rapidi".

Per il governo - che pur avrebbe aperto al dialogo - dunque l'impianto sostanziale rimane blindato. Restano intoccabili i tre principi cardine contenuti nell'impianto approvato dal Cdm e votato in prima lettura alla Camera: separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero; l’istituzione di una Alta Corte per giudicare gli errori e i comportamenti dei magistrati; due Csm, uno per i giudici e uno per i pm, con la nomina per sorteggio temperato della componente laica, ossia i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune.
In conclusione dunque, con la minima apertura del Governo di cui sopra, i magistrati sarebbero coinvolti solo nella messa a punto finale della riforma, ma quando questa sarà già approvata dal Parlamento ed eventualmente con il referendum in questa legislatura. Una nota che poco soddisfa i magistrati. Smentite infine le indiscrezioni secondo le quali il governo vorrebbe togliere il controllo della polizia giudiziaria ai pm. A rassicurare sul tema sarebbe stato lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Parodi: "Nessun fallimento, momento di chiarezza"
"Siamo venuti con la nostra coscienza e onestà intellettuale a presentare le nostre idee. Non è stata una trattativa, non volevamo che lo fosse perché non abbiamo da offrire nulla se non la lealtà e i principi in cui crediamo", ha commentato il presidente dell'Anm Cesare Parodi dopo l'incontro a Palazzo Chigi con il Governo.
"È stato un incontro non breve, c'è stato un lungo scambio di opinioni che non ha portato a sostanziali modifiche delle nostre posizioni e tantomeno di quelle del governo. Io credo non sia stato inutile perché abbiamo avuto modo di spiegare nel dettaglio le ragioni che ci portano a non condividere questa riforma e abbiamo preso atto con molta chiarezza della volontà del governo di andare avanti senza alcun tentennamento e alcuna modifica sul punto".

"Non mi aspettavo di più e non lo considero un fallimento. Lo considero un momento di chiarezza per la prosecuzione della nostra attività e la nostra volontà di arrivare alla gente. L'unica speranza da questo incontro - ha detto quindi Parodi - è che ci possa essere almeno uno spiraglio sotto questo profilo, recuperare un reciproco rispetto che gioverebbe al Paese".
"L'unico dato assolutamente positivo", ha spiegato Parodi, riguarda la smentita del governo rispetto alle indiscrezioni sulla polizia giudiziaria.
"Ci è stata una precisa e netta smentita della notizia. Sia Meloni che Nordio hanno detto che non hanno nessuna intenzione di dare corso a questa illazione giornalistica".
Apertura sugli otto punti presentati dall'Anm
"Sugli otto punti ho notato un grande interesse", ha commentato Cesare Parodi, riferendosi alla proposta dell'Anm per dare un contributo effettivo al funzionamento della giustizia.
"Sull'intenzione di lavorare per una giustizia migliore sugli otto punti, ed eventualmente anche altri, abbiamo trovato sicuramente un'apertura e di questo ci rallegriamo e speriamo ci possa essere un seguito", ha continuato Parodi aggiungendo che su questo "certamente non ci tireremo in indietro".
L'Anm proseguirà quindi la mobilitazione "cercando la gente, i corpi intermedi, interlocutori, cercando di far capire; tanti pensano che siamo qui per difendere interessi corporativi, la casta e i privilegi se non battiamo queste convinzioni la partita è persa".
"Ci saranno manifestazioni di varia natura, dibattiti, interventi sui social, in tv, sui giornali, opuscoli incontri con la gente ossia quello che si può fare in una democrazia per far valere le proprie idee", ha concluso.