"No" di Forza Italia

Terzo mandato, la Lega ci riprova con un emendamento. Ma La Russa stoppa: "Tramontato"

Zaia ci spera ancora, Fedriga: "C'è chi vuole eliminare l'avversario per legge"

Terzo mandato, la Lega ci riprova con un emendamento. Ma La Russa stoppa: "Tramontato"
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Il dibattito sul terzo mandato per i presidenti di Regione torna al centro della scena politica, con l'iniziativa della Lega, che ha ufficialmente riaperto il dossier con un emendamento al disegno di legge sui consiglieri regionali, depositato in Commissione Affari Costituzionali al Senato ieri, 24 giugno 2025.

L'emendamento leghista e la frattura con gli alleati

L’emendamento, sottoscritto dai senatori Tosato, Bizzotto, Stefani, Dreosto, Testor, Spelgatti e Garavaglia, propone di modificare la normativa vigente del 2004 che attualmente vieta la rielezione immediata dopo due mandati consecutivi per i governatori delle Regioni a statuto ordinario. La modifica innalzerebbe il limite a tre mandati, lasciando però in sospeso la situazione delle Regioni a statuto speciale, per le quali è attesa una pronuncia della Corte costituzionale.

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Antonio Tajani

La proposta ha immediatamente innescato un nuovo confronto interno alla maggioranza. In particolare, Forza Italia ha ribadito in modo netto la propria contrarietà. Il portavoce degli azzurri, Raffaele Nevi, è stato chiaro:

"La posizione di Forza Italia non cambia: voteremo contro l’emendamento della Lega".

Sulla stessa linea il leader del partito, Antonio Tajani, che da L’Aja ha confermato il no categorico:

"Non è un tema previsto nel programma di governo. È una questione di principio, siamo sempre stati contrari e non abbiamo mai barattato nulla con nessuno. Il centrodestra non si fonda sul terzo mandato".

La Russa: "Tramontato"

Nonostante il muro alzato da Forza Italia, la Lega sembra voler comunque portare avanti la battaglia. Paolo Tosato, tra i firmatari dell’emendamento, ha affermato:

"Nonostante le interlocuzioni della settimana, Tajani resta totalmente contrario. Tuttavia, abbiamo avuto segnali di apertura da Fratelli d’Italia, ed è per questo che oggi lo scenario è diverso rispetto al passato. Vedremo come si esprimeranno al momento del voto".

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Il presidente del Senato Ignazio La Russa

Tranciante, per Fratelli d’Italia, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che si è lasciato sfuggire un commento significativo:

"Sul terzo mandato per i presidenti di Regione sembra esserci più un tramonto che un’eclissi. Ma vedremo", lasciando spazio a diverse interpretazioni.

Interpellato dai giornalisti, Matteo Salvini ha scelto di non esasperare i toni, limitandosi a dichiarare:

"Si voterà in commissione, ognuno esprimerà la propria posizione", mantenendo però salda la linea del partito sul terzo mandato.

Una mossa simbolica o un salvataggio politico?

Dietro l’iniziativa della Lega si intravede una forte valenza politica. Sebbene il testo depositato non sia firmato da Massimiliano Romeo, si tratta di una proposta quasi identica a quelle già avanzate in passato.

Il tentativo appare volto anche a “salvare” figure di primo piano all’interno del Carroccio, come Attilio Fontana in Lombardia e soprattutto Luca Zaia in Veneto. Quest’ultimo, secondo i sondaggi, è il governatore più apprezzato d'Italia, ormai con secondo mandato in scadenza.

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Luca Zaia

Proprio Zaia ha mantenuto una posizione prudente, limitandosi a dichiarare:

"Il Parlamento è sovrano, vedremo cosa accadrà".

Ben più diretto è stato invece Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, che ha attaccato apertamente chi osteggia la possibilità di un terzo mandato:

"Se qualcuno vuole vincere impedendo all’avversario di candidarsi, è legittimo, ma io preferisco il confronto. C'è chi vuole eliminare l'avversario per legge".

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Massimiliano Fedriga

Fedriga ha poi concluso con una frecciata rivolta alla maggioranza:

"Ognuno si assumerà le proprie responsabilità".

Il voto in commissione, atteso per giovedì, si preannuncia come un banco di prova non solo per il destino dell’emendamento, ma anche per gli equilibri interni della maggioranza.

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