SI DISCUTE DI CONCORRENZA

Perché anche oggi i taxi sono fermi nelle grandi città: secondo giorno di mobilitazione

Il provvedimento dell'Esecutivo è fermo in Commissione, il viceministro butta acqua sul fuoco ma anche Confindustria bacchetta Draghi e i suoi.

Perché anche oggi i taxi sono fermi nelle grandi città: secondo giorno di mobilitazione
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Taxi, due giorni di mobilitazione nelle grandi città, la protesta è arrivata anche sotto Palazzo Chigi.

I tassisti di tutta Italia si sono fermati dalla mezzanotte tra lunedì e martedì e continueranno a incrociare le braccia ancora per una giornata.

Taxi fermi nelle grandi città, il perché della mobilitazione

I tassisti si sono fermati per protestare contro l'articolo 10 del Disegno di legge sulla Concorrenza, che secondo i tassisti e i sindacati andrebbe a "delegittimare il settore a favore delle multinazionali".

Un'argomentazione che si è tradotta in uno striscione decisamente eloquente esposto proprio sotto la sede del Governo:

"Draghi, non te lo chiede l'Europa, te lo chiede Uber".

La beffa però è stata quella di vedere che ieri molti professionisti e turisti sono stati "costretti" a utilizzare proprio il servizio di Uber.

La protesta ha visto migliaia di "auto bianche" sfilare per le strade del centro di Roma, paralizzando il traffico, poi parte dei tassisti si sono diretti sotto Palazzo Chigi dove c'è stato anche qualche momento di tensione con il lancio di bottigliette di plastica.

I tassisti del resto avevano già protestato a novembre contro il Governo.

Taxi fermi, il Governo non "cede" ma apre al dialogo

Il Governo però sembra intenzionato a tirare dritto. Lo ha confermato in buona sostanza anche il viceministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili Teresa Bellanova che ha commentato:

"Come Governo e Ministero non siamo intenzionati a fare lo stralcio dell'articolo 10 del Ddl Concorrenza, ma siamo disponibili a portare avanti il confronto per chiarire meglio e puntualizzare".

Il percorso del Disegno di legge Concorrenza

Il Disegno di legge sulla concorrenza "si trova" ora all'attenzione della commissione alla Camera.

Gli emendamenti che sono stati presentati attendono i pareri del Governo ma i nodi principali del testo, tra cui quelli dei taxi e degli operatori del settore, saranno affrontati solo la prossima settimana.

Intanto però la vicenda taxi è attenzionata anche da Confindustria, tanto che il presidente Carlo Bonomi ha lanciato delle stoccate al Governo:

"Il ddl concorrenza di fatto è inchiodato in parlamento dal luglio 2021 perché i partiti danno retta ai loro sostenitori".

Il punto del Governo

A fare il punto della situazione e a cercare di buttare acqua sul fuoco nel frattempo è intervenuta ancora il viceministro Bellanova:

"Abbiamo due anni pesantissimi alle spalle, perdere giornate di lavoro e creare disservizio per gli utenti è qualcosa che non dobbiamo permetterci. Limitiamo il danno, riportiamo il confronto nella sede propria, sapendo che il Parlamento dovrà normare non per penalizzare ma per aiutare. Nel testo che presentiamo, se c'è l'intesa con le parti, intendiamo distinguere il ricorso alle piattaforme tecnologiche di intermediazione da quelle di interconnessione. Le prime sono gestite da altri soggetti a pagamento, le seconde sono quelle che oggi usano anche molti tassisti. Nel momento in cui c'è la distinzione c'è anche la possibilità, per i tassisti, di aderire a una o a tutte e due le piattaforme, ma questo non può essere impedito".

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