Taranto, il sindaco assediato dagli ambientalisti anti-Ilva si dimette dopo un mese
A rischio la firma dell'accordo di programma sulla riconversione dello stabilimento siderurgico prevista il 31 luglio al Mimit
Sono esplose le incontenibili proteste degli anti-Ilva di Taranto davanti a Palazzo di Città e il sindaco Piero Bitetti ha rassegnato le dimissioni appena un mese dopo la sua elezione.
La sconvolgente decisione è arrivata intorno alle 21.20 di lunedì 28 luglio ed è stata motivata nella lettera con tre parole: “mancata agibilità politica”.
Proteste ex Ilva, si dimette il sindaco di Taranto
Che c'erano delle tensioni sul tema ex Ilva era evidente, ma la situazione è precipitata dopo una lunga riunione tra il Comune e le associazioni ambientaliste in merito all'imminente accordo di programma per la riconversione dell’impianto.
Tra due giorni, giovedì 31 luglio, è infatti previsto un vertice a Roma in cui, insieme al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ai sindacati e alla Regione Puglia, il sindaco tarantino avrebbe approvato la bozza dell’accordo.

Il documento dovrebbe garantire il salvataggio dell'impianto e fissare, al contempo stesso, i tempi per renderlo meno inquinante. Ma gli ambientalisti e diversi cittadini, non ne vogliono sapere. Troppo grave l'impatto dell'acciaieria.
Esplode la furia degli ambientalisti
La furia si è scatenata davanti al Palazzo a Taranto e Bitetti ha denunciato di aver ricevuto minacce dirette e di essere stato fisicamente impedito ad abbandonare il Municipio, mentre la protesta in Piazza Castello montava sempre più accesa.
L'ex primo cittadino fa parte della lista “Con”. È vicino al presidente della Regione Michele Emiliano e sostenuto dal Partito Democratico ed era stato eletto poco più di un mese fa battendo al ballottaggio Francesco Tacente, civico dell’area leghista.
Ieri sera, dopo una riunione protrattasi ben oltre l’orario previsto, il sindaco ha tentato di lasciare il Palazzo ma ha trovato le uscite sbarrate da centinaia di manifestanti.
Il filmato con i manifestanti davanti all'ingresso:
Qualche testata ha scritto che il sindaco di Taranto si è dimesso perché "è stato minacciato da attivisti col volto coperto". Fake. Non ci sono volti coperti. pic.twitter.com/l9adzDYIu4
— annarita digiorgio (@ardigiorgio) July 29, 2025
A rischio l'accordo con il Governo
I contestatori erano scesi in piazza non solo contro il controverso accordo per la riconversione dell’ex Ilva, ma anche contro un’altra decisione, risalente al 2021, che prevede la costruzione di una discarica nel quartiere Paolo VI, una delle zone più colpite dall’inquinamento industriale.
Le dimissioni di Bitetti arrivano a poche ore da due appuntamenti chiave: il Consiglio comunale di mercoledì 30 luglio e la firma ufficiale al Ministero. Ma a questo punto, con il Comune senza guida, l’accordo potrebbe saltare.
Un esito che molti tra i manifestanti auspicavano apertamente. La protesta ambientalista a Taranto, infatti, ha radici profonde e dolorose: l’enorme impatto ambientale e sanitario dell’ex Ilva ha lasciato ferite aperte, alimentando una crescente diffidenza verso qualunque progetto.
Il futuro sempre più incerto
Il primo a intervenire dopo le dimissioni è stato Francesco Andrea Falcone, coordinatore del movimento “Con”, che ha espresso solidarietà al sindaco e denunciato “un clima intimidatorio che non può essere tollerato in una democrazia”.
Sul piano istituzionale, la situazione è ora delicatissima. Cosa ne sarà del Comune Taranto e dell'accordo con il Governo sull'ex Ilva?