Sull'aumento di stipendio ai ministri non parlamentari ora il Governo ingrana la retro
L'Esecutivo vuole stoppare sul nascere le polemiche. Al posto del "ritocchino" ci sarà un fondo per rimborsare le spese dei viaggi
Alla fine, sull'aumento degli stipendi ai ministri non parlamentari, la maggioranza ha ingranato la... retro.
Lo ha fatto dopo pressioni che sono arrivate addirittura da un ministro stesso (che tra l'altro sarebbe stato interessato direttamente dal "ritocchino" alla busta paga).
Aumento degli stipendi, la retromarcia: cosa è successo
E' stato infatti il titolare della Difesa e co-fondatore di Fratelli d'Italia, Guido Crosetto a invitare il Centrodestra a ritirare l'emendamento che prevedeva l'aumento dell'indennità a ministri e sottosegretari che hanno un ruolo istituzionale da "esterno" senza cioè che alle ultime elezioni Politiche siano stati eletti in Parlamento.
Un emendamento alla manovra 2025 che nel fine settimana aveva ricevuto il via libera dal Senato e quasi in contemporanea aveva visto sollevarsi un autentico polverone di polemiche con M5S e Pd pronti alle barricate.
Fatto sta che non ce sarà bisogno (anche se le polemiche non si placheranno) perché è stato appunto ieri sera, lunedì 16 dicembre, Crosetto ad annunciare la novità:
"Abbiamo chiesto ai relatori di ritirare l'emendamento per evitare inutili polemiche".
I ministri non rimarranno però a...bocca asciutta
I ministri che sarebbero stati interessati da questo provvedimento non resteranno però...a bocca asciutta.
L'intendimento che sembra emergere in queste ore sembra infatti quello di prevedere l'istituzione di un fondo per rimborsare le spese dei viaggi.
Nella fattispecie, 500mila euro all'anno.
Maggioranza spiazzata, ma Crosetto spegne le altre polemiche
Il cambio in corsa pare aver spiazzato i relatori della maggioranza (che sembrerebbe non abbiano gradito molto la novità, se non altro perché ci hanno messo la faccia nella presentazione di questo emendamento), ma a cercare di smorzare altre polemiche è intervenuto ancora Crosetto:
"È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati. La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli interni o della difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, né a me né ai miei colleghi".
Chi sono i ministri interessati
Nel frattempo si era scatenato il solito "balletto" di cifre. La portata degli aumenti era stata inizialmente stimata in 2mila euro al mese netti, mentre dall'opposizione avevano rilanciato che si sarebbe trattato di almeno 3mila.
Oggi la cifra che "gira" è di 7mila euro (probabilmente lordi, anche se non si hanno né conferme né smentite su questi numeri), con 500mila euro previsto come fondo mentre inizialmente la stima era stata di 1 milione e 300mila euro.
Ecco l'elenco dei ministri, da destra a sinistra:
- Guido Crosetto (Difesa, Fratelli d'Italia)
- Orazio Schillaci (Salute)
- Matteo Piantedosi (Interno, Lega)
- Marina Calderone (Lavoro, Fratelli d'Italia)
- Alessandra Locatelli (Disabilità, Lega)
- Andrea Abodi (Sport)
- Giuseppe Valditara (Istruzione, Lega)
- Alessandro Giuli (Cultura, Fratelli d'Italia)
Tra emolumenti, indennità e privilegi vari i nostri onorevoli Fedeli Servitori dello Stato non se la passano proprio male, tutt'altro! mentre la pensione minima dei lavoratori è stata aumentata per il 2025 di ben 1,8 euro e 5 milioni di Italiani vivono in povertà. Allegria!