Sul fine vita Zaia non molla: "Daremo tempi certi per chi chiede il suicidio assistito"
Il presidente della Regione Veneto torna su un tema a lui caro: "Se toccasse a me, vorrei decidere io". La Toscana, nelle prossime ore, possibile apripista
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"A prescindere dal fare una legge, stiamo lavorando a un regolamento di applicazione della sentenza della Corte costituzionale. Lo vogliamo fare, quantomeno perché ci siano dei tempi certi per la trattazione delle pratiche".
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, torna su un tema a lui caro: la regolamentazione (e tempi certi) del fine vita. Il leghista si era già esposto, nel gennaio 2024, quando nel "suo" Veneto, per un solo voto, non era passata la legge sul tema.
In quell'occasione la maggioranza di destra si era spaccata sul tema, con tanto di "fuoco amico" sul Doge: finito nel mirino delle associazioni Pro Vita, da sempre vicine da Fratelli d'Italia. "“Rispetto l’idea di tutti, ma se toccasse a me vorrei decidere io”, aveva tirati dritto Zaia.
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Per chiarezza: il suicidio assistito è già possibile con la sentenza Cappato che - pur non essendo una legge - dal 2019 è permesso ai pazienti che presentano situazioni intollerabili, e previa verifica dei casi, di autosomministrarsi un farmaco letale e porre fine alle proprie sofferenze. Il nodo è piuttosto quello di fare ordine in una selva burocratica che rende una calvario per i malati il raggiungimento di un loro diritto sancito.
Zaia torna sul fine vita
"A prescindere dal fare una legge, stiamo lavorando a un regolamento di applicazione della sentenza della Corte costituzionale. Lo vogliamo fare, quantomeno perché ci siano dei tempi certi per la trattazione delle pratiche".
Queste le dichiarazioni del presidente del Veneto, Luca Zaia, in merito al fine vita:
La sentenza della Corte Costituzionale "non prevede i tempi di risposta e chi somministra il farmaco - ha proseguito il leghista - Cerchiamo di aggiustare il tiro, fermo restando che sulla somministrazione del farmaco qualche problema di natura etica e di coscienza c'è. Mi sento di escludere - ha concluso - che ci siano ritardi o gente che butta i dossier su un angolo della scrivania. I nostri direttori hanno come disposizione di trattare subito coi comitati etici che abbiamo istituito".
La replica del Pd veneto
“Va valutato positivamente l’annuncio fatto dal presidente Zaia circa un intervento della Giunta per predisporre un regolamento riguardante il suicidio assistito in Veneto. Una richiesta che, in subordine rispetto alla via maestra legislativa, avevamo messo sul tavolo già un anno fa, dopo che i suoi stessi consiglieri avevano votato contro una sua indicazione, spaccando la maggioranza e sancendo per la prima volta la condizione minoritaria del presidente sul fronte dei diritti civili”. Così la capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Vanessa Camani.
A onor del vero, nel 2024, fu proprio per il voto contrario della consigliera dem Bigon che la legge che avrebbe dovuto regolamentare il fine vita in Veneto non vide la luce. La conta dei voti era infatti finita 25 a 25, con la spaccatura della maggioranza di centrodestra.
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Suicidio assistito: due casi in Veneto tramite in SSN
In Veneto, sono state due le pazienti che hanno avuto accesso al suicidio assistito tramite il Sistema Sanitario Nazionale. Dopo la vicenda di Gloria, la paziente oncologica deceduta nell'estate del 2023, nelle scorse settimane anche Vittoria (nome di fantasia per la privacy), una donna trevigiana di 72 anni affetta da sclerosi multipla progressiva da oltre vent'anni, ha scelto il suicidio medicalmente assistito ed è deceduta attraverso l'autosomministrazione di un farmaco letale fornito dal Servizio sanitario nazionale (SSN).
Il quadro nazionale
L'Associazione Luca Coscioni ha presentato, tempo fa, in tutte e 20 le regioni dello Stivale altrettante proposte di legge sul "Fine vita" che fissano l’esecuzione del trattamento a 20 giorni dalla richiesta del paziente.
Ma finora, sono arrivate solo bocciature "ideologiche" a cascata: la prima dal Consiglio regionale del Veneto che aveva votato no (malgrado il governatore Zaia favorevole) all'avvio dell’iter di approfondimento della proposta, poi in Piemonte era sfumata addirittura la possibilità di discuterla in aula, a seguire altra fumata nera in Friuli Venezia Giulia, nella terza Commissione del Consiglio regionale, competente in materia di Sanità. Nel frattempo, in Emilia, una delibera di Giunta ha fissato la primavera scorsa a 40 giorni le tempistiche: un passo avanti, malgrado i 20 giorni indicati dalla Coscioni, anche se non con una legge vera e propria. Ma l'Esecutivo nazionale ha subito dopo deciso di impugnare la decisione della Giunta regionale emiliana. Medesi mo fallimento in Lombardia.
Toscana apripista
La legge regionale sul suicidio assistito potrebbe arrivare dalla Toscana, prima regione in Italia. Dopo il dibattito aperto in Consiglio regionale, martedì 11 febbraio 2025, è prevista (salvo sorprese) l’approvazione finale. Una legge che nel corso del dibattito ha cambiato aspetto in alcuni punti fondamentali, a partire dal titolo. Non si chiama più “Procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito”, come recitava la proposta presentata dall’associazione Luca Coscioni (la stessa già bocciata in altre Regioni italiane).
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Adesso il titolo è: “Modalità organizzative per l’attuazione delle sentenze della Corte costituzionale 242/2019 e 135/2024”. Un nome che chiarisce che si tratti esclusivamente di un'applicazione. Il presidente della Toscana Eugenio Giani, ha parlato di una legge "che più che fissare principi vuole essere di regolamentazione medico-amministrativa".