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Suicidio assistito, il Tar sospende la delibera dell'Emilia Romagna: attesa per il giudizio il 15 maggio

La consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, ha presentato ricorso sostenendo che una simile regolamentazione non può essere affidata a un atto amministrativo locale

Suicidio assistito, il Tar sospende la delibera dell'Emilia Romagna: attesa per il giudizio il 15 maggio
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Suicidio assistito, il Tar sospende la delibera dell'Emilia Romagna: attesa per il giudizio il 15 maggio
Valentina Castaldini, Forza Italia

Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Emilia-Romagna ha disposto la sospensione cautelare della delibera con cui la Regione aveva stabilito linee guida per l’accesso al suicidio assistito, anche noto come morte medicalmente assistita. Si tratta di una misura temporanea, in attesa della trattazione collegiale fissata per il 15 maggio 2025, data in cui il TAR si esprimerà nel merito, decidendo se confermare la sospensione e annullare la delibera o se, al contrario, ripristinarne l’efficacia.

Il TAR sospende la delibera dell’Emilia-Romagna sul suicidio assistito

La delibera era stata approvata dalla giunta regionale a febbraio 2024 con l’obiettivo di regolamentare a livello locale una pratica già ammessa a determinate condizioni dalla Corte costituzionale. Nel 2019, infatti, la Consulta aveva depenalizzato il suicidio assistito in specifici casi, aprendo alla possibilità di accedere legalmente alla procedura in Italia. Tuttavia, il Parlamento non ha mai dato seguito a quella sentenza con una legge nazionale che definisca in modo dettagliato tempi, modalità e iter procedurali.

In questo vuoto normativo, alcune regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, hanno scelto di intervenire per fornire indicazioni operative alle strutture sanitarie. 

Sul tema si sono scatenate recenti fratture analoghe nella Giunta lombarda.

Mente il Governatore di Regione Veneto, Luca Zaia, che ha visto sfumare per un solo voto la regolamentazione del suicidio assistito ha annunciato che continuerà a spendersi sul vuoto legislativo.

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La lotta di Forza Italia

La reazione alla delibera regionale non si è fatta attendere. Poche settimane dopo l’approvazione, la consigliera regionale di Forza Italia, Valentina Castaldini, ha presentato ricorso al TAR, sostenendo che una simile regolamentazione non può essere affidata a un atto amministrativo locale. Secondo la sua posizione, una delibera regionale non può in alcun modo sostituirsi a una legge nazionale, specie su una materia tanto delicata e carica di implicazioni etiche, giuridiche e sociali.

Il governo ha poi seguito la stessa strada: l’11 marzo era stata Castaldini a rivolgersi al TAR; il 12 aprile anche la Presidenza del Consiglio dei ministri e il Ministero della Salute hanno depositato un ricorso con motivazioni simili, contestando la legittimità dell’intervento regionale. In entrambi i casi, i ricorrenti hanno sottolineato come il tema richieda una disciplina organica nazionale, frutto di un ampio e condiviso confronto parlamentare.

Oltre al profilo formale e costituzionale, sono stati sollevati altri rilievi. Castaldini ha contestato anche le motivazioni contenute nelle linee guida inviate alle aziende sanitarie, definite “contraddittorie e illogiche”. Fra le critiche principali figura anche l’istituzione del Comitato regionale per l’etica nella clinica (COREC), l’organismo incaricato di valutare le richieste di suicidio assistito, ritenuto inadeguato sia per composizione che per legittimità.

Due casi in Regione

La richiesta urgente di sospensione è arrivata nei giorni scorsi, quando si è diffusa la notizia di una terza domanda di accesso al suicidio assistito. In Emilia-Romagna, infatti, da quando la delibera era entrata in vigore, erano già stati portati a termine due procedimenti di morte assistita, e un terzo caso era in fase di valutazione. Questo nuovo sviluppo ha rafforzato le preoccupazioni di chi contesta la delibera, spingendo Castaldini a chiedere al TAR un intervento immediato.

Il tribunale ha accolto l’istanza, disponendo la sospensione cautelare delle delibere regionali in attesa della trattazione collegiale. In una nota, Castaldini ha accolto con favore la decisione, ribadendo che si tratta di “un passo importante” per riaffermare che una questione tanto delicata “non può essere affrontata con un atto amministrativo regionale”, ma solo attraverso una legge nazionale approvata in Parlamento. “Questa non è solo una battaglia giuridica – ha aggiunto – ma una difesa di principi etici e democratici fondamentali”.

Nel frattempo, il caso emiliano-romagnolo riporta con forza al centro del dibattito pubblico la necessità di una regolamentazione unitaria a livello nazionale. Il suicidio medicalmente assistito, infatti, rimane una pratica formalmente ammessa ma priva di una cornice normativa chiara e condivisa. La sentenza del TAR prevista per il 15 maggio potrebbe avere effetti significativi non solo sull’iniziativa della Regione Emilia-Romagna, ma anche su come il tema verrà affrontato nel futuro a livello legislativo.

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