SVOLTA CLAMOROSA

Cutro: tre militari della Guardia di Finanza indagati per essere tornati indietro senza soccorrere la nave

Sotto la lente la documentazione anche con materiale inedito dell'organizzazione no profit Lighthouse Reports

Cutro: tre militari della Guardia di Finanza indagati per essere tornati indietro senza soccorrere la nave
Pubblicato:
Aggiornato:

La strage di Cutro in Calabria dove il 26 febbraio morirono 94 persone che cercavano disperatamente di raggiungere l'Italia potrebbe avere uno sviluppo clamoroso.

L'inchiesta su quanto avvenuto potrebbe essere infatti riaperta. Sotto accusa c'è proprio l'attuale Governo che secondo una recentissima relazione pubblicata in queste ore sembra potesse sapere della gravità della situazione e del pericolo che poteva incombere per gli immigrati.

Le rivelazioni di Lighthouse Reports

Gli sviluppi potrebbero dunque arrivare dalle rivelazioni dell'ultimo rapporto di Lighthouse Reports, un’organizzazione olandese no-profit che conduce inchieste transnazionali

Come si ricorderà, in effetti, già a fine febbraio il Governo italiano venne accusato di non aver fatto abbastanza, pur essendo state allertate sulla situazione di grave pericolo per i naufraghi.

Una ricostruzione che aveva portato polemiche aspre e accese e lo stesso premier Giorgia Meloni aveva faticato non poco a contenere tutto il proprio sdegno per controbattere alla delusione per quegli attacchi.

Tanto che in quei giorni arrivarono anche numerose richieste di dimissioni all'attuale ministro dell'Interno, Matteo Piatedosi.

Cosa dice l'inchiesta appena pubblicata

Ma quali potrebbero essere dunque i risvolti conseguenti ai documenti pubblicati da Lighthouse Report? Cosa dice l'inchiesta dell'organizzazione no-profit olandese?

Fondamentalmente il rapporto ribadisce l'accusa che era stata mossa al nostro Esecutivo in quei drammatici giorni:

"Sia Roma che i vertici di Frontex sapevano che quell’imbarcazione era in difficoltà quando era stata avvistata sei ore prima della tragedia da un aereo dell’Agenzia europea per le frontiere, ma nonostante ciò hanno deciso di non intervenire e in seguito hanno cercato di insabbiare quello che sapevano".

I documenti inediti dell'organizzazione no-profit

A supporto di questa che, a dirla tutta non sarebbe una gran novità perché appunto si tratta di un'accusa già mossa al nostro Governo, l'organizzazione no profit ha fatto però sapere di essere entrata in possesso di documenti inediti ed esclusivi, come ad esempio un tablet con un software di navigazione che ha confermato la posizione della barca e la direzione di viaggio.

L'accusa più grave: l'insabbiamento

Dal report emerge anche l'accusa più grave, quella dell'insabbiamento. 

Ora di fronte a questi sviluppi e alle novità riportate da questa inchiesta, gli avvocati delle famiglie delle vittime stanno valutando la possibilità di portare il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

 

Seguici sui nostri canali