Stipendio sospeso dopo 5 giorni per chi non ha il Green pass
L'obbligo legato alla certificazione verde esteso a tutti i lavoratori, sia pubblici che privati, dal 15 ottobre. Nel settore privato stop agli emolumenti dal primo giorno di assenza.
Fra poche ore, al termine del Consiglio dei Ministri in programma nel pomeriggio di oggi, giovedì 16 settembre 2021, la terza evoluzione in tema Green pass sarà definita. Il Cdm si terrà subito dopo un incontro tra il ministro degli Affari regionali Mariastella Gelmini e i governatori, nel corso del quale saranno illustrate le norme presto in vigore.
Dopo l'introduzione del lasciapassare a fine luglio e l'integrazione agostana per i dipendenti del settore scolastico, il premier Mario Draghi tira dritto: l'obbligo legato alla certificazione verde sarà esteso a tutti i lavoratori, sia pubblici che privati. Il tutto a partire dal 15 ottobre.
In pratica, restano fuori solo pensionati, casalinghe, disoccupati e studenti fino alle superiori.
Stipendio sospeso senza Green pass
Nel decreto previste sanzioni anche severe, ma non il licenziamento.
Ma in ogni caso, dopo cinque giorni di assenza ingiustificata, il rapporto di lavoro sarà sospeso senza retribuzione e altri compensi. Questo per quanto riguarda il settore pubblico. Qualche ora dopo l’approvazione del decreto legge, il Consiglio dei ministri ha pubblicato un comunicato stampa per chiarire cosa succederà con lo stipendio: "La retribuzione non è dovuta dal primo giorno di assenza".
Non sarà considerata una sanzione disciplinare, ma per la riammissione in servizio bisognerà ottenere il Green pass.
Come saranno effettuati i controlli
Al momento dell’ingresso chi non ha il green pass non potrà essere ammesso all’interno delle aziende e viene considerato assente ingiustificato.
La procedura per i dipendenti pubblici e per quelli privati sarà né più né meno di quella attualmente già testata per il personale scolastico.
I vertici aziendali designeranno un capo ufficio o un capo reparto preposto al controllo all'ingresso (potrà essere anche chiesta una verifica dell'identità, ma anche della data di vaccinazione o di effettuazione del tampone per capire se il lasciapassare è ancora valido).
Le sanzioni i lavoratori senza Green pass
Le sanzioni per il settore pubblico e privato saranno probabilmente le stesse.
La violazione dell’obbligo di avere il certificato sarà punita con una multa che oscilla tra i 400 e i 1.000 euro e potrà essere aumentata in caso di contraffazione del documento.
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Anche per colf e badanti
L’obbligo di green pass per l’ingresso nei luoghi di lavoro vale per tutti i lavoratori privati, dunque sono inclusi gli autonomi e i collaboratori domestici. Si applicherà dunque anche all’idraulico o all’elettricista che viene a casa per un controllo, ma anche a colf e badanti. La norma dispone infatti che "chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde". Anche in questo caso sarà il datore di lavoro a occuparsi dei controlli. Dunque spetterà al cittadino che chiama l'idraulico o la badante farsi carico delle verifiche.