atto quarto

Sono arrivati in Albania i primi 40 stranieri dopo la trasformazione in Centro per il rimpatrio

Gjader è uno dei due (l'altro è quello di Shengjin) che il Governo italiano aveva fatto costruire sull'altra sponda dell'Adriatico inizialmente con l’obiettivo di portarci i migranti soccorsi in mare

Sono arrivati in Albania i primi 40 stranieri dopo la trasformazione in Centro per il rimpatrio
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Albania atto quarto. Sarà la volta buona? Chissà. Ma intanto già si alzano puntuali nuove polemiche sul progetto dei centri di Gjader e Shengjin

Perché Pd e M5S sono andati di nuovo all'attacco del Governo.

Mentre l'Unione Europea guarda nuovamente con curiosità all'iniziativa del nostro Esecutivo tanto che la Commissione guidata da Ursula von der Leyen si prepara nelle prossime settimane a preparare un documento sul fronte migranti che sarà sottoposto all'approvazione del Consiglio e del Parlamento Europeo.

E si rimane anche sempre in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Europea.

Migranti arrivati al centro di Gjader, in 40 trasferiti dall'Italia all'Albania

La vicenda nei sui ultimissimi nuovi sviluppi è ormai nota.

Quaranta migranti sono stati trasferiti dall’Italia al CPR di Gjader, in Albania.

La nave Libra

Come ben ricorderà visto le clamorose controversie giudiziarie e il braccio di ferro tra i giudici e il nostro Governo, per mesi il centro era rimasto vuoto, dopo i tentativi a vuoto dell'Esecutivo di portarci le persone soccorse in mare.

Ecco allora che ieri sera, venerdì 11 aprile 2025, i 40 migranti arrivati in Albania sulla nave Libra della Marina militare italiana sono stati trasferiti nel centro per migranti di Gjader.

I migranti nei centri in Albania, che tormentone

Il centro finora era stato utilizzato solo per pochissimi giorni con annesse polemiche da parte del Centrosinistra, non ultima la visita dell'ex presidente del Consiglio e leader di Italia Viva Matteo Renzi a denunciare lo spreco di una struttura vuota da tempo.

Quello di Gjader è uno dei due (l'altro è quello di Shengjin) che il Governo italiano ha fatto costruire in Albania con l’obiettivo di portarci i migranti soccorsi in mare, ma finora di fatto rimasto inutilizzato perché i vari tribunali competenti non avevano convalidato i trattenimenti dei migranti, con la motivazione di un contrasto con le norme europee.

Da dove arrivano i migranti, l'attacco del Pd

I migranti appena arrivati in Albania sono originari di Tunisia, Egitto, Bangladesh, Pakistan, Algeria, Georgia, Nigeria e Moldavia.

Secondo l’ANSA arrivano da diversi CPR italiani, tra cui quelli di Bari, Torino, Trapani, Gorizia, Milano e Brindisi.

Al loro arrivo, l'europarlamentare del Pd Cecilia Strada ha denunciato il fatto che i migranti avevano delle fascette attorno ai polsi, ufficialmente per impedire loro di commettere gesti di autolesionismo.

 

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Lo sguardo dell'Europa verso il nostro progetto

Al di là delle polemiche "nostrane", in realtà l'Europa come era già accaduto nei mesi scorsi sembra continuare a guardare con interesse al nostro progetto migranti in Albania.

La conferma è arrivata anche nelle scorse settimane dalla Commissione Ue presieduta da Ursula von der Leyen che ha osservato:

ursula von der leyen
La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen

"Stiamo aprendo alla possibilità per gli Stati membri di istituire hub di rimpatrio nei Paesi terzi. È stato un elemento importante della nostra discussione sulle soluzioni innovative per contrastare con determinazione la migrazione illegale, agendo in cooperazione con i paesi partner e garantendo che i diritti fondamentali degli individui interessati siano assicurati in conformità con il diritto internazionale".

Ecco allora che per completare il nuovo approccio comune sui rimpatri, la Commissione sta inoltre preparando una proposta sulla digitalizzazione della gestione dei casi di rimpatrio per la fine dell’anno.

Il nuovo approccio contribuirà anche alla prossima revisione di Frontex, in cui sarà importante garantire che le operazioni di rimpatrio possano essere organizzate direttamente da Frontex con i Paesi terzi, migliorando al contempo il ruolo dell’Agenzia nella prevenzione della migrazione irregolare.

I Paesi sicuri elemento chiave per le procedure di asilo

In questo scenario un elemento chiave del documento che dovrebbe consentire di semplificare le procedure di asilo è dato dal concetto di Paesi sicuri.

La Commissione sta attualmente preparando un elenco Ue di Paesi di origine sicuri come confermato ancora da von der Leyen:

"Stiamo attingendo a un’analisi dell’Agenzia Ue per l’asilo e ad altre fonti di informazioni disponibili per valutare una prima selezione di paesi scelti in base a criteri oggettivi, come bassi tassi di riconoscimento dell’asilo. La nostra intenzione è di presentare una proposta per un primo elenco Ue di paesi di origine sicuri nelle prossime settimane. Una volta adottato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, questo elenco sarà dinamico e potrà essere ulteriormente ampliato o rivisto nel tempo".

Un nuovo sistema comune per i rimpatri

Ma non solo. La Commissione propone anche di istituire un Sistema Comune Europeo per i Rimpatri, con procedure di rimpatrio più rapide, semplici ed efficaci in tutta l’UE.

Le nuove regole forniranno agli Stati membri gli strumenti necessari per rendere i rimpatri più efficienti, "nel pieno rispetto dei diritti fondamentali", assicurano da Bruxelles.

Le nuove regole possono essere sintetizzate così:

  • Un vero sistema europeo sotto forma di Regolamento
  • Riconoscimento reciproco delle decisioni di rimpatrio
  • Regole chiare sul rimpatrio forzato, incentivando il rimpatrio volontario
  • Obblighi più rigorosi per i destinatari di rimpatrio, bilanciati da garanzie chiare
  • Solide garanzie per tutto il processo di rimpatrio
  • Regole più rigide per limitare gli abusi e gestire le fughe
  • Norme specifiche per le persone considerate a rischio per la sicurezza
  • Riammissione come parte del processo di rimpatrio
  • Centri di rimpatrio (return hubs)
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