Ad Asti

"Siamo tutti fratelli": quelli d'Italia ad Asti tacciati di discriminazione

A bocciare il progetto, tacciandolo di scorrettezza per la selezione delle famiglie che si fa in base alla nazionalità, il Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti

"Siamo tutti fratelli": quelli d'Italia ad Asti tacciati di discriminazione
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Bisognosi sì, ma soltanto i bisognosi italiani. E' polemica ad Asti per la campagna di Fratelli d'Italia che mira a raccogliere beni per le persone che vivono in povertà: l'idea è quella di raccoglierli solo per le famiglie "italiane" e "non per tutti", ovvero per chi non ha una colorazione tipicamente italiana, verrebbe da supporre.

Un episodio analogo, da cui - per onor di cronaca, Giorgia Meloni, in seguito alle polemiche che si erano scatenate, aveva preso le distanze dissociandosi pubblicamente - era accaduto a Mantova nel 2019. Luca de Marchi, consigliere sovranista di FdI aveva promesso frittelle gratis al luna park, ma solo per i bambini italiani, rimediando una denuncia e diversi grattacapi.

Stavolta, invece, nessun commento dalla leader, ora assurta a premier, circa l'iniziativa di dare una mano soltanto ai bambini (e relative famiglie) italiani. Non è stato specificato da quante generazioni.

FdI Asti: una mano ai bisognosi (italiani)

Indumenti, giocattoli, pannolini: che andranno a bambini italiani, ad Asti Fratelli d'Italia propone una beneficenza sovranista. Come racconta Prima Torino, inevitabile la polemica: a bocciare il progetto, tacciandolo di scorrettezza per la selezione delle famiglie che si fa in base alla nazionalità, proprio il Nodo antidiscriminazione del Comune di Asti, attivo dal 2017.

Il post di Fratelli d'Italia recita così:

"Ci mettiamo a disposizione e mettiamo a disposizione la nostra Sede, per chiunque volesse donare indumenti, giocattoli e pannolini per le famiglie italiane, del nostro territorio, che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese con l'obiettivo di essere al fianco dei più bisognosi. La generosità e il cuore degli astigiani è sicuramente grande, per questo auspichiamo che tante persone aderiscano anche a questa nuova raccolta straordinaria. I beni donati aiuteranno famiglie, disoccupati e pensionati".

E ancora

"Fratelli d'Italia Asti, - conclude, infine, la nota - si occuperà, poi, di consegnare quanto raccolto in forma privata, direttamente alle famiglie bisognose del territorio e alle parrocchie del Comune cittadino che sapranno come e a chi distribuire i beni raccolti".

Il messaggio è stato diffuso su Facebook dal consigliere comunale FdI, Carlotta Accomasso che, dopo le critiche ricevute, ha specificato:

"La nostra iniziativa non è né provocatoria né discriminatoria, bensì ha l'obiettivo di aiutare i nostri connazionali più deboli e dimenticati, le famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà, e, proviamo, nel nostro piccolo, ad aiutare con azioni concrete i cittadini in difficoltà che stanno soffrendo".

Chiarendo nuovamente che il beneficio è pensato solo per i "connazionali".

L'intervento della Chiesa

A buttare acqua sul fuoco delle polemiche è stata la Chiesa locale :

"L'elemento dell'intervento cristiano è il bisogno, non ci sono altri criteri", ha commenta il vescovo Marco Prastaro a La Stampa, aggiungendo: "La solidarietà cristiana parte dal Vangelo, dove c'è un'indicazione molto chiara".

Prova a stemperare gli animi anche il coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, Luigi Giacomini.

"L'idea non è quella di discriminare nessuno, anzi. L'iniziativa è rivolta a chi è tracciato all'anagrafe, indipendentemente dall'origine o dall'etnia. Cioè a quella fascia di persone che non rientra nella definizione di profughi, una categoria che è già aiutata da tante associazioni".

Ma, in conclusione, anche un profugo verrebbe aiutato: "Se avesse davvero bisogno e non avesse trovato l'aiuto di nessuno lo accoglieremmo a braccia aperte".

"Non abbiamo mai lasciato indietro nessuno, né lo lasceremo, indipendentemente da origine ed etnia", prova a chiudere il caso il sindaco di Forza Italia Maurizio Rasero.

Da come era stato scritto inizialmente non pareva così - complice anche la precisazione "per i nostri connazionali" - per fortuna che chi è insorto, allora, aveva capito male...

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