"Aumentare spesa per la difesa"

Sia maggioranza che opposizione spaccate sul Piano di riarmo europeo della Von der Leyen

Solite divergenze fra Forza Italia e Lega, Schlein dopo il "salto quantico" non sta né con gli Usa, né con l'Ue

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Ursula von der Leyen

Come era prevedibile, il piano presentato nella giornata di ieri, 4 marzo 2025, dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, “Rearm Europe” - articolato in cinque punti per aumentare la spesa europea nella difesa - ha generato immediate reazioni nella politica nostrana.

Meloni salvini tajani
Tajani, Meloni e Salvini

Vertice a Palazzo Chigi

Il 4 marzo 2025 si è svolto un incontro a Palazzo Chigi tra la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. La riunione ha avuto luogo proprio nel giorno in cui Ursula von der Leyen ha presentato il piano "Rearm Europe", che prevede un investimento da 800 miliardi per la difesa europea. L'obiettivo del vertice era discutere di questo tema in vista del Consiglio europeo straordinario del 6 marzo sull'Ucraina, anche se l'appuntamento decisivo si terrà il 20 marzo. La posizione italiana punta alla compattezza e a una linea chiara di fronte all'Europa.

Durante la riunione sono state analizzate le proposte avanzate dalla presidente della Commissione europea. Il vertice del 6 marzo, essendo informale, servirà come passaggio preparatorio, mentre quello del 20 marzo dovrebbe rappresentare il momento chiave per le decisioni sulla difesa comune.

Le divergenze tra Salvini e Tajani

Prima dell'incontro, Matteo Salvini aveva espresso la sua contrarietà all'idea di creare nuovo debito per finanziare gli armamenti, una posizione sostenuta invece da Fratelli d'Italia. Antonio Tajani, dal canto suo, ha difeso von der Leyen dalle critiche della Lega, sottolineando come il piano "Rearm Europe" rappresenti "un passo concreto per la costruzione di una difesa europea indispensabile", riprendendo il sogno di Alcide De Gasperi e Silvio Berlusconi.

Dal governo si fa notare come il piano della Commissione risponda in parte alla richiesta italiana di maggiore flessibilità sui conti pubblici per aumentare le spese per la difesa, in modo da rispettare gli impegni con la NATO. Tuttavia, restano dubbi su come verranno distribuiti gli investimenti per evitare squilibri a favore di alcuni paesi, come la Francia.

Sul fronte ucraino, l'Italia conferma il proprio sostegno all'Occidente, ma senza inviare truppe. La posizione della premier resta ferma: nessuna partecipazione militare italiana senza una cornice atlantica o un intervento ONU. Tuttavia, la Lega continua a marcare un approccio differente, con Salvini che insiste sulle opportunità di un dialogo diretto con gli Stati Uniti di Trump.

Un vecchio incontro Salvini-Trump

Nonostante queste differenze, la Lega assicura che il vertice si è svolto senza tensioni, essendo un incontro di coordinamento piuttosto che di decisioni definitive. Salvini ha comunque proseguito nel suo attacco al piano di von der Leyen, affermando:

"È nostro interesse spendere 800 miliardi per comprare armi mentre l'UE non ci permette di investire pochi miliardi in scuole e ospedali?".

Il leader leghista porterà questo messaggio nelle piazze italiane nel fine settimana, unendo la campagna per la "pace fiscale" alla sua posizione sulla guerra in Ucraina.

La posizione di Crosetto

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha affidato a un lungo post su X la sua visione della situazione, affermando:

"Viviamo un momento storico e geopolitico drammatico, denso di criticità. Le notizie quotidiane superano ormai il livello di guardia, creando ansia, paure e confusione. Ecco perché, davanti a questo scenario epocale, davvero non riesco a capire come sia possibile che il "tema" della Difesa e della deterrenza di una nazione (di un'alleanza, di un'unione) possa diventare un terreno su cui scontrarsi per qualche zero virgola in più nei sondaggi delle prossime settimane".

Stamane il ministro ha precisato:

"Investire nella Difesa di una nazione non può e non deve essere considerato alternativo ad altre cose fondamentali, come la Sanità, la Scuola, il Sociale. Ci sono stati tempi nei quali non ne sentivamo la necessità e non ne percepivamo l’urgenza e quindi non lo abbiamo fatto. Oggi, purtroppo, è necessario ed urgente. Ma non in contrapposizione con altri interventi".

Fratelli d'Italia e l'invio di truppe in Ucraina

Nel corso di un'intervista televisiva, Giorgia Meloni ha ribadito la sua contrarietà all'invio di soldati italiani in Ucraina, un'idea sostenuta invece dal presidente francese Emmanuel Macron e dal premier britannico Keir Starmer.

"È molto complessa nella realizzazione. Non sono convinta che sia efficace. Non manderemo soldati italiani" ha dichiarato la premier, sfidando l'opposizione a chiarire la propria posizione.

Anche a margine del vertice di Londra, Meloni aveva espresso perplessità sull'impiego di truppe europee, preferendo l'idea di applicare una sorta di "articolo 5 della NATO" all'Ucraina, garantendo un intervento in caso di attacco, pur senza includere formalmente Kiev nell'Alleanza.

Vertice a Londra

Il "No" di M5s, Pd e Sinistra Italiana

L'opposizione (seppur non in maniera compatta) ha espresso critiche severe nei confronti del piano di von der Leyen. La segretaria del PD, Elly Schlein, lo ha definito "la strada sbagliata", mentre Andrea Orlando ha bocciato l'iniziativa, ritenendola un incentivo al riarmo nazionale piuttosto che alla costruzione di una difesa comune europea.

Il presidente del Copasir, Lorenzo Guerini, ha sottolineato la necessità di modifiche, mentre il Movimento 5 Stelle, con Giuseppe Conte, ha parlato di "furia bellicista". Conte ha escluso la partecipazione del M5S alla manifestazione del 15 marzo, dichiarando:

"Noi siamo per un'Europa più verde e solidale, non per quella del riarmo".

Ancora più dura la posizione di Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, che ha definito von der Leyen "inadeguata e pericolosa", accusandola di voler spendere miliardi per le armi mentre negli anni sono stati bloccati investimenti in sanità e transizione ecologica.

I favorevoli

Non si spacca soltanto la maggioranza, ma anche la minoranza viaggia su posizioni contrapposte.

Il segretario di Azione Carlo Calenda ha commentato in positivo il nuovo piano europeo per la difesa, criticando le forze politiche che si sono schierate contro.

"Sintetizzando: Lega, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle sono per la resa dell’Ucraina e contro la costruzione di un esercito europeo. Meloni è in bilico così come Schlein sul fronte opposto. Adesso ci sarà da approvare o meno il piano della von der Leyen, cosa faranno le due coalizioni?".

Nella sua newsletter Enews del 4 marzo, poche ore prima della presentazione del piano di von der Leyen, il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha chiarito che "servono investimenti in difesa, non solo per comprare pallottole, ma per investire in ricerca, innovazione, startup, laboratori di ricerca". Sposando, di fatto, la linea annunciata dalla leader europea.

Anche Più Europa resta sulla posizione già espressa: chiedere un maggiore impegno militare a favore dell’Ucraina.

La manifestazione del 15 marzo

Il 15 marzo si terrà a Roma la manifestazione "Una piazza per l'Europa", nata dall'appello del giornalista Michele Serra. L'iniziativa mira a creare una mobilitazione senza bandiere di partito, con l'obiettivo di difendere l'unità europea. Anche i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno aderito all'evento. La segretaria della Cisl, Daniela Fumarola, ha spiegato che la manifestazione è necessaria per rispondere alla crisi europea aggravata dall'incertezza nei rapporti con gli Stati Uniti.

L'iniziativa vuole essere un segnale forte ai leader politici affinché accelerino il processo di integrazione europea, promuovendo politiche comuni su difesa, economia e governance, per evitare che l'UE resti schiacciata tra le potenze globali emergenti e le minacce interne degli estremismi politici.

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