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Sì del Governo al decreto sui CPR in Albania, stretta su diplomifici e ius sanguinis, test medicina addio

Schlein attacca: "Pur di metterci qualcuno a tutti i costi, saranno i centri più cari della storia"

Sì del Governo al decreto sui CPR in Albania, stretta su diplomifici e ius sanguinis, test medicina addio
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Il Consiglio dei Ministri si è riunito a Palazzo Chigi nella giornata di venerdì 28 marzo 2025 e ha approvato una serie di provvedimenti che segnano un cambiamento significativo in diversi ambiti.

Dalle politiche migratorie alla riforma dell’accesso alle università di medicina. Tra le principali novità, l'adattamento del controverso decreto Albania e la stretta su ius sanguinis.

Cosa cambia nei centri in Albania

Il governo Meloni non molla la presa sul tanto discusso "decreto Albania" e approva una misura che modifica il funzionamento dei centri per migranti nel paese balcanico, ora saranno dei veri e propri Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR).

Uno dei centri in Albania

Il decreto prevede l'estensione dei trasferimenti anche ai migranti già presenti in Italia e destinatari di provvedimenti di espulsione, il ministro degli Interni Piantedosi ha dichiarato che non serviranno risorse aggiuntive per l'operazione.

Questi centri, dove vengono trattenuti gli stranieri in attesa di rimpatrio, erano stati al centro di polemiche per la loro inefficacia e i problemi legali con la magistratura italiana che aveva bloccato tre volte il trasferimento di migranti nei centri.

Le critiche di Schlein

Non sono mancati però i dubbi sulla futura implementazione e sulle possibili difficoltà legali con la Corte di Giustizia Europea chiamata a pronunciarsi sul concetto di “paesi sicuri” nelle prossime settimane.

La segretaria del Pd Elly Schlein ha duramente criticato il provvedimento. Secondo Schlein, la gestione dei centri in Albania rappresenta un “fallimento totale della propaganda” del governo Meloni.

La segretaria del Pd Elly Schlein

“Non solo Giorgia Meloni non riesce a chiedere scusa per i diritti calpestati e i soldi sprecati in Albania, ma rincara la dose. Pur di mandare qualcuno nei centri in Albania rimasti sempre vuoti, lo vuole trasformare nel CPR più caro della storia: 800 milioni di euro degli italiani che si potevano usare per assumere medici e infermieri. Dopo averci rifilato per mesi la balla dell’effetto deterrente sulle partenze, perché le persone non sarebbero arrivate in Italia, ora ci spiegano che manderanno in Albania solo persone da rimpatriare che si trovano già in Italia. E con costi maggiori".

Le nuove regole sullo ius sanguinis

Un altro punto centrale delle nuove misure riguarda la cittadinanza per i discendenti di italiani all'estero. Il governo ha deciso di porre dei limiti alle richieste di cittadinanza basate sullo ius sanguinis. Finora, i discendenti di emigrati italiani da più di due generazioni potevano ottenere la cittadinanza.

Con il nuovo intervento, solo coloro che hanno almeno un genitore o un nonno nato in Italia potranno ottenere la cittadinanza italiana. Inoltre, è stato introdotto l’obbligo di mantenere un legame reale con l'Italia, con l'esercizio dei diritti e doveri dei cittadini ogni 25 anni.

Il vice presidente Tajani

"Verranno posti limiti precisi soprattutto per evitare abusi o fenomeni di commercializzazione dei passaporti italiani. La cittadinanza deve essere una cosa seria”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Tajani.

Esultano i sindaci sommersi di richieste, un fenomeno molto diffuso in particolare in Veneto. Per essere cittadini ci vuole un legame con il territorio: limitare gli ascendenti al secondo grado (al nonno) nella possibilità di ottenere la cittadinanza porterà sicuramente a una radicale diminuzione delle richieste e quindi è un forte alleggerimento dei compiti e della burocrazia per Comuni, Tribunali e Consolati.

Istruzione, stop ai "quattro anni in uno"

In ambito scolastico, il Consiglio dei ministri ha introdotto nuove normative per combattere il fenomeno dei cosiddetti "diplomifici", scuole private che offrono percorsi accelerati per ottenere diplomi.

Una delle misure più significative prevede l’impossibilità di fare "quattro anni in uno", una pratica che, secondo il ministro dell'Istruzione Valditara, non verrà più consentita. Ci saranno solamente i "due anni in uno".

Inoltre, tutte le scuole dovranno obbligatoriamente adottare registri e pagelle elettronici e le scuole paritarie potranno attivare solo una classe terminale per ogni indirizzo di studio. Un altro intervento importante riguarda la creazione di commissioni esterne per l’ammissione e gli esami di idoneità, evitando che gli insegnanti della scuola facilitino il recupero degli studenti.

Addio al discusso test di medicina

Una grande rivoluzione riguarda infine l'accesso alla facoltà di Medicina. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto della ministra Bernini che abolisce il test di ingresso, sostituendolo con un semestre di studi ad accesso libero.

La ministra Bernini

Si chiamerà "semestre filtro". Al termine di questo percorso, per essere ammessi definitivamente al corso, gli studenti dovranno superare un esame con almeno 18 crediti formativi. In caso di fallimento, sarà possibile tentare fino a tre volte.

La riforma punta ad aumentare il numero di medici e si inserisce in un programma a lungo termine che prevede l'aumento di 30mila posti negli atenei italiani nei prossimi sette anni.

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