Separazione carriere magistrati, Tajani: "Era il sogno di Silvio". Avs: "Sì, una vendetta contro le toghe rosse"
Dure critiche anche da parte dell'Associazione nazionale magistrati

La riforma della giustizia fa un passo avanti tra le polemiche. Dopo il primo sì della Camera è arrivato anche quello del Senato, e ora il testo andrà in seconda lettura in entrambi i rami del Parlamento, prima dell'eventuale referendum confermativo.
Non mancano, naturalmente, le reazioni contrapposte, con il Centrodestra (Forza Italia in particolare) che esulta, e le opposizioni sulle barricate.
Separazione carriere magistrati, le proteste in aula
In aula non sono mancate le proteste. Al momento del voto il Partito Democratico ha mostrato la Costituzione capovolta, mentre il Movimento Cinque Stelle ha esposto dei cartelli con le foto di Falcone e Borsellino contrapposti a Berlusconi e Licio Gelli.

Tajani: "Era il sogno di Silvio"
Inevitabile che il dibattito verta attorno alla figura di Silvio Berlusconi. Il fondatore di Forza Italia, infatti, da sempre ha combattuto questa "battaglia", e ora gli azzurri dedicano proprio a lui questo passo avanti.
"Si compie un grande sogno perseguito con tenacia dal presidente Berlusconi e da Forza Italia. Un sogno di libertà, di sicurezza, di garanzie per i cittadini", ha detto l'attuale leader di FI Antonio Tajani.
La Lega - tramite Erica Stefani - ha invece sottolineato come "la riforma non è contro la magistratura".
Le critiche dell'opposizione, dalla P2 al Papeete
Critiche le opposizioni. Il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte parla di una riforma che "realizza il disegno di Licio Gelli e della P2", mentre in Aula il pentastellato Roberto Scarpinato ha usato parole durissime:
"Regolamento di conti della casta erede della destra eversiva contro i magistrati".
Parole simili anche da Peppe De Cristofaro, capogruppo di Avs:
"Queste proposte hanno un obiettivo comune: ridisegnare le caratteristiche di fondo del nostro sistema democratico e accentrare il potere nelle mani del governo, a scapito del potere legislativo da un lato, e di quello giudiziario dall'altro".
Sull'eventuale referendum, invece, la "profezia" di Dario Franceschini (PD), che ha ipotizzato che "si tramuterà in un altro boomerang trasformandolo in un nuovo 'Papeete' che costringerà Meloni alle dimissioni".
L'Anm
Infine, sulla riforma è intervenuta anche l'Associazione nazionale magistrati, che ha aspramente criticato il testo sostenendo che "addomestica i magistrati e toglierà garanzie ai cittadini con il chiaro intento di far sì che la magistratura rinunci al proprio compito di controllo di legalità".