Senato, via al voto sulla fiducia a Draghi. All'esame la risoluzione Casini: Governo ai titoli di coda
Si vota la risoluzione Casini, su cui il centrodestra ha già espresso contrarietà.
Il Governo Draghi ai titoli di coda? Parrebbe quasi di sì. Perché il premier, nella fase di replica ha posto la fiducia sulla risoluzione Casini, che il centrodestra ha già annunciato che non voterà.
Governo Draghi ai titoli di coda?
Mario Draghi ha replicato in maniera concisa e puntuta agli attacchi ricevuti durante la fase di dibattito, dal Superbonus (con tanto di applauso della Lega, che invece in mattinata aveva dimostrato di non apprezzare particolarmente le parole del premier) allo Ius Scholae, replicando anche a un tweet di Giorgia Meloni con cui la leader di Fratelli d'Italia lo aveva accusato di volere "pieni poteri".
Dopodiché ha chiesto di porre la fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Pierferdinando Casini, che chiedeva la conferma del sostegno al Governo.
"No" dunque a quella della Lega, che chiedeva una discontinuità nel Governo e quindi un passaggio verso un Draghi bis per sottolineare la cesura rispetto al Movimento 5 Stelle.
La risoluzione Casini: cosa prevede
La risoluzione Casini prevede di fatto la continuità del Governo, riassunta in una riga:
"Il Senato, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri le approva".
Il centrodestra non vota
Il centrodestra ha già annunciato (e lo ha confermato in questi minuti) che avrebbe votato solo la risoluzione della Lega e dunque il rischio è che - se verrà confermato il "no" alla fiducia anche del Movimento Cinque Stelle - il Governo vada sotto.
Altro segnale importante è che per la Lega non parlerà Matteo Salvini, indicato fino a poco fa per la dichiarazione di voto. Al suo posto la parola sarà presa da Stefano Candiani.
In casa Forza Italia segnalata grande tensione (ancora una volta) tra Licia Ronzulli e Mariastella Gelmini. Gelmini che ha poi annunciato la volontà di lasciare gli azzurri.
In una nota il centrodestra spiega di aver parlato - tramite Silvio Berlusconi - sia con Draghi sia con Mattarella, dando la propria disponibilità a sostenere un Draghi-bis e di sentirsi in qualche modo "tradito" dalla scelta di votare "una risoluzione proposta da un senatore eletto con la sinistra".
Anche il Movimento Cinque Stelle non voterà la risoluzione. Si va dunque verso una votazione per "pochi intimi", che comunque andrebbe a certificare la fine quasi certa dell'Esecutivo. Draghi infatti potrebbe prendere atto di una maggioranza oramai inesistente e salire al Colle per rassegnare di nuovo le dimissioni.