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Seconda bocciatura per il Ponte di Messina: Corte dei Conti nega visto a convenzione tra ministero e concessionaria

Un mese fa negato è stato negato il visto di legittimità alla delibera del Cipes di agosto che approvava il progetto definitivo

Seconda bocciatura per il Ponte di Messina: Corte dei Conti nega visto a convenzione tra ministero e concessionaria

Un nuovo ostacolo si abbatte sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità al terzo atto aggiuntivo della convenzione tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e la società Stretto di Messina Spa, concessionaria dell’opera.

Seconda bocciatura per il Ponte di Messina

Si tratta del secondo stop nel giro di poche settimane. A fine ottobre, la stessa magistratura contabile aveva già bocciato la delibera Cipess che approvava il progetto definitivo e assegnava i fondi necessari.

La decisione è arrivata al termine dell’adunanza del 17 novembre 2025.

“La Sezione centrale di controllo di legittimità non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione il decreto del 1° agosto 2025, n. 190”, spiega una nota della Corte, che annuncia la pubblicazione delle motivazioni entro trenta giorni.

Le perplessità della Corte dei Conti

Il nuovo stop riguarda un atto strettamente collegato alla delibera Cipess di agosto, già respinta, e che regolamenta i rapporti tra il Ministero e la concessionaria Stretto di Messina Spa.

In sostanza, la Corte ha di nuovo bloccato l’avanzamento amministrativo dell’opera, rimettendo in discussione l’intero impianto tecnico e procedurale su cui si fondava il riavvio del progetto, riattivato dal governo nel 2023.

Secondo quanto emerso, i magistrati contabili hanno sollevato numerose perplessità, chiedendo chiarimenti sulla procedura d’urgenza utilizzata che puntava a classificare il ponte come infrastruttura di interesse strategico militare.

Salvini: “Resto determinato e fiducioso”

La Corte chiede delucidazioni su una serie di elementi chiave: dall’attendibilità delle stime di traffico al piano tariffario elaborato dalla TPlan Consulting fino alle coperture economiche, alle norme ambientali e antisismiche e al rispetto delle regole europee sui costi massimi delle grandi opere.

Il primo commento politico arriva naturalmente dal vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

Salvini vuole equiparare i reati dei minorenni a quelli dei maggiorenni
Matteo Salvini

Nessuna sorpresa, è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso“.

Il governo, ora, ha però davanti a sé un bivio: intervenire con modifiche normative per superare le criticità evidenziate o ricalibrare l’intero iter amministrativo. Le prossime settimane saranno decisive.

Tuona Bonelli: “Gravità assoluta”

Durissimo il commento delle opposizioni, che leggono nella decisione della Corte una bocciatura politica dell’intero impianto progettuale.

La decisione è di una gravità assoluta. Significa che il governo Meloni stava impegnando fondi pubblici dentro un quadro ritenuto non legittimo per un’opera da 14 miliardi di euro senza alcuna certezza tecnica, ambientale o giuridica: risorse sottratte a ferrovie, scuole, sanità e sicurezza del territorio“, tuona Angelo Bonelli di AVS.

Angelo Bonelli

Destino più incerto che mai per il Ponte

Il Ponte sullo Stretto è da decenni uno dei temi più controversi della politica italiana. Ciclicamente rilanciato e altrettanto ciclicamente fermato.

Il doppio stop della Corte dei Conti – in appena un mese – rappresenta uno dei colpi più duri al progetto da quando, nel 2023, il governo aveva deciso di riattivare la società concessionaria e avviare l’aggiornamento tecnico.

Ora, il destino dell’opera è più incerto che mai. Mentre il governo prepara le contromosse, il dibattito si riaccende.

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