Il clima internazionale, segnato dai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, sta alzando la tensione anche nel nostro Paese. E nelle ultime ore le parole del presidente ucraino Zelensky – che ha ipotizzato un prossimo sorvolo di droni russi sull’Italia – hanno contribuito a suscitare apprensione.
Detto questo, l’ipotesi di un’Italia in guerra appare decisamente remota (se non fantascientifica). Ma in questi giorni c’è chi se lo è domandato di sicuro: se l’Italia andasse in guerra chi verrebbe richiamato alle armi?
Italia in guerra? Chi potrebbe essere richiamato
Anche se sospesa nel 2005, la leva non è stata mai abolita del tutto: la normativa italiana prevede che, in caso di emergenza nazionale o conflitto armato, possa essere riattivata con un decreto del Presidente della Repubblica.
Le tensioni con la Russia e il timore di un conflitto diretto con la NATO rendono il tema della difesa collettiva sempre più centrale. In quanto membro della Nato, il nostro paese è vincolato all’articolo 5 del Trattato Atlantico, che sancisce il principio di difesa collettiva: un attacco a uno degli Stati membri obbliga gli altri a intervenire.
Cosa prevede la Costituzione italiana
La Costituzione, all’articolo 11, stabilisce che l’Italia “ripudia la guerra come strumento di offesa”. Tuttavia, l’articolo 78 attribuisce alle Camere la facoltà di deliberare lo stato di guerra e di conferire al governo i poteri straordinari necessari. L’articolo 52, infine, sancisce che la difesa della Patria è un dovere di ogni cittadino, ponendo le basi giuridiche per un’eventuale reintroduzione della leva obbligatoria.
Chi verrebbe chiamato in caso di mobilitazione
In caso di conflitto, l’Italia seguirebbe una precisa gerarchia di richiamo:
- Forze armate attive: Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza sarebbero i primi a essere impiegati.
- Ex militari congedati da meno di cinque anni: potrebbero essere richiamati rapidamente per rinforzare i reparti.
- Riservisti volontari: una riserva militare ausiliaria, prevista da un recente decreto legislativo, che entro il 2034 dovrebbe portare le forze armate a 160.000 unità.
- Civili: solo in caso di necessità estrema, i cittadini dai 18 ai 45 anni potrebbero essere arruolati previa visita medica (divisi in idonei, rivedibili con nuovi accertamenti e riformati). La chiamata riguarderebbe sia uomini che donne, con esenzioni per categorie particolari come le donne in gravidanza o chi risulta non idoneo fisicamente.
La leva militare è obbligatoria o si può rifiutare?
Secondo l’articolo 52 della Costituzione, la difesa della Patria è un dovere inderogabile. Questo significa che, in caso di richiamo ufficiale, non sarebbe possibile rifiutare senza incorrere in conseguenze penali, salvo gravi motivi di salute certificati. La legge, tuttavia, tutela i cittadini arruolati garantendo la conservazione del posto di lavoro e dei diritti politici.
Il futuro della leva obbligatoria in Italia
Al momento, la possibilità di un ritorno effettivo alla leva appare remota, ma il quadro normativo resta attivo e pronto a essere riattivato in caso di emergenza.
Matteo Salvini ha proposto di reintrodurre un periodo di sei mesi di servizio militare o civile per i giovani tra i 18 e i 26 anni. L’obiettivo sarebbe duplice: rafforzare le capacità difensive del Paese e allo stesso tempo coinvolgere i ragazzi in attività di protezione civile, sicurezza e sostegno alle comunità locali.
Tajani: “State tranquilli, Putin non ci attaccherà”
Sull’eventualità di un conflitto è intervenuto in mattinata il ministro degli Esteri Antonio Tajani:
“Putin ha un’aggressività inaccettabile, però non credo assolutamente che voglia attaccare l’Italia, questo lo posso smentire”.
“Comunque la nostra difesa aerea è sempre vigile e attenta. L’efficienza dell’aeronautica militare è sempre alta sia a terra sia in cielo, quindi gli italiani possono stare tranquilli”.
“Non dobbiamo drammatizzare, non ci risulta nulla di preoccupante per il nostro Paese, voglio rassicurare tutti. Ho parlato anche con Crosetto stamattina, ci siamo consultati, tranquillizziamo tutti”.