"Scritto male": bocciato il referendum per abrogare l'autonomia differenziata
Duro colpo per l'opposizione, esulta Calderoli. Quali sono gli altri cinque (complicati) quesiti ammessi
La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo sulla legge sull’Autonomia Differenziata, ma ha ammesso cinque quesiti referendari, di cui quattro riguardanti il lavoro e uno sulla cittadinanza per gli extracomunitari.
La sentenza sull’Autonomia Differenziata
Il quesito relativo alla cosiddetta "legge Calderoli" è stato dichiarato inammissibile dagli undici giudici della Consulta (anziché i consueti quindici, a causa della mancata nomina di quattro membri). La Corte ha motivato la decisione affermando che "l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari", compromettendo così una scelta consapevole da parte degli elettori.
Inoltre, ha sottolineato che l’Autonomia Differenziata, nella forma proposta, non può essere materia di referendum abrogativo ma richiede una revisione costituzionale.
Già a dicembre 2024, la Corte aveva evidenziato la necessità di modifiche alla legge approvata dal Parlamento a giugno, segnalando criticità su sette punti, tra cui i Livelli Essenziali di Prestazione (Lep) e le aliquote sui tributi. Nonostante il via libera della Cassazione al referendum lo scorso dicembre, la Consulta ha bloccato definitivamente il percorso, lasciando spazio a un possibile intervento parlamentare.
Le reazioni politiche
La decisione della Consulta è stata accolta con soddisfazione dalla Lega, principale sostenitrice della legge Calderoli, considerata un pilastro per l’autonomia delle Regioni. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato che il pronunciamento "chiarisce ogni dubbio sul percorso dell’autonomia, che continuerà nel rispetto della Costituzione e dei principi di unità nazionale".
Anche Attilio Fontana, presidente della Lombardia, ha espresso soddisfazione, sottolineando che il tentativo di creare una contrapposizione Nord-Sud è stato smontato.
"Da una parte sono contento che, dopo aver dichiarato legittima la legge, la Consulta respingendo il referendum abbia chiuso la bocca rispetto a tutte le panzane che abbiamo sentito: lo spacca Italia, la difformità dei diritti. Se fosse stato così, il referendum sarebbe stato ammesso. Ora posso lavorare in pace senza più avvoltoi che mi girano sopra la testa", così il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli.
Dal fronte opposto, i promotori del referendum e diverse associazioni si sono detti contrari alla legge, promettendo iniziative per chiederne l’abrogazione. Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, ha ribadito la "convinta contrarietà" al provvedimento.
“Impediremo ogni tentativo di colpo di mano del Governo” afferma Piero De Luca del Partito Democratico.
“La legge Calderoli sull'Autonomia Differenziata è già stata smantellata nei suoi pilastri portanti e di fatto svuotata dalla stessa Corte Costituzionale poche settimane fa” riferiscono in una nota i parlamentari del Movimento Cinque Stelle Enrica Alifano, Carmela Auriemma, Felicia Gaudiano e Pasqualino Penza.
I referendum ammessi
Accanto al dibattito sull’autonomia, la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili cinque quesiti referendari: quattro promossi dalla CGIL su temi legati al lavoro, come il Jobs Act, le indennità di licenziamento nelle piccole imprese, i contratti di lavoro a termine e la responsabilità solidale del committente negli appalti. Un referendum promosso da +Europa sulla cittadinanza per gli extracomunitari, che mira a semplificare l’accesso alla cittadinanza italiana, eliminando lunghe attese e meccanismi penalizzanti.
Nel dettaglio, i cittadini saranno chiamati alle urne in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025, per esprimersi sui quesiti in questione:
- Riduzione dei tempi di residenza per la cittadinanza: da 10 a 5 anni per gli stranieri extracomunitari maggiorenni.
- Tutela contro i licenziamenti illegittimi: modifica del contratto a tutele crescenti. (Si punta a cancellare le norme sui licenziamenti, che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziato in modo illegittimo nel caso in cui sia stato assunto dopo il 2015),
- Disciplina delle indennità di licenziamento per piccole imprese. (Obiettivo è innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato),
- Norme sui contratti a termine: limitazioni a proroghe e rinnovi.
- Responsabilità solidale nei contratti di appalto: esclusione della responsabilità per infortuni causati da rischi specifici delle imprese appaltatrici o subappaltatrici. (L'obiettivo è eliminare le misure che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante).
Le prospettive future
Il governo si prepara ora a intervenire sulla legge Calderoli per apportare le correzioni necessarie, come dichiarato dalla premier Giorgia Meloni. Tuttavia, il percorso appare complesso e lungo, considerando le divergenze all’interno della stessa maggioranza e tra i governatori regionali.
Nel frattempo, la CGIL ha annunciato una "grande stagione di partecipazione" per sostenere i cinque referendum ammessi, promuovendo un voto favorevole che, secondo Landini, metterà al centro "le persone e le loro libertà sul lavoro e nella vita".