Santanché-Governo, è arrivata la resa dei conti?
Il ministro al Turismo potrebbe essere rinviata a giudizio proprio a ridosso delle Europee e intanto il partito l'ha completamente isolata
A resistere c'è ancora uno scampolo di garantismo, più di facciata che di convinzione, ma la realtà dei fatti è che questa volta Daniela Santanché si trovi accerchiata, messa all'angolo.
Ed ecco allora che sul Governo Meloni tornano a rincorrersi le voci di un rimpasto e, complice il rinnovato clamore mediatico delle sue vicende giudiziarie, la posizione più traballante nell'Esecutivo è tornata ad essere quella dell'attuale ministro al Turismo.
Santanché all'angolo, tornano i rumors di "rimpasto"
Il termine più brutale è scaricata. Del resto, dopo le frasi in un'intervista del ministro all'Agricoltura (e collega di partito) Lollobrigida ("Se verrà rinviata a giudizio, dovrà prendere atto del da farsi") sembrano lasciare spazio a poche interpretazioni.
Tanto che in questi ultimi giorni in molti ritengono che a farsi da parte prima di farsi dare il benservito sarà proprio la diretta interessata.
Nelle ultime ore l'ipotesi più accreditata è che Santanché possa rassegnare le dimissioni dall'incarico di Governo già dopo Pasqua per evitare l'effetto mediatico (soprattutto per l'Esecutivo e ancor più per il suo partito di riferimento, Fratelli d'Italia) di un richiesta di rinvio a giudizio a ridosso delle elezioni Europee dell'8 e 9 giugno.
Le tappe della vicenda: i guai del ministro
Dopo che la mozione di sfiducia nei confronti della Santanché era approdata nei mesi scorsi in Parlamento, come detto ora le sue vicende giudiziarie sono tornate di attualità.
Venerdì scorso infatti la Procura di Milano ha notificato l’atto di fine indagini.
Dai documenti il ministro risulta indagata per truffa ai danni dell'Inps. Sotto la lente ci sono 126mila euro di contributi e le oltre 20mila ore di “cassa Covid” di cui hanno beneficiato 13 dipendenti del gruppo Visibilia tra il 2020 e il 2022.
Senza averne titolo è la denuncia dell'accusa.
Ma non solo. Le festività rischiano di essere uno spartiacque decisivo. Proprio dopo Pasqua, infatti, è prevista la chiusura di un altro filone di indagini, sempre su Visibilia.
In questo secondo caso la ministra è tra gli indagati per falso in bilancio.
Infine, c’è la vicenda aziende "bio" dove c'è una partecipazione della stessa Santanché: a inizio anno infatti il Tribunale ha disposto la liquidazione giudiziale per Ki Group e ora il curatore fallimentare potrebbe decidere per una eventuale iscrizione per bancarotta.
La giustizia e i suoi tempi: FdI con le antenne dritte
Ora ci sono 20 giorni nei quali i legali della Santanché potranno accedere agli atti della prima inchiesta in dirittura d'arrivo e produrre eventuali memorie di parte o chiedere che la loro assistita venga interrogata.
Dopo di che, i pm potranno chiedere il rinvio a giudizio.
Del resto, proprio tra FdI nessuno difende più il ministro in pubblico. Ecco perché se arriverà una decisione di "rinvio a giudizio" da parte del Gup tutto prenderà una piega "automatica".
Il tutto guardando alle date. Di certo, stando ai tempi della Giustizia italiana, una sentenza arriverà dopo la tornata delle Europee, ma il fardello del "rinvio a giudizio" potrebbe invece arrivare esattamente a ridosso dell'appuntamento elettorale.
Una possibile scansione cronologica degli eventi che Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni non possono non prendere in considerazione.
E a rendersene conto è la diretta interessata.
Santanché sotto attacco, anche l'opposizione chiede la testa
Detto dell'uscita di Lollobrigida e del silenzio quasi assordante del resto del partito, altrettanto defilata è la posizione della Lega. Mentre solo Forza Italia non tanto sul caso specifico, ma come posizione generale prosegue nella sua linea garantista, anche se con voci fuori dal coro come ad esempio per gli accadimenti di Bari.
Ma nell'opposizione c'è chi chiede apertamente la "testa" del ministro. Come Angelo Bonelli di Avs che ha lamentato senza mezzi termini:
"Cosa deve accadere ancora perché la premier Meloni chieda al suo ministro di fare un passo indietro?".
E sulla stessa falsariga l'intervento in Parlamento del deputato democratico dell’ufficio di presidenza del del Pd, Andrea Casu che ha ironizzato:
"A che ora si dimette la Santanché? C'è un silenzio imbarazzante del Governo. E sullo sfondo c'è una potenziale beffa: potrebbe essere proprio la Santanché a scrivere la nuova legge sul conflitto d’interesse insieme agli altri ministri del Governo".