VICENDA ALL'EPILOGO

Santanchè alla resa dei conti e intanto scoppia la grana delle concessioni balneari

La sorte del Ministro di Fratelli d'Italia sembra segnata, rimpasto di Governo dopo giugno. Deleghe ad interim alla premier Meloni

Santanchè alla resa dei conti e intanto scoppia la grana delle concessioni balneari
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Questa volta sembra essere davvero arrivata la resa dei conti. Per Daniela Santanché, donna "forte" di Fratelli d'Italia e attuale ministro al Turismo è stato infatti richiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Milano.Santanché Governo, è arrivata la resa dei conti

Stessa richiesta è stata formulata per altre due persone, tra cui il compagno della ministra, Dimitri Kunz.

La rappresentante del Governo è nei guai per una presunta truffa aggravata ai danni dell'Inps nella gestione della cassa integrazione della società Visibilia durante il periodo della pandemia Covid.

La richiesta di rinvio a giudizio, le tesi dell'accusa

Oltre alla ministra del Turismo e al suo compagno, la richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.

Secondo l'accusa, Santanchè, Kunz e Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto "indebitamente", per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga a sostegno delle imprese colpite dalle conseguenza della pandemia.

In buona sostanza, secondo la Procura Santanché sapeva che i dipendenti stavano continuando a lavorare, mentre l'Inps versava oltre 126 mila euro, per un totale di oltre 20mila ore.

Le reazioni, dalla Schlein al sarcasmo di Conte

Santanché aveva già passato indenne una mozione di sfiducia in Parlamento, ma la richiesta di rinvio a giudizio ha di nuovo fomentato le reazioni del Centrosinistra.

Il segretario del Pd Elly Schlein
Il segretario del Pd Elly Schlein

Duro il commento del segretario del Pd, Elly Schlein che ha sollecitato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni a chiedere un passo indietro della ministra:

"Ci aspettiamo che la premier abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanchè".

Garantista invece la posizione del leader della Lega, vicepresidente del Consiglio e ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini:

"Non si dovrebbe dimettere. Lascio a lei la valutazione. Io sono addirittura a processo, oltre al rinvio a giudizio. Sono un potenziale condannato. Quindi sceglierà lei. Non chiediamo le dimissioni di nessuno".

Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha lanciato invece una stoccata all'insegna del sarcasmo:

Giuseppe Conte, leader del M5S
Giuseppe Conte, leader del M5S

"Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla per le Europee in compagnia di Sgarbi".

Anche FI "tira dritto", Tajani: "Non è problema politico"

Il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani
Il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani

Anche l'altro vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia "tira dritto":

"E' una richiesta di rinvio, non mi pare un problema politico. Il governo va avanti. Basta vedere i risultati elettorali quali sono. Sto girando l'Italia e vedo qual è il consenso attorno al governo. E' il popolo che decide in democrazia. Poi a qualcuno può dare fastidio, è legittimo. Ma mi pare che la maggioranza si stia allargando e l'opposizione si stia restringendo".

E ancora:

"Quando ci sarà la decisione ne parleremo". Non crea nessun imbarazzo per il Governo, è una questione di sensibilità personale, sarà il ministro Santanchè a deciderlo. Sono un garantista, lo sono stato con tutti, lo sono stato per la vicenda Decaro. Non vado mai ad accanirmi sulle persone. Poi ognuno ha la sua sensibilità, credo che i cittadini oggi vogliano soluzioni, non risse e liti personali, strumentalizzazioni".

Bocche cucite in FdI, Meloni verso l'interim al Turismo

Bocche cucite intanto in Fratelli d'Italia, ma il destino del Ministro sembra segnato.

Il Governo si avvia verso un rimpasto che si concretizzerà però quasi certamente dopo le elezioni Europee dell'8 e 9 giugno.

Secondo le ipotesi più accreditate in caso di ritiro delle deleghe o di un passo indietro di Santanché il ministero del Turismo dovrebbe essere guidato ad interim dalla stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. 

E intanto per Meloni c'è la grana dei balneari

Intanto, in attesa del rimpasto (rimpastino o rimpastino), per Giorgia Meloni c'è la grana dei balneari. 

Trecentomila lavoratori che potrebbero rimanere a casa, tariffe rincarate anche del 50%, stabilimenti chiusi.

Sono le possibili conseguenze prospettate da Assobalneari, all’indomani dell’ennesima sentenza del Consiglio di Stato che delegittima la proroga al 2024 della concessioni.

Pollice verso è arrivato anche per la “mappatura” delle spiagge portata avanti tempo addietro dal Governo. Una relazione che ha fatto storcere il naso anche alla Commissione Europea.

Situazione nebulosa, la necessità di una legge

Del resto le stesse organizzazioni imprenditoriali sono consapevoli di quanto la situazione sia nebulosa: ecco perché da tempo sono in pressing sull'Esecutivo affinché si concretizzi una legge di riordino del settore.

Un documento che secondo gli operatori del settore dovrebbe tener conto della direttiva Bolkestein sulla concorrenza e delle sentenze dei Tribunali.

Vanno in questa direzione le sollecitazioni di organizzazioni come Legacoop Romagna, ma anche di molti sindaci di diversi colori politici che si stanno muovendo in maniera bipartisan.

L’obiettivo è arrivare entro due anni, a una situazione certa.

Palla al Governo, il dialogo con l'Ue

Nelle scorse ore rassicurazioni sono arrivate dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani:

"Il Governo sta lavorando per cercare una soluzione in dialogo con la Ue".

Ma l’attuale Commissione sta per sciogliersi, in vista delle elezioni di giugno, e il tempo non sembra dunque giocare per una soluzione rapida e definitiva.

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