Salvini su Meloni indagata: "Vergogna, sembra una ripicca per la riforma della Giustizia"
Conte (M5s): "Solo vittimismo", Schlein (Pd): "Meloni venga a riferire in Parlamento". Tirelli (Presidente Camere penali): "Grave che si interferisca in decisioni politiche che spettano al Governo". Barbara Berlusconi: "Ricordo mio padre raggiunto da un avviso al G7 a Napoli"
Non si placano le polemiche sull'indagine per favoreggiamento e peculato che riguarda la premier Giorgia Meloni. E le reazioni si sprecano, tra chi difende la presidente del Consiglio, chi la attacca e chi ricorda il recente passato.
Salvini su Meloni indagata: "Vergogna, sembra una ripicca"
Francesco Lo Voi, il pm che accusa la premier, è lo stesso del processo a Matteo Salvini. Inevitabile un commento al vetriolo del vicepremier:
"Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio. Vergogna, vergogna, vergogna. Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il governo di centrodestra. Riforma della Giustizia, subito!".
Giorgia Meloni indagata per il rimpatrio del libico Almasri, avvisi di garanzia per il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio.
Vergogna, vergogna, vergogna.
Lo stesso procuratore che mi accusò a Palermo ora ci riprova a Roma con il…— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 28, 2025
Conte: "Vittimismo". Schlein: "Venga a riferire"
Sulla vicenda è intervenuto il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte che, come Matteo Renzi (almeno su una cosa sono d'accordo, verrebbe da dire), accusa la premier di vittimismo.
"La ricetta di Meloni e soci è sempre la stessa: complottismo e vittimismo, dai treni ai migranti. Non lasciatevi distrarre: lo fanno per non parlare dei loro errori e dei problemi reali dei cittadini, dei tagli sulle buste paga, delle zero-soluzioni su carovita e crisi industriale. Quanto al caso del criminale libico, una cosa è già certa: il Governo ha combinato un grave disastro politico, mettendo in fila menzogne e versioni diverse, senza spiegarci davvero perché hanno imbarcato a nostre spese e con tutti gli onori su un volo di Stato un criminale libico anziché consegnarlo alla Corte penale internazionale".
"Se ora Meloni ha ricevuto un avviso di garanzia su questa vicenda - che peraltro è un atto dovuto - ne risponda serenamente, se non ha nulla da nascondere: è successo anche a me sul Covid ma nessuno di voi mi ha sentito frignare contro i magistrati, fino all'archiviazione. Meloni dimostri rispetto dei ruoli e delle istituzioni: si tolga il guscio da Calimero".
"Meloni dice che la denuncia sarebbe partita da un politico di “sinistra" (Luigi Li Gotti, ndr). Ci risulta che il politico in questione abbia militato fino agli anni Novanta nello stesso partito di Meloni".
Elly Schlein, segretaria del Pd, invece, chiede che se ne parli nei luoghi istituzionali.
"Le questioni giudiziarie non attengono al nostro lavoro ma è sul piano politico che insistiamo dall'inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei domani in aula per chiarire al Paese per quale motivo il Governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto".
Barbara Berlusconi: "Come mio padre"
Sulla vicenda, poi, è intervenuta anche Barbara Berlusconi, figlia di Silvio, che ha ricordato quanto accaduto anni fa al padre, parlando di "giustizia a orologeria":
“Non può sfuggire la coincidenza dell'avviso di garanzia alla premier mentre si discute la separazione delle carriere. Il pensiero va all'avviso di garanzia che ricevette mio padre alla vigilia del G7 di Napoli. Non so se si tratti di giustizia a orologeria ma il pensiero va lì".
Tirelli: "Grave interferenza"
A difesa della premier in campo l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale e dell’Istituto di Politica Internazionale e Studi Geostrategici, che all'AdnKronos ha dichiarato:
“È inaccettabile che la magistratura continui a interferire con le prerogative di indirizzo politico, che sono di esclusiva competenza del governo democraticamente eletto”.
Non basta che una parte della magistratura abbia cercato di fare politica interna; ora pretende di dettare anche la politica estera, ignorando la Ragion di Stato. E violando il principio di separazione dei poteri su cui si fonda ogni Stato liberale”.
“Questo ennesimo episodio – sottolinea Tirelli – dimostra una distorsione pericolosa del ruolo giudiziario, che rischia di minare la sovranità delle scelte politiche e il mandato affidato dai cittadini alle istituzioni rappresentative”.